Il ramo oro (original) (raw)

IL 'SIGLO DE ORO'

Si intende a un periodo compreso tra il XVI e il XVII secolo ed è significativo per la storia spagnola, in quanto comprende sia il Rinascimento che il Barocco. Esso è delimitato da due date importanti: 1492-> Considerato Annus MiIrabilis, in quanto viene pubblicata la prima grammatica della lingua castigliana da parte di Antonio de Nebrija, col quale si decide finalmente di studiare il castigliano come lingua; 1681-> morte Pedro Calderón de la Barca, grandissimo drammaturgo spagnolo, autore di "La vida es sueño". 1) DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA I testi stessi, sviluppati durante questo periodo, ci fanno comprendere il Barocco. Appunto, testo caratteristico è il Don Quijote. L'episodio che analizzeremo fa parte dell'ottavo capitolo e tratta del momento in cui il protagonista esce per la seconda volta dal villaggio (uscirà tre volte dopo essere impazzito per aver letto troppi libri di cavalleria) insieme al suo fedele scudiero Sancio Panza. Di cosa tratta l'episodio? Don Quijotte e Sancio Panza scoprono 30-40 mulini a vento nella campagna, ma Don Quijote crede siano giganti; pertanto, vuole affrontarli e sconfiggerli per arricchirsi privandoli dei soldi che hanno addosso. Crede che sia una guerra buona guerra, fatta per rendere servizio a Dio, togliendoli dalla faccia della Terra. Sancio Panza, che invece è dotato di saggezza e razionalità, lo mette in guardia dicendogli che quelle che lui crede braccia, sono le pale che, girate dal vento, alimentano il mulino. Mentre Sancio è l'emblema della razionalità, Don Quijote rivendica il suo stato di combattente, che chiaramente è dovuto alla sua pazzia, tanto da credere che il compagno non voglia combattere solo per paura. I due sono accompagnati dal cavallo, Ronzinante, il quale è il rovescio dello steriotipo del cavallo, a causa della sua magrezza del cavallo. Così come anche Panza, che dovrebbe essere il povero umile e lo stolto, ma in realtà dimostra una massima razionalità rispetto a Don Quijote, il quale invece appartiene ad una classe più elevata. Don Quijote, quindi, si scaglia contro i mulini senza far caso a ciò che gli gridava Sancio Panza. Soffiò un po' di vento e le pale cominciarono a girare. Prima di affrontare i mulini, seguendo quello che è il codice cavalleresco, si affida alle preghiere della sua dama Dulcinea per chiedere che lo soccorresse. Dulcinea è la dama di cui, secondo le sue fantasie, Don Quijotte è innamorato; ma in realtà si tratta di una popolata, una tale Aldonza che lui però, in preda a questa sua IPERTROFIA IMMAGINATIVA, considera una dama. Quindi, ben coperto con la rotella con la lancia in resta (puntata contro i mulini), andando a