FRANCESCO CHERUBINI TRE ANNI A MILANO PER CHERUBINI NELLA DIALETTOLOGIA ITALIANA Consonanze 14 (original) (raw)

LA FORMAZIONE DEGLI ETNICI NELLA RIFLESSIONE LINGUISTICA DI FRANCESCO CHERUBINI

Il presente contributo si propone di fornire una descrizione della struttura del Vocabolario Patronimico di Francesco Cherubini e delle fonti empiriche consultate per la sua compilazione. Si accennerà poi a due questioni ricorrenti nel dibattito sulla formazione degli etnici in italiano, ovvero, la presenza di varianti allomorfiche o suppletive, e la motivazione morfo-pragmatica sottesa all’impiego di alcuni suffissi derivativi nella formazione di etnici e aggettivi deonomastici, cercando di chiarire quale attenzione tali tematiche abbiano ricevuto nella riflessione linguistica di Francesco Cherubini. Si formuleranno infine alcune osservazioni conclusive, evidenziando luci ed ombre del Vocabolario Patronimico e sottolineando alcuni degli spunti che tale opera ancora può offrire agli studiosi contemporanei. The aim of this paper is to describe the structure and contents of Francesco Cherubini’s Vocabolario Patronimico, as well as the empirical sources consulted for its compilation. We will address two of the most common issues in the debate on the formation of ethnic nouns and adjectives in Italian, namely, the existence of allomorphs and suppletive variants, and the morpho-pragmatic motivation displayed by some of the derivative suffixes occurring in ethnic nouns and adjectives derived from both personal and place names. We will offer a few observations on the place occupied by the above mentioned issues in Cherubini’s thoughts and, by drawing a picture of the strengths and weaknesses of the Vocabolario Patronimico, we will draw attention to a few topics which may be of some interest to contemporary scholars.

Francesco Capriglione LA SINDROME DEL CERCAWHY

LA SINDROME DEL CERCAWHY PREAMBOLO AMBULATORIALE È ormai universalmente acclarato che la scienza medica risulta del tutto impotente di fronte alla sindrome del cercawhy. Anche il ricorso all'erboristeria non ha sortito alcun effetto terapeutico apprezzabile. Sembra, infatti, che perfino i migliori decotti di cicuta siano riusciti, per lo più, ad eliminare il malato più che il male.

I TESTAMENTI DI MANFREDO OCULIBLANCI, CANONICO DI S. AMBROGIO DI MILANO (1203

Aevum-rassegna Di Scienze Storiche Linguistiche E Filologiche, 2006

Il 18 e 19 marzo 1203 prete Manfredo Oculiblanci, canonico di S. Ambrogio, dettava le sue disposizioni testamentarie, conservate in due pergamene oggi nel fondo del Capitolo di S. Ambrogio presso l'Archivio di Stato di Milano. L'esame dei due documenti consente di ricostruire la carriera ecclesiastica di Manfredo, le sue importanti relazioni con il capitolo canonicale la superstantia e la custodia della basilica di S. Ambrogio, nonché gli stretti legami che univano il clero milanese all'inizio del XIII secolo. Infine, l'attività privata di Manfredo, testimoniata da un gruppo di pergamene relative a compravendite di terre in Bazana, nel contado milanese, permette di inserire la famiglia Oculiblanci nel vivace quadro dei 'nuovi' ceti cittadini e dei loro rapporti con la canonica di S. Ambrogio.

La Milano di Francesco Cherubini

Francesco Cherubini. Tre anni a Milano per Cherubini nella dialettologia italiana. Atti dei Convegni 2014-2016, a cura di S. Morgana e M. Piotti, Milano, Ledizioni, pp. 7-21, 2019

La formazione e la carriera del lessicografo Francesco Cherubini (1789-1851) nella Milano del Romanticismo, tra Cattaneo e Manzoni.

"DIABOLO SUADENTE" CELIBATO, MATRIMONIO E CONCUBINATO DEI CHIERICI TRA RIFORMA E CONTRORIFORMA

"DIABOLO SUADENTE". CELIBATO, MATRIMONIO E CONCUBINATO DEI CHIERICI TRA RIFORMA E CONTRORIFORMA, Milano, Giuffrè, 2018, 2018

Quella combattuta dalla Chiesa contro l'incontinenza e il concubinato clericale fu una lunga e aspra battaglia, le cui radici affondano nell'esaltazione della verginità rispetto alla condizione matrimoniale. Il celibato dei chierici ha per molti secoli rappresentato la tangibile testimonianza della funzione sacrificale attribuita ai ministri della Chiesa. La tradizionale visione del matrimonio e del celibato clericale, sviluppata dal diritto canonico medievale, si infranse con la Riforma protestante, che propose un'originale rivalutazione del matrimonio, non più visto soltanto come remedium concupiscentiae, bensì come vero e proprio diritto di tutti, laici e chierici. La risposta della Chiesa di Roma, sviluppata nell'ambito del Concilio di Trento, rilanciò la lotta contro il concubinato che, nel Cinquecento, assunse i caratteri di una battaglia teologica e ideologica contro i paesi protestanti. L'età della Controriforma, tutta tesa a concretizzare gli aneliti di riforma faticosamente formalizzati durante il concilio, vide, nella diocesi milanese, saldamente guidata da Carlo e poi da Federico Borromeo, un luogo di intensa sperimentazione, in cui l'astratta normativa tridentina trovò puntuale applicazione, come testimoniano i processi per condotta scandalosa celebrati nei confronti di alcuni chierici nella diocesi ambrosiana tra Cinque e Seicento.