Premessa a "I Fenici del mare e le vie dei tonni. Un'inchiesta storico-archeologica dal Mediterraneo orientale all'Atlantico", di P. Bartoloni, M. Guirguis (original) (raw)

Enrico Felici, "THYNNOS. Archeologia della tonnara mediterranea", Documenti e Studi 70, Edipuglia 2018.

Il volume riassume le conoscenze sulla pesca e il consumo nell’antichità del tonno e delle specie affini, presentandole con la terminologia propria della disciplina archeologica, ma con lo sforzo di usare un linguaggio narrativo più esplicito del gergo specialistico. In base alle fonti, letterarie, epigrafiche e archeologiche (interpretazione degli impianti di pesca e trasformazione, iscrizioni su anfore, resti ossei), e con il metodo del confronto etnoarcheologico con le tonnare moderne, si restituisce la tonnara tradizionale all’antichità.

Enrico Felici, "Nos flumina arcemus, derigimus, avertimus. Canali, lagune, spiagge e porti nel Mediterraneo antico", Bibliotheca Archaeologica 40, Edipuglia 2016

Sui sistemi idrografici si sono basate la vita, le economie e le culture dell’antichità; lo testimoniano gli sforzi per adattarli alle necessità umane: attività che erano praticate molto più intensamente di quanto oggi sia possibile percepire. il ventaglio di interventi che si potevano effettuare sui corsi d’acqua era in effetti molto ampio, ben più di quanto lasci intendere la frase di Cicerone presa a prestito per il titolo di questo libro: Non flumina arcemus, derigimus, avertimus. Le azioni antiche sulla rete idrografica, basate sullo scavo di canali artificiali, spaziano infatti dalle deviazioni fluviali, a scopo civile o bellico, al collegamento con il mare per coltivare le lagune costiere, ai sistemi di irrigazione, ai canali asserviti agli insediamenti urbani, fino alle ‘autostrade sull’acqua’ e al taglio degli istmi, realizzati o solamente progettati da monarchi e imperatori. Nell’individuare le tracce di queste infrastrutture, è necessario il concorso della prospezione archeologica e – soprattutto – delle fonti letterarie ed epigrafiche: si compone così un quadro, geograficamente ampio e distribuito su un lunghissimo periodo, di cui il libro offre una panoramica che prende in esame l’Egitto, la Mesopotamia e l’Europa, che si spinge fino alle soglie del Medioevo, con qualche richiamo al Rinascimento. Il volume nella prima parte presenta alcuni appunti sulle metodologie di ricerca, poi alcune distinzioni tipologiche sulle infrastrutture idroviarie, sulla loro distribuzione e le diverse applicazioni. Seguono delle notazioni sulle implicazioni tecniche, gli aspetti sociali e i contenuti mitici e ‘religiosi’ dell’azione dello scavo. Sono poi trattate le relazioni fra i canali, le lagune costiere e i porti; un peculiare campo di applicazione dell’escavazione sono infatti le grandi installazioni portuali articolate su invasi e canali di ingresso e di raccordo ai sistemi idroviari: incisioni nel terreno che richiedevano la stabilizzazione, esigenza che in età romana imperiale trovò la più efficace tecnologia nell’opus caementicium pozzolanico, autorevolmente promosso da M. Vitruvio Pollione. Nella seconda parte, il libro raccoglie una rassegna di realizzazioni (canali navigabili ‘regionali’ e locali, porti scavati, tagli di istmi), distribuite su vari contesti territoriali: panoramica da cui si ricava che, se lo si osserva in maniera olistica, il paesaggio antico del Mediterraneo è anche il risultato dell’intensa attività di adattamento delle reti idrografiche, marittime e interne, mirata ad ottenere una viabilità il più possibile capillare e continua.

D.SALVI, La necropoli di Tuvixeddu e "le piccole cose" in M.Guirguis, S.Muscuso, R.Pla Orquín (eds.), Cartagine, il Mediterraneo centro-occidentale e la Sardegna. .. Studi in onore di Piero Bartoloni, vol. I, Sassari 2020 (Le Monografie della SAIC, 3), 259-274.

M.Guirguis, S.Muscuso, R.Pla Orquín (eds.), Cartagine, il Mediterraneo centro-occidentale e la Sardegna. Società, economia e cultura materiale tra Fenici e autoctoni. Studi in onore di Piero Bartoloni, vol. I, Sassari 2020 (Le Monografie della SAIC, 3), 259-274.

