S. Carocci, Il papa nepotista: Niccolò III (original) (raw)

2020, Nel Duecento di Dante: i personaggi, a cura di Franco Suitner

Davvero vi sarebbero buone ragioni per immaginare una folta rappresentanza papale fra le schiere dei dannati. La condanna di Dante per un papato minato da competenze di giurisdizione e compiti non propri, per una realtà in cui «è giunta la spada / col pasturale» (Purg. XVI 109-110), per una decadenza millenaria iscritta nella donazione costantiniana, «quella dote / che da te prese il primo ricco patre» (Inf. XIX 116-117); la sua invettiva contro papi che «fatto v'avete dio d'oro e d'argento» (Inf. XIX 112) e quella di san Pietro contro una Chiesa e un papato santificati dai primi pontefici martiri («del sangue mio, di Lin, di quel Cleto», Par. XXVII 41), ma adesso convertiti in strumento ad acquisto d'oro dove «in vesta di pastor lupi rapaci […] del sangue nostro Caorsini e Guaschi / s'apparecchian di bere» (Par. XXVII 55-59); l'orrore per la cupidigia papale, che nella Commedia non è una sottospecie della cupidigia politica, ma in qualche modo la sua versione più importante, tanto da un punto di vista teologico e morale, quanto dal punto di vista politico e storico. Fra i tre regni d'oltretomba, verrebbe fatto di pensare affollato di spiriti papali soprattutto l'Inferno. Sarebbe però inesatto. I papi che la Commedia nomina o cui fa un riferimento chiaro sono ventuno, ma solo per sedici indica la precisa collocazione nell'aldilà. 1 Due papi sono nel Purgatorio, cinque nell'Inferno, nove nel Paradiso. Fra i restanti cinque pontefici, nominati senza una precisa indicazione * Ringrazio Amedeo De Vincentiis, Dario Internullo e Giuliano Milani per consigli e segnalazioni. 1 Per i papi menzionati più oltre, rinvio alle relative voci della Enciclopedia Dantesca (ED), Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1970-78; importanti osservazioni in o. capitani, Papato, in ED, IV, pp. 276-280. 308 SANDRO CAROCCI