Le cascine come presidi e nodi di reti relazionali: pratiche di cura del territorio periurbano milanese (original) (raw)

Relazioni rurali storiche per la città contemporanea: esperienze condotte nel milanese

2017

The historical relationship between city and countryside is explicitly rural in its legacy, or in its tangible and intangible persistences. In the search for new balances and ways of living within the contemporary city, how does the role of rural heritage explicate for the quality of life of places? The reflection begins with an investigation into the ways of transmitting historical heritage through urban agriculture initiatives in Milan, then reflects on a method for the analysis of the current and historical landscape implemented in some initiatives undertaken in the Milan area and focus on the effectiveness of the adopted communication tools.

Parroci rurali e cura d'anime nella Toscana mezzadrile d'inizio Novecento

Parroci rurali e cura d'anime nella società mezzadrile d'inizio Novecento, in «Memorie Domenicane», Nuova Serie, 40 (2009), pp. 269-335., 2009

La ricerca analizza da un punto di vista socio-antropologico i modelli pastorali e l’attività di cura d’anime dei parroci rurali nella Toscana mezzadrile d’inizio Novecento. Sono utilizzate diverse tipologie di fonti provenienti dagli archivi storico-ecclesiastici quali: la stampa minore (biografie, elogi funebri, manuali e discorsi parenetici); il materiale manoscritto dei parroci (“libri cronici” e memorie, epistolari e carteggi); i documenti del magistero dei vescovi (Lettere Pastorali, lettere circolari, decreti ed altro); le Visite Apostoliche condotte durante il pontificato di Pio X; le Visite Pastorali indette dai vescovi toscani sotto il pontificato di Benedetto XV. La ricerca porta alla luce quelle forme di religiosità e di devozione popolare che tanta parte ebbero nella costruzione di un’identità contadina condivisa, quali l’universo di riti collettivi, modelli etici, tradizioni di culto, che trovarono visibile manifestazione nella frequenza ai sacramenti ed al catechismo, alla devozione ad alcuni santi, nell’intitolazione di altari ed oratori, in alcune festività religiose strettamente legate ai cicli del raccolto e delle stagioni. Nelle zone rurali la parrocchia rimase a lungo il primo nucleo della vita religiosa, in quanto centro reale della devozione e delle pratiche religiose di tutti i fedeli presenti nel territorio di sua competenza. Quanto mai interessante è quindi evidenziare il ruolo rivestito del parroco-curato, figura sulla quale tendevano a concentrarsi non solo tutto l’insieme dei compiti cultuali ordinari e straordinari, ma anche funzioni di educazione e di organizzazione religiosa, civile e sociale. Fortemente ancorato al territorio e punto di riferimento ascoltato e rispettato tanto dalle famiglie contadine quanto dalle autorità civili, il parroco di campagna fu – come nota Miccoli – un piccolo “vescovo e re del suo popolo” in quanto sul suo ruolo e sulla sua dignità si concentrarono domande ed esigenze del piccolo villaggio affidato alla sua cura, ma anche l’autorità, l’autonomia, la responsabilità con cui era chiamato a svolgerli. La pluralità delle fonti storiche mette in luce realtà religiose e prassi pastorali anch’esse inevitabilmente plurali, in cui le antiche ragioni di appartenenza si intersecano con una realtà religiosa delle province rurali in lenta ma progressiva trasformazione, all’interno della quale opera quella secolarizzazione delle masse contadine da più parti denunciata. Emergono così processi antropologici di estremo rilievo, come «l’abbandono delle forme religiose tradizionali legate soprattutto alla “routine” della vita agro-pastorale», in una società mezzadrile d’inizio Novecento in cui ormai «l’ambiente rurale è pressoché da tutti considerato come il principale se non l’unico contesto – con varie gradazioni – favorevole alla “moralità”». Parroci rurali e cura d'anime nella società mezzadrile d'inizio Novecento, in «Memorie Domenicane», Nuova Serie, 40 (2009), pp. 269-335.

Le cascine della piana torinese: poli dell’economia rurale in un paesaggio stratificato

Intorno al Mediterraneo Identità e tracce della storia, tra città e paesaggio, 2024

L’intorno territoriale della capitale sabauda è descritto idilliacamente dai viaggiatori del XVIII secolo, come fertile e ben coltivato, né appare immutato fino alle soglie dell’età contemporanea. La profonda trasformazione di questo paesaggio, che interessa sia la “parte piana”, ove sorge la città, sia la collina, non si attua che al prevalere di una pianificazione a carattere estensivo, che eliderà gli antichi rapporti e ne muterà profondamente l’immagine, costruendo quella attuale.

Le cascine: patrimonio dell'archeologia agricola della Val Padana

Conservazione e valorizzazione dei siti archeologici. Approcci scientifici e problemi di metodo, 2013

Since 17th century due to the conversion of agriculture to capitalism, in the Po valley the cascina (a courtyard farm) established itself as an agrarian production centre, evolving into a multifunctional structure closely connected with territory. It was often self-sufficient social centre, thanks to the presence of agricultural activities, breeding and food processing, as well as services (school, church). In the second half of 20th century, agricultural mechanization and industrial development caused a severe decrease of agricultural employees, originating rural areas depopulation and farmsteads abandonment; therefore the lack of maintenance originated a gradual degradation and many constructions turned to ruin. Nowadays neglected agrarian buildings represent a real agricultural archaeology heritage, that connotes Po valley landscape and recalls the archetype of rural life. Since the 1990s, a growing nostalgia of rural lifestyle has developed, following by the development of agrarian estate refurbishments as permanent or holiday homes; but the lack of a common technical culture of restoration brought to disrespectful works. Safeguard and valorisation strategies shouldn’t be based only on cultural interest declaration, that concerns emerging goods and not widespread heritage: it is essential to raise users’ and technicians’ awareness; provincial and regional authorities should issue guidelines for drawing up local planning instruments, that encourage more respectful actions also through incentives or tax relief.

