La violenza strutturale sul confine tra Messico e Stati Uniti: un'etnografia visuale di Jason de León e Michael Wells (original) (raw)
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Una storia di confine. Frontiere e lavoratori migranti tra Messico e Stati Uniti (1836-1964)
[Vincitore premio SISSCO opera prima 2019, ex-aequo] Il volume narra la storia dello spazio di frontiera tra Messico e Stati Uniti. La figura principale che traghetta il lettore in questo viaggio in territori contesi e densi di attriti è il bracero, il lavoratore migrante messicano, protagonista sia delle turbolente migrazioni verso nord e delle deportazioni a sud del confine, sia del programma d’importazione di forza lavoro e di gestione della mobilità noto come Programa Bracero. Il bracero diviene, al contempo, simbolo di modernizzazione e oggetto di discriminazione. Un lavoratore temporaneo, “disponibile”, razzializzato, a basso costo, flessibile e quasi privo di diritti che, lungi dall’essere una mera vittima, intraprende varie forme di fuga dai regimi del lavoro e della mobilità che hanno generato e trasformato lo spazio di frontiera.
Giovani e polizia: un'etnografia dalle esquinas di Città del Messico.
Università di Torino, 2016
(ITA) Tale relazione è il risultato di un lavoro di ricerca sul mondo giovanile urbano in Messico. Il lavoro di campo durato quattro mesi a Città del Messico ha permesso di focalizzare l'attenzione sulla vita quotidiana dei giovani di alcuni quartieri marginali della metropoli. La vita e i comportamenti di tali giovani sono emersi a galla a partire dal loro rapporto con un attore sociale istituzionale particolare: la polizia. Ciò ha permesso di evidenziare il senso di esclusione vissuto dai giovani intervistati, il senso di ingiustizia di fronte agli abusi polizieschi e la necessità di spazi di socialità ed espressione nei propri quartieri. L' " esquina " , ovvero la strada, rimane dunque l'unico luogo dove incontrarsi, dialogare ed esprimersi, ma anche dove sperimentare sulla propria pelle lo stigma sociale che la gioventù messicana è costretta a portarsi addosso. (ESP) Este informe es el producto de un trabajo de investigaciòn sobre el mundo juvenil en México. El trabajo de campo que durò cuatro meses en la Ciudad de México ha permitido enfocarse sobre la vida cotidiana de los jòvenes de algunas colonias marginales de la ciudad. La vida y el comportamiento de éstos jòvenes emergieron a partir de la relaciòn con un actor social institucional particular: la policía. Eso permitiò resaltar la sensación de exclusión de los jòvenes entrevistados, la sensación de injusticia frente a los abusos policiacos y la urgencia de nuevos espacios de socialidad y expresiòn en las colonias. La " esquina " , o sea la calle, queda como unico lugar donde reunirse, hablar y expresarse, pero también donde experimentar de primera mano el estigma social que la juventud mexicana se ve obligada a llevar encima.
Nazione e territorialità. L'ossesione geografica del Messico, XIX secolo
Nazioni e Regioni, 2018
Il presente lavoro si focalizza sulla stretta relazione tra formazione delle nazioni e territorialità. Dopo aver discusso tale relazione in termini teorici (Anderson, Held, Mellor, Penrose, Sparke, White), si interroga sulla sua validità per il caso del Messico. Inoltre, presenta un breve viaggio attraverso la storia della geografia e cartografia ottocentesca messicana.
Storiografia e immaginario delle frontiere nordamericane
Iperstoria, 2013
1. L'invenzione della frontiera Nell'Ottocento, mentre è in atto l'avanzata statunitense verso il Pacifico, sono gettate le basi della sua raffigurazione. Relazioni di viaggio, rassegne giornalistiche, saggi storici, romanzi, quadri e dagherrotipi riscrivono in presa diretta lo scenario che i coloni stanno concretamente occupando e spesso lo chiamano "frontiera". In questa autocelebrazione hanno molta importanza le opere storiche: in particolare quelle di Washington Irving (1783-1859), George Bancroft (1800-1891) e Francis Parkman (1823-1893) ribadiscono di continuo come la nuova nazione si sia formata liberandosi dall'Europa e immergendosi nel proprio continente. In tale prospettiva esploratori, militari, cacciatori di pelli e agricoltori sono idealizzati quali l'avanguardia della nazione, gli eroi di una impresa unica che si svolge su una frontiera in continuo movimento. Alla fine del secolo Frederick Jackson Turner (1861-1932), un altro storico, rielabora proprio il concetto di "frontiera", spiegando che secondo i funzionari dei censimenti ottocenteschi designa l'area a scarsissima densità insediativa. A suo parere questa definizione è, però, riduttiva: "[u]p to our own day American history has been in a large degree the history of the colonization of the Great West. The existence of an area of free land, its continuous recession, and the advance of American settlement westward, explain American development" (Turner). La frontiera, cioè la progressiva occupazione non solo dell'Ovest, ma di tutti i territori divenuti statunitensi entro il 1890, è stata secondo Turner il motore dell'economia e della nazione. Inoltre si è trasformata in qualcosa di più, perché in quella fascia semi-disabitata si scontrano e s'influenzano i coloni e i nativi, gli uomini e la natura. Da questo incontro-scontro è nata una nuova civiltà: In the settlement of America we have to observe how European life entered the continent, and how America modified and developed that life and reacted on Europe. Our early history is the study of European germs developing in an American environment. […] The frontier is the line of most rapid and effective Americanization. The wilderness masters the colonist. It finds him a European in dress, industries, tools, modes