Male parole - L'irriverente sacralità della bestemmia (original) (raw)

«Male parole. Il gusto di dire le parolacce». Monica Alba, Caterina Canneti, Elena Felicani, Chiara Murru

2019

Indagare le parole significa mettere in luce la storia della nostra società: è questa, crediamo, la chiave di lettura promossa dal convegno, che sottolinea la forza con cui la parola è in grado di testimoniare il passato e di riflettere il presente, fotografando il mutamento delle condizioni non solo linguistiche, ma anche culturali di un paese. E in questa prospettiva, come è noto, il lessico della cucina e dell'alimentazione rappresenta un campo d'indagine particolarmente rilevante: la cucina è una pratica necessaria e quotidiana, profondamente legata alle tradizioni di ogni singola realtà locale (cfr. Frosini 2012: 85; Frosini 2014: 22). D'altro canto, a quella vera e propria costellazione di cucine locali che sono alla base della nostra tradizione culinaria cor-1 Questo contributo, che auspichiamo sia soltanto l'inizio di uno studio più approfondito, non sarebbe nato senza i suggerimenti di tutti gli amici e colleghi che ci hanno fornito materiale utile alla nostra indagine, rispondendo pazientemente alle nostre continue domande: a loro vanno i nostri più cari ringraziamenti. Il più sentito grazie va a Giovanna Frosini, per la sua guida costante, per la passione per lo studio che ogni giorno ci trasmette e per i suoi sempre preziosi consigli.

Il lettore al servizio della "sacrametalità della Parola"

Ecclesia Orans, 2022

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 65/2017 del 30-03-2017-Direttore responsabile Stefano Visintin PONTIFICIO ISTITUTO LITURGICO ECCLESIA ORANS 2 fascicoli all'anno | published two times a year Prezzo annuale | Subscription rate: 50,00 Euro + spese postali | posting Tariffa studenti | Student rate: 40,00 Euro + spese postali | posting Per la valutazione degli articoli la rivista segue le procedure internazionali di peer review. Articles submitted for publication will be reviewed according to the international standards of double peer review. The National Agency for the Evaluation of Universities and Research Institues (ANVUR) recognised Ecclesia orans as an Academic Journal in category A. This journal was approved according to ERIH PLUS criteria. Ecclesia orans is available on ATLA.

La lirica novecentesca tra ateismo, invocazione e bestemmia

Diacritica, 2018

Il contributo propone una lettura diacronica del motivo della bestemmia nell’ambito della tradizione lirica tra Otto e Novecento, da Carducci agli Scapigliati, a Ungaretti, Caproni, Testori fino a Pasolini, Turoldo e a Zanzotto, nel tentativo di rintracciare quella che pare porsi come una vera e propria retorica blasfema, che rappresenta il discrimine più cospicuo rispetto ad esperienze liriche antecedenti.

Il linguaggio muto della vendetta

La vendetta: istinto o istituzione? Introduzione di Giuseppe Lorini e Michelina Masia IX Ringraziamenti XV La vendetta nel mondo Laura Nader, Vendetta, barbarie e Osama bin Laden. Al punto di partenza 3 Fabio Botta, La vendetta come officium pietatis 11 Giorgio Fabio Colombo, Chu\ shingura: la vendetta fra diritto e immaginario popolare nel Giappone premoderno 39 Domenico Francavilla, La vendetta in India: dharma ed effetti dell'azione nelle concezioni tradizionali hindu 51 Wojciech Żełaniec, La vendetta nei paesi nordici all'epoca dei Vichinghi vendetta in Sardegna: un'ipotesi ermeneutica 83 Michelina Masia, Rappresentazioni e mistificazioni della vendetta barbaricina 91 Stefano Colloca, Vendetta barbaricina e pluralità degli ordinamenti 111 Maria Grazia Cugusi, La vendetta barbaricina nelle riflessioni di due penalisti sardi 117 Le categorie della vendetta Amedeo Giovanni Conte, Némesis. Filosofia della vendetta 135 Edoardo Fittipaldi, Vendetta della vittima vs. vendetta di vergogna 143 Giuseppe Lorini, Il linguaggio muto della vendetta 155 Lorenzo Passerini Glazel, La semantica nomotrofica della vendetta 169 Appendice Amedeo Giovanni Conte, Onomasiologia della vendetta 291 Indice dei nomi 297 Indice VII 157 Il linguaggio muto della vendetta

Un precedente trascurato della favola pastorale: il dramma satiresco

2012

Trattando la storia della favola pastorale, la maggior parte dei manuali della letteratura italiana menziona due drammi che danno inizio a questo genere, fortunatissimo oltre che nella storia del teatro anche in quella della musica. L'uno è il Sacrificio di Agostino Beccari, il quale porta con orgoglio nel titolo il nuovo termine, cioè "favola pastorale" e che, dal Guarini 2 in poi, sarà considerato il primo esempio di questo genere. L'altro, la cui prima rappresentazione, avvenuta nel 1545, precede di 9 anni la prima edizione del Sacrificio (1554), è l'Egle di Giovan Battista Giraldi Cinzio. Poiché-probabilmente poco dopo la prima prima rappresentazione del Sacrificio-Giraldi Cinzio scrive una specie di trattato intitolato Lettera sovra il comporre le satire atte alla scena 3 in cui definisce la sua opera precedente come "satira", scritta sul modello del Ciclope di Euripide, possiamo ritenere che l'Egle sia un revival moderno del dramma satiresco greco. Siccome però il nuovo 1 Vorrei esprimere la mia più sincera gratitudine al dott. Claudio Pedro Behn per la revisione, le correzioni e le osservazioni utilissime del presente scritto. 2 Battista Guarini, Il Verrato, ovvero difesa di quanto ha scritto M. Giason Denores contra le tragicomedie e le pastorali in un suo discorso di poesia, in Opere, a cura di Marziano Guglielminetti, UTET, Torino 1971, pp. 729-821.

Sulla banalità del male

Lo studio compiuto da Hannah Arendt 2 sul processo Eichmann ha per sottotitolo le parole che ho scelto come titolo di questo articolo. Ma il mio proposito è leggermente diverso dal suo. Lei cerca di mostrare la banalità del male colossale, mentre io cercherò di analizzare la banalità del male ordinario. Lei prova a dimostrare che la seguente impressione è falsa: mali giganteschi sono commessi da criminali giganteschi, da mostri, mentre, nella realtà dei fatti, mali giganteschi sono commessi da funzionari insignificanti e banali impiegati da apparati giganteschi. Io proverò a occuparmi del lato opposto del problema: di come persone responsabili e istruite, quando sono impiegate da apparati insignificanti, commettono mali insignificanti che mai avrebbero commesso in quanto persone responsabili e istruite. In altre parole: Hannah Arendt si occupa dell'apparato 3 in quanto trasforma persone insignificanti in funzionari potenti e distruttivi; mentre io mi occuperò dell'apparato in quanto trasforma persone responsabili e istruite in funzionari irritanti e insulsi. Il tema di Hannah Arendt è, senza dubbio, più avvincente del mio.