DALL'AMORIS LAETITIA AL DIALOGO ECUMENICO FROM AMORIS LAETITIA TO ECUMENICAL DIALOGUE (original) (raw)
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Dall’Amoris Laetitia Al Dialogo Ecumenico
PARALELLUS Revista de Estudos de Religião - UNICAP
Questo articolo esamina la dimensione ecumenica dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia di papa Francesco, mostrando come dipenda anche dagli interventi degli osservatori cristiani non-cattolici al Sinodo sulla famiglia. Questi interventi hanno messo in evidenza le ricchezze della riflessione ecumenica sul matrimonio che costituisce un elemento rilevante nel dialogo ecumenico da anni. La lettura ecumenica della Amoris Laetitia e la sua recezione pone l’attenzione sull’importanza della relazione tra grazia e matrimonio, il ruolo del matrimonio nell’evangelizzazione del XXI secolo e la natura dei matrimoni misti per la vita quotidiana e per la riflessione teologica della Chiesa Cattolica. FROM AMORIS LAETITIA TO ECUMENICAL DIALOGUEThis article examines the ecumenical dimension of Pope Francis' apostolic exhortation Amoris Laetitia, showing how it also depends on the interventions of non-Catholic Christian observers at the Synod on the Family. These interventions pointed out th...
Parallelus, 2019
Iniziamo con uno dei passaggi più significativi del discorso che papa Francesco ha tenuto, il 21 giugno 2019, a Napoli, in occasione del convegno La teologia dopo "Veritatis gaudium" nel contesto del Mediterraneo: Come custodirci a vicenda nell'unica famiglia umana? Come alimentare una convivenza tollerante e pacifica che si traduca in fraternità autentica? Come far prevalere nelle nostre comunità l'accoglienza dell'altro e di chi è diverso da noi perché appartiene a una tradizione religiosa e culturale diversa dalla nostra? Come le religioni possono essere vie di fratellanza anziché muri di separazione? Queste e altre questioni chiedono di essere interpretate a più livelli, e domandano un impegno generoso di ascolto, di studio e di confronto * Doutor em Ciências Históricas pela Universidade de San Marino (1991). Dirige o Centro per l'Ecumenismo in Italia, sediado em Veneza. É presidente da Associazione Italiana dei Docenti di
Anche la filosofia si interroga sull'amore, collocando questo tema al centro di una concezione del mondo, della natura, della vita. I tre "Dialoghi d'amore" di Leone Ebreo, pseudonimo di Jehudah Abrabanel, scritti presumibilmente all'inizio del Cinquecento e usciti postumi nel 1535, rappresentano uno dei testi fondamentali della filosofia d'amore del Rinascimento italiano. L'autore, discendente da una illustre famiglia portoghese giunta in Italia per le persecuzioni antisemite in Spagna e Portogallo, è un'affascinante e per molti versi misteriosa figura di letterato e medico, oltre che filosofo. In quest'opera, che con le sue numerose edizioni e traduzioni ha avuto una grande diffusione e influenza nel corso Cinquecento europeo, egli compie una sintesi tra la tradizione platonica, l'aristotelismo arabo, la cultura ebraica, l'esegesi biblica.
Quaderni d'italianistica, 2009
alla luce della critica testuale attuale e la tradizione manoscritta del suo terzo dialogo James W. Nelson Novoa* Riassunto: L'articolo propone un riassunto della critica testuale pubblicata fino ad oggi ed uno studio basilare dei testimoni superstiti dei Dialoghi d'amore di Leone Ebreo che si limitano soltanto al terzo dialogo per offrire delle conclusioni generali riguardo la genesi redazionale del testo e delle conclusioni sulla circolazione del testo prima della stampa deìYeditio princeps a Roma nel 1535. Lo studio delle diverse redazioni appunta ad una progressiva toscanizzazione del testo e ad un allontanamento dai modelli fortemente latineggiami per la prosa filosofica della fine del Quattrocento ed inizio del Cinquecento. Questo rimaneggiamento del testo avrebbe avuto il suo momento culminante nell'intervento del curatore del testo, il senese Mariano Lenzi a Roma. Dal 1959 gli studiosi hanno avuto a disposizione nuovi elementi per la comprensione della storia redazionale dei Dialoghi d'amore di Leone Ebreo (1460 ca-dopo il 1521), autore la cui opera ha goduto di una grande fortuna nel Cinquecento. Fra il 1535 e il 1607 i Dialoghi d'amore ebbero ben 12 edizioni e molti furono gli scrittori del Parnaso italiano ed europeo che li commentarono e li discussero 1 . Ebreo portoghese, Leone giunse in Italia * Ringrazio la gentile disponibilità di Maria Carmela Garozzo per la sua revisione del testo del mio articolo. M editto princeps uscì dal torchio di Antonio Biado nel 1535. Le edizione succesive furono stampate a Venezia: 1541, 1545, 1549 e 1552 dagli eredi di Aldo Manuzio, nel 1558 da Guglielmo Vicentino, nel 1565 da Giorgio de' Cavalli, nel 1572 presso Nicolò Bevilaqua, nel 1586 da Giovanni Alberti e nel 1607 da Giovanni Battista Bonfadino. Oltre a queste edizioni italiane, sarebbero da menzionare le traduzioni spagnole: nel 1 568 dell'ebreo sefardita Guedeliah ibn Yahia, quella dello scrittore aragonese Carlos Montesa stampata a Zaragoza nel 1584 e ancora quella dello scrittore Garcilaso de la Vega el Inca (1539-1616) stampata a Madrid nel 1590. In lingua francese: una dal Seigneur du Parc Champenois stampata a Lyon nel 1551 e ristampata nel 1559 sempre a Lyon, poi a Parigi nel 1577 e nel 1580 e di nuovo a Lyon nel 1595 e la traduzione di Jean de Tournes accompagna la ristampa anastatica della prìnceps a carica dello studioso tedesco Gebhardt 1929. 7 Vd.
LE PAROLE DELLA LAICITÀ - Dialogo (interreligioso).pdf
Da alcuni decenni la chiesa cattolica ripete spesso e con energia le sue serie intenzioni di dialogo con le altre religioni, comprese le altre chiese cristiane. Forse lo ripete anche un po' troppo spesso, ma bisogna ammettere che se non facesse così, tutti riterrebbero che il suo atteggiamento sia di sottovalutazione delle altre religioni e di estrema intransigenza nei confronti di ciò che predicano. Questo perché per secoli essa ha mantenuto proprio un tale atteggiamento, condannando con ossessiva precisione ogni idea in materia di fede che si discostasse anche poco dai dogmi che aveva deciso di sostenere, combattendo guerre di religione, e ribadendo che extra ecclesiam nulla salus, cioè che non poteva esserci salvezza per l'uomo fuori della chiesa di Roma. Dunque fa bene oggi a mettere (quasi) altrettanta energia nel propagandare la riconciliazione e il dialogo, se davvero, adesso, vuole che la riconciliazione e il dialogo ci siano.