of travel, and thought. It takes him from the railroad car and puts him in the birch canoe. It strips off the garments of civilization and arrays him in the hunting shirt and the moccasin. It puts him in the log cabin of the Cherokee and Iroquois and runs an Indian palisade around him. Before long he has gone to planting Indian corn and plowing with a sharp stick; he shouts the war cry and takes the scalp in orthodox Indian fashion. In short, at the frontier the environment is at first too strong for the man. He must accept the conditions which it furnishes, or perish, and so he fits himself into the Indian clearings and follows the Indian trails. Little by little he transforms the wilderness, but the outcome is not the old Europe […]. The fact is, that here is a new product that is American. At first, the frontier was the Atlantic coast. It was the frontier of Europe in a very real sense. Moving westward, the frontier became more and more American. […]. Thus the advance of the frontier has meant a steady movement away from the influence of Europe, a steady growth of independence on American lines. And to study this advance, the men who grew up under these conditions, and the political, economic, and social results of it, is to study the really American part of our history. Per Turner la frontiera non coincide con la sola avanzata verso Ovest; però, quest'ultima gli appare la fase più importante dell'americanizzazione del Nuovo Mondo. La sua tesi convince gli spettatori delle celebrazioni colombiane a Chicago e l'intervento, una volta pubblicato, ha un enorme riscontro. Da allora, nell'immaginario statunitense e nell'immagine degli Stati Uniti cara agli europei, West e frontiera sono le chiavi di volta del racconto teso a dimostrare l'originalità della Repubblica nordamericana. Nel Novecento questo assunto è amplificato dalla letteratura e dal cinema di massa, dalla televisione e dal mondo digitale, dal giornalismo e dalla politica, ma sempre seguendo Turner. Gli Stati Uniti rivendicano senza sosta di essere il vero Mondo Nuovo grazie al West e alla frontiera (Bonazzi 2005 e 2005b). Con il passare dei decenni a una narrativa così ambiziosa non basta più una sola frontiera, sia pure di eccezionale
Un ejército mexicano que se dirige al norte para recuperar El Álamo, Texas, y un hombre que vengó la matanza de mexicanos en la batalla de San Jacinto, son dos historias que muestran la obsesión de David Toscana por ficcionalizar las guerras de México... y de un absurdo subyacente, pues el ejército marcha con más sueños que armas, mientras que el hombre cobra revancha más de cien años después de la cruenta batalla. Las historias de la revolución de Texas en 1836 y la invasión que hizo Estados Unidos a Monterrey en 1846, los escenarios de esas batallas y las consecuencias de ambos conflictos bélicos para los regiomontanos de hoy son temas de exploración en las obras de David Toscana. En este estudio me propongo describir los contenidos bélicos en El ejército iluminado y Duelo por Miguel Pruneda, novelas en las que Toscana narra las historias de los regiomontanos de hoy ante las batallas de El Álamo y San Jacinto y la invasión norteamericana a Monterrey, así como descubrir las formas estéticas en que el autor configura sus obras, cercanas a los conceptos de nueva novela histórica de Seymour Menton y metaficción historiográfica de Ute Seydel, a fin de identificar las heridas en el ánimo que aún hoy permanecen entre los habitantes de la frontera narrados por Toscana. Un esercito messicano che si dirige a Nord per riconquistare El Alamo, Texas, e un uomo che vendica l'uccisione dei messicani nella battaglia di San Jacinto: sono due storie che mostrano l'ossessione di David Toscana per romanzare le guerre messicane con un intimo senso dell'assurdo, dal momento che l'esercito marcia con più sogni che armi, mentre l'uomo cova rancore ancora a distanza di oltre un centinaio di anni dalla sanguinosa battaglia. La storia della guerra per il Texas del 1836 e dell'invasione di Monterrey da parte degli Stati Uniti nel 1846, lo scenario di queste battaglie e le conseguenze dei due conflitti per gli abitanti della Monterrey di oggi sono i temi principali su cui si incentrano le opere di David Toscana. In questo articolo mi propongo di descrivere i contenuti bellici di El ejército iluminado e del Duelo por Miguel Pruneda, e di scoprire le forme estetiche con cui l'autore configura le sue opere, avvicinandosi al concetto di nuovo romanzo storico di Seymour Menton e al metaromanzo storiografico di Ute Seydel, per identificare infine le ferite che ancora oggi rimangono nell'animo degli abitanti della frontiera narrati dalla Toscana.
Messico violento: autonomia indigena e costruzione della pace
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L'articolo analizza la situazione di violenza strutturale, politica e culturale che vive il Messico odierno, raccontando diverse esperienze di autorganizzazione ed autonomia che rappresentano risposte positive a tale contesto violento.
Messico e Stati Uniti: 3.142 km di incontro-scontro linguistico
Il presente lavoro si propone come un’analisi storica delle interazioni politiche, culturali, socioeconomiche e, in primo luogo, linguistiche tra Messico e Stati Uniti. In tale ottica, il titolo fa riferimento alla vastità del confine tra le due nazioni che ha reso inevitabile, nel corso del tempo, un continuo intrecciarsi di relazioni, basate ora sull’incontro e sull’avvicinamento, ora sullo scontro e sulla tensione. Nell'appendice finale viene proposta una lista di anglicismi utilizzati da parlanti messicani di varia estrazione sociale in un periodo di tempo che va dalla seconda metà del XX secolo fino ai giorni nostri.