Il Tempio dei Martiri al Colosseo. Un progetto «già in pronto» di Carlo Fontana (original) (raw)
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Da Domenico a Carlo Fontana: i progetti per le Colonne coclidi, le Mete e il Colosseo
I "pionieri" e i protagonisti del Barocco a Roma dialogano coi massimi monumenti della Roma antica, proponendone da un lato il restauro o la ristrutturazione e da un altro lato assumendoli come paradigma architettonico e modello progettuale. In questo studio concentrerò la mia attenzione sul Colosseo e sulle Colonne coclidi di Traiano e di Marc'Aurelio e sulle relative proposte avanzate a distanza di un secolo da Domenico e Carlo Fontana e supportate teoricamente dai trattati dei due architetti. Va notato, innanzitutto, che il Colosseo e le Colonne -insieme al Pantheon e a pochi altri elementi -costituiscono l'essenza stessa di Roma antica in immagini ideogrammatiche fra tardo medioevo e rinascimento, come quelle contenute in vedute sintetiche o medaglie o sigilli 1 . Ricordo ad esempio il Sigillo d'oro di Barbarossa (o l'analogo ma più rozzo Sigillo di Enrico VI) in cui l'"Aurea Roma" viene rappresentata col solo Colosseo, sormontato da una corona di merli e cinto dalle mura d'Aureliano. Nel Sigillo d'oro di Ludovico il Bavaro (1328, ) la Colonna Antonina e l'obelisco vaticano inquadrano l'asse centrale Pantheon-Campidoglio-Colosseo. Nelle vedute di inizio '400 si moltiplicano le Colonne e gli Anfiteatri (affresco di Taddeo di Bartolo nel Palazzo Pubblico di Siena, 1414; miniatura da un codice sallustiano del 1418-20 circa). Nelle miniature di Giacomo da Fabriano (1456) e di Niccolò Polani (1459) le Colonne emergono insieme a torri e campanili accanto a Pantheon, Campidoglio, Castel Sant'Angelo e Colosseo (quest'ultimo non appare nella miniatura del Polani, egemonizzata dal borgo vaticano). Nella tavola della Yale University la composizione si concentra su tre fulcri: a destra il Pantheon, al centro l'asse Castello-Campidoglio e a sinistra una enorme Colonna Traiana davanti al Colosseo. In un bassorilievo della Galleria di Francesco I a Fontainebleau la Colonna Traiana, abbinata a un obelisco, si staglia davanti al Colosseo; la stessa composizione dei tre elementi, a cui si aggiunge un pronao templare ispirato al Pantheon, verrà ripresa nei tre frontespizi della Scelta de' medaglioni di G.P. Bellori (1679, ), dell'Opus architectonicum di Borromini (pubblicato nel 1720; ) e delle Istruzioni elementari di Vittone (1760) 2 . Va ricordata infine una immagine del tempo di Sisto V, il rilievo di Pietro Paolo Olivieri col Ritorno di Gregorio XI a Roma per la tomba del papa in S. Maria Nova (1584-89; ): al centro della città appaiono appunto il Colosseo (sormontato dalla torre del Campidoglio), la Colonna Traiana (coronata da una Vittoria) e il Pantheon (la cui cupola prende uno slancio goticheggiante, prefigurando la conclusione sistina della cupola di S. Pietro).
Il cofanetto con martiri di Trebisonda del Tesoro di S. Marco. Nuove proposte
Arte medievale, 2019
The focus of the article is the casket with martyrs of Trebizond in Saint Mark’s Treasury (Inv. no. 33). Thanks to the preserved inventories of the possessions of the basilica, the article reconstructs the history of the object and identifies a possible commissioner of it – the imperial nomophylax and participant to the council of Ferrara/Florence (1438- 1439) John Eugenicos – by suggesting him as the author of the epigram carved onto its sides.
L'architetto a Piazza Armerina. Un progetto per la chiesa di Sant'Anna?
2013
La chiesa di Sant’Anna a Piazza Armerina (dal 1745), di pertinenza delle monache Agostiniane, presenta un singolare prospetto curvilineo realizzato con una cortina di mattoni a vista. L’accentuata conformazione ondulata delle superfici murarie non trova precedenti nei cantieri siciliani, mentre l’uso del laterizio anziché della pietra rafforza ulteriormente l’unicità di questa struttura. Risulta ad oggi sconosciuto l’autore del progetto della chiesa, ma nonostante le lacune documentarie relative alla vicenda ideativa e costruttiva, gli esigui dati pervenuti, la lettura della fabbrica e altri indizi consentono di avviare alcune riflessioni che consentono di attribuire l’ideazione dell’opera all’architetto Rosario Gagliardi. La chiesa di Sant’Anna a Piazza Armerina rientrerebbe infatti nell’ambito degli studi condotti dall’architetto netino sui temi delle volte leggere di copertura, delle facciate estroflesse e a torre belvedere, quest’ultime destinate alle chiese degli ordini femminili annesse a monasteri.
"Le «invenzioni di tante opere». Domenico Fontana (1543-1607) e i suoi cantieri, 2022
S. Guido, Domenico Fontana, Lodovico Del Duca e Bastiano Torrigiani: il «Tabernacolo di metallo doratoa fuoco per il Santissimo Sacramento» per la cappella Sistina in Santa Maria Maggiore, in "Le «invenzioni di tante opere». Domenico Fontana (1543-1607) e i suoi cantieri", a cura di Nicola Navone, Letizia Tedeschi, Patrizia Tosini, Roma 2022, pp. 171-187
Pratiche architettoniche a confronto nei cantieri italiani della seconda metà del Cinquecento, 2019
La cappella del Presepe, realizzata nella basilica romana di Santa Maria Maggiore, spicca fra le opere promosse da Sisto V (1585-1590) per sfarzo e complessità. Alla costruzione della cappella vera e propria, caratterizzata dalla profusione di materiali pregiati e di decorazioni sontuose, si coniuga infatti la delicata e rischiosa operazione del trasporto dell’antico sacello del Presepe, interrato come preziosa reliquia al centro della cappella maggiore. Sulla scorta della ricca documentazione esistente, il saggio si concentra quindi sul doppio cantiere, analizzato dal punto di vista economico e costruttivo. Intersecando i pagamenti emessi dai vari organi della Camera Apostolica, è stata ricostruita la cronologia dei finanziamenti erogati, che ha permesso di definire le precise tempistiche dei numerosi operatori coinvolti (muratori, scalpellini, carrettieri, pittori, scultori, ferrai, calderari, vetrari, stagnari, fonditori); così come analizzando e comparando le misure e stime degli artefici attivi nel cantiere è stata evidenziata la successione degli interventi con le loro distinte mansioni nella progressiva realizzazione dell’opera. L’analisi ha messo a fuoco in particolare il ruolo dell’impresa guidata da Domenico Fontana, che emerge non solo come la protagonista principale del cantiere, ma anche come cerniera tra gli altri artefici o botteghe, sottolineandone le reciproche interazioni. Così come è stata rimarcata la doppia veste che ricopre lo stesso Fontana, come capomastro e come architetto papale, che gli permette di supervisionare tutta la filiera del cantiere sistino, rispettando le serrate tempistiche imposte dal papa.