Percorsi DI Riuso Del Patrimonio Rurale Nel Contesto Urbano: Il Caso Della Cascina Roccafranca a Torino

2020

Il territorio rurale di Torino, che ha rivestito un ruolo economico e politico importante fino al secolo scorso, presenta ancora oggi tracce leggibili attraverso i segni e le permanenze di una struttura rurale consolidatasi tra il Seicento e il Settecento. Questo articolo si propone di approfondire il caso della Cascina Roccafranca, situata nel quartiere di Mirafiori a Torino, analizzando il tema del riuso e del recupero funzionale di immobili e aree in abbandono, attraverso modelli innovativi di finanziamento e di governance, in grado di generare impatti positivi sul piano sociale e ambientale. La Cascina Roccafranca rappresenta un esempio significativo in quanto segue un modello gestionale innovativo, svolge un ruolo di centro di vita sociale e relazionale riconosciuto dalla cittadinanza ed è inserita in un sistema sinergico a scala locale che si occupa della riqualificazione delle periferie. Parole chiave: eredità culturale, patrimonio rurale, rifunzionalizzazione

Rec. Pascoli e le vie della tradizione. Atti del convegno internazionale di studi, Messina 3-5 dicembre 2012, a cura di Vincenzo Fera, Francesco Galatà, Daniela Gionta, Caterina Malta, Messina, Centro Internazionale di Studi Umanistici, 2017, pp. X + 903 , in Rivista Pascoliana 32 (2020), pp. 175-82

Pascoli e le vie della tradizione. Atti del convegno internazionale di studi, Messina 3-5 dicembre 2012, a cura di Vincenzo Fera, Francesco Galatà, Daniela Gionta, Caterina Malta, Messina, Centro Internazionale di Studi Umanistici, 2017, pp. X + 903 (Umanesimo dei moderni, 1)

11_Gli spazi di relazione nella Sardegna punica: appunti per un’analisi geografica

"Il lavoro è finalizzato allo studio della diffusione spaziale delle relazioni tra città e campagna nella Sardegna fenicia e punica. Il testo si propone di fornire spunti e dati per la costruzione di modelli che possano servire come guida per i1 percorso di ricerca sul terreno, relativi a tre livelli di indagine: l'organizzazione dello spazio rurale in funzione dell'organizzazione produttiva agricola; l'organizzazione territoriale sarda nel rapporto spazio punico - spazio indigeno; i1 rapporto metropoli - città – territorio. "

Il manicomio, la città, il territorio: un campo di relazioni transitorie

in "I complessi manicomiali in Italia tra Otto e Novecento", a cura di C. Ajroldi, M. A. Crippa, G. Doti, L. Guardamagna, C. Lenza, M. L. Neri, Mondadori Electa, Milano 2013, pp. 29-38, 2013

Paludi, residenze reali e "riconquista" del territorio in età borbonica. Il caso della Real Casina di caccia di Persano

The fight against the marsh in the Kingdom of Naples, became effective only with the advent to the throne of the Borbone in 1734, is one of the clearest signs of a new political season, oriented to a reaffirmation of the rights of the central government against the barons in the South and their local powers, of feudal origin. The construction of royal houses hunting lodge are parts of this project: the royal houses, infact, are located in areas adjacent to the great feudal lands and they are organized according to a polycentric system, whose function is to weaken or eliminate the political action of the local barons. According to a real action of territorial “reconquest”, the royal houses are conceived as nodes of a network for the direct control of the areas of the Kingdom, more or less peripheral, and, at the same time, represent a stimulus for improving them from some different points of view. In fact these areas are often degraded and marshy, plagued by malaria, as in the case of the Sele plain, where in the Wood of Persano, a few kilometers away from the coast, Carlo of Borbone ordered the construction of a royal house hunting lodge. Built in the heart of a large and luxuriant wood, consolidated and embellished by the interventions of the architect Luigi Vanvitelli, the Royal Palace of Persano becames one of the symbols of the political, economic and military power of the Borbone,but also a tool for environmental protection and a landmark for the community of the area, as a “pole” of microeconomics, powered by the royal house. As a meeting place of european culture and “intelligentia”, Persano also falls in the collective imagination of the Grand Tour, thanks to pictorial representations of its scenic beauty and to the proximity of the archaeological site of Paestum, in that time one of the more interesting objects of discovery for the travelers. Today the royal Palace, became a headquarters of a military command, continues its action for the safeguard environmental and land in the plain of Sele, thanks to the historical memory whose it is testimony, but also to the existence of a number of actors and local initiatives that, under other aspects and for different purposes, carry on the same project of conservation and upgrading territorial already conceived by the Borbone.