Questa opera è rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione, Non opere derivate 4.0 Internazionale ed è distribuita in modalità Open Access. La Scuola Archeologica Italiana di Cartagine sostiene la circolazione della conoscenza, anche attraverso l'accesso pieno e aperto alla letteratura scientifica. Indice del volume 7 I. Locci, Saluto del Sindaco di Sant'Antioco 9 M. Guirguis, S. Muscuso, R. Pla Orquín, "Caro Prof.": dalla Giornata di Studio alla pubblicazione 15 F. Cenerini, Il ruolo delle donne nel Poenulus di Plauto 25 B. D' Andrea, Gli animali nelle stele votive puniche e di tradizione punica del Nord Africa (V sec. a.C. -IV sec. d.C.) 47 S. Giardino, Vases zoomorphes phéniciens et puniques de l' Afrique du Nord : comparaisons, fonctionnalité et symbolisme 65 E. A. Insinna, Le macine di Molaria (Mulargia-Bortigali) a Cartagine e le relazioni sardo-puniche con specifico riferimento al Marghine 83 M. G. Melis, Mobilità e scambi nel Mediterraneo centro-occidentale. Sardegna e Sicilia tra Eneolitico e Bronzo antico 105 L. M. Michetti, Cinque lucerne fenicie dal Quartiere "pubblico-cerimoniale" di Pyrgi 121 L. Nigro, Nuovi scavi al Tofet di Mozia (2009-2014): il Tempio di Astarte (T6), l'Edificio T5 e il sacello T8 147 A. Orsingher, Praising the rising sun. On a baboon-shaped vessel from Tharros 165 E. Pompianu, Vita domestica nella Sulky arcaica: un nuovo contesto dall'abitato fenicio 205 J. Ramon, Conflit et violence chez les Phéniciens d'Ibiza à l'époque archaïque ? 237 S. Ribichini, Saisons du molk 259 D. Salvi, La necropoli di Tuvixeddu e "le piccole cose" 275 C. Tronchetti, La ceramica attica di IV secolo a.C. in Sardegna e oltre Cartagine, il Mediterraneo centro-occidentale e la Sardegna. Società, economia e cultura materiale tra Fenici e autoctoni. Studi in onore di Piero Bartoloni, 259-274 SAIC Editore, Sassari 2020; ISBN 978-88-942506-2-6 Le Monografie della SAIC, 3

M. Chiovaro, G.M. Scopelliti, Una rappresentazione della pesca del tonno su una lapide funeraria da Termini Imerese, Notiziario Archeologico Soprintendenza Palermo, n. 37/2018

Notiziario Archeologico Soprintendenza Palermo, 2018

A funeral slab, datable to the beginning of modern age, has been brought to light during the restoration work carried out in the church of Santa Maria of Misericordia of Termini Imerese. That slab bears an engraved representation of tuna fishing. The figure, which is a unicum, shows a complex system of fishing nets connected together, where boats and tunas of various sizes are moving, as well as human figures schematically made but dashed with security and liveliness. In the lower part of the slab, moreover, various phases of the fish processing are illustrated; a character situated in an important position seems to supervise the operations, inside a small fortified building represented with well characterized architectural details. It could be the rais mentioned in the late Latin inscription at the base of the scene, whose name, the name the sons and the date of death are reported.

Come i predoni sui sentieri dell’acqua (Od. 3.71 – 74): per un’archeologia della pirateria nel Mediterraneo dell’Età del Bronzo. Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria. LVII Riunione Scientifica Periplous: il mare nella Preistoria mediterranea – Siracusa, 19-22 Ottobre 2022

2022

Negli ultimi anni il quadro delle conoscenze sulle forme di predazione e pirateria nel Mediterraneo antico si è arricchito grazie ad una straordinaria convergenza tra fonti storiche ed epigrafiche, il riesame di alcuni relitti navali e una più ampia indagine sulla circolazione di specifici sistemi di armamento. I nuovi percorsi di ricerca, a cui sono seguite interessanti riflessioni su una metodologia di ricostruzione delle forme della pirateria nel mondo antico, hanno finito per avere significative ricadute in ambito archeologico, spingendo a favore di una maggiore attenzione verso determinate categorie della cultura materiale e di quei contesti correlabili a fenomeni di predazione per mare. Il presente lavoro propone, attraverso una serie di casi studio prescelti in differenti ambiti territoriali mediterranei, un primo tentativo di lettura sinottica di un più vasto fenomeno di attività di scorrerie e saccheggio nel corso del II millennio a.C. Una particolare attenzione viene rivolta ad alcuni siti della costa meridionale dell’Anatolia e dell’Egeo insulare, dove la dislocazione in piccole baie nascoste, la presenza di sistemi fortificati e forme di accumulo di beni esotici di natura disomogenea, impongono nuove strategie di lettura. La situazione egeo-anatolica trova un prezioso parallelo nel contesto nordafricano e del Delta nilotico, nel quale la condivisione tra fonti testuali e documentazione archeologica offre una possibile chiave interpretativa a quella che puo essere definita “archeologia della pirateria”.