"Lo spazio e il deserto nel cinema di Pasolini. Edipo re, Teorema, Porcile, Medea", Mimesis, Milano-Udine, 2020 (original) (raw)

Pasolini e Dante. La "Divina Mimesis" e la politica della rappresentazione, LE PAROLE E LE COSE, 24 dicembre 2015

Pasolini e Dante. La "divina mimesis" e la... pubblicato da Le parole e le cose -http://www.leparoleelecose.it/?p=21517 Pasolini e Dante. La "divina mimesis" e la politica della rappresentazione di Emanuela Patti [Quest'anno si celebrano i 40 anni dalla morte di Pasolini e i 750 anni dalla nascita di Dante, due autori accumunati dall'interesse per il valore politico della lingua e della rappresentazione. A chiusura di questo periodo di anniversari pubblichiamo l'anticipazione di un libro di Emanuela Patti, Pasolini After Dante. The 'Divine Mimesis' and the Politics of Representation in uscita presso Legenda (Oxford),. Le pagine che seguono riprendono, per frammenti e in traduzione, alcune delle questioni trattate nel volume] I Mimesi.

Porcile e la performance del potere: Pasolini in dialogo con Spinoza, MOD 2020 Contronarrazioni. Il racconto del potere nella modernità letteraria (sessioni parallele), Sapienza Università di Roma - Università degli Studi di Roma Tre, (17-19 giugno 2021)

2021

L'intervento si concentra sulla relazione tra il concetto di potenza, nella prospettiva spinoziana e la riflessione di Pasolini sul potere nella tragedia Porcile. In entrambi i suoi scritti politici, sia nel Trattato Teologico Politico, sia nel Trattato Politico, Spinoza afferma la tesi: il diritto è uguale alla potenza. Pasolini ricontestualizza e mette concretamente in scena la teoria spinoziana. In questa direzione, vorremmo analizzare le ragioni filosofiche, artistiche e politiche che stanno alla base del personaggio di Spinoza in Porcile. Che cos’è il potere per Spinoza e quale ruolo svolge nella dinamica drammaturgica di Pasolini. Evidentemente, in questa sede risulterebbe eccessivo effettuare un tentativo di esposizione completa dei concetti di potere e potenza in Spinoza. Ciò che qui risulta di interesse è capire perché Pasolini sceglie di affiancare alla filosofia di Spinoza il momento più importante della tragedia, quello tra potere (Klotz) e contropotere (Herdhitze). Nulla esiste al di fuori di questo potere divoratore, tutto è dentro il capitale dice Pasolini. E chi ne è prigioniero come Julian, non ha salvezza. È questa chiave di lettura che ci proponiamo di mettere alla prova, attraverso l'analisi dell'episodio di Spinoza in Porcile. Particolare attenzione sarà data al significato politico del dialogo, alla relazione tra letteratura e società e alla riconfigurazione della temporalità storica e narrativa.

Riscritture di traduzioni. Edipo re e Medea di Pier Paolo Pasolini, «Dioniso», vol. 3 (NS), 2013: 295-318

The Sophoclean and Euripidean sections in the movies Edipo re and Medea by Pier Paolo Pasolini, are no sheer translations of the respective ancient tragedies: on the contrary, it is a matter of rewriting and contaminating some pre-existent Italian translations. This paper identifies the terms of this literary process, and supplies a brief analysis of the aforesaid sections from both a rhetorical and a thematic viewpoint.

Il male del mondo, Mimesis, Milano, 2017

2017

Questo libro è un contributo alla comprensione del pensiero morale di Schopenhauer alla luce della tesi che la sua filosofia sia un frutto, tardivo, del dibattito intorno alla rifondazione della filosofia seguito alla rivoluzione copernicana di Kant. Con la pubblicazione del Mondo come volontà e rap- presentazione nel 1818, che richiama esplicitamente in causa concettualità kantiane che già da un ventennio sembravano avere perso ogni interesse – la cosa in sé, il rigido dualismo tra mondo sensibile e mondo intelligibile, la teoria del carattere – Schopenhauer si riconnette direttamene ai testi kantiani, e insieme ai loro più autorevoli interpreti. L’ambito di ricerca principale intorno al quale ruota il presente studio è quello morale, e in particolare il problema del male a partire dalla ridefinizione che Kant ne ha dato nello scritto sulla religione come male radicale. Schopenhauer viene qui fatto dialogare con Schulze, Fichte e Schelling, che si sono direttamente espressi intorno alla definizione del male in Kant e alla funzione del male nel mondo, offrendo risposte che egli ha di volta in volta attentamente considerato e discusso.

La poesia dello spazio nella «Commedia» di Dante, in La letteratura degli Italiani. Centri e periferie. Atti del XIII Congresso dell’Associazione degli Italianisti Italiani (ADI), Pugnochiuso (Foggia), 16-19 settembre 2009.

negli studi danteschi va ricordata come esemplare la valorizzazione della dimensione simbolica dello spazio offerta da Ezio Raimondi in alcuni saggi sui primi canti purgatoriali, attraverso l'individuazione e l'analisi di un vero e proprio «paesaggio liturgico». 2 Sul piano simbolico la collocazione centrale di un luogo ne indica l'importanza, la sacralità, la funzione fondamentale nella storia. Non è allora un caso che secondo un dato condiviso nella cultura medievale, al centro dell'emisfero delle terre emerse si trovi Gerusalemme. Il dato è già biblico: «Haec dicit Dominus Deus: ista est Ierusalem: In medio gentium posui eam et in circuitu eius terras» (Ez 5, 5). E Gerusalemme è definita «umbilicus terrae» (Ez 38, 12). 3 ture pensanti (1966), trad. it., Venezia, Marsilio, 1985, p. 90; J. le goff, L'immaginario medievale, trad. it., Roma-Bari, Laterza, 1985; P. ZumThor, La misura del mondo. La rappresentazione dello spazio nel Medio Evo, trad. it., Bologna, Il Mulino, 1995; B. WesTphal, Geocritica. Reale Finzione Spazio, trad. it., Roma, Armando, 2009, specialmente pp. 7-14. 2 Cfr. E. raimondi, Rito e storia nel I canto del «Purgatorio» e Semantica del canto IX del «Purgatorio», in id., Metafora e storia. Studi su Dante e Petrarca, Torino, Einaudi, 1970, pp. 65-94 e 95-122 (nuova ed., Torino, Aragno, 2008, pp. 98-132 e133-162). Cfr. inoltre, per sviluppi più recenti di queste prospettive, A. pegoreTTi, Dal «lito diserto» al giardino. La costruzione del paesaggio nel «Purgatorio» di Dante, Bologna, Bononia University Press, 2007. Più in generale, su Dante e le tradizione del simbolismo medievale, cfr. Z.G. barański, Dante e i segni. Saggi per una storia intellettuale di Dante Alighieri, Napoli, Liguori, 2000; S. CrisTaldi, Paesaggi tra realismo e allegorismo, in La poesia della natura nella «Divina Commedia». Atti del Convegno internazionale di Studi (Ravenna, 10 novembre 2007), a cura di G. Ledda, Ravenna, Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali, 2009, pp. 35-91. 3 Su questo dato nella cultura medievale e nella Commedia cfr. F.-R. hausmann, Dantes Kosmographie -Jerusalem als Nabel der Welt, «Deutsches Dante-Jahrbuch», LXIII, 1988, pp. 7-46. Cfr. inoltre J. le goff, La nascita del Purgatorio, trad. it., Torino, Einaudi, 1982. Più in generale, sul trattamento dantesco di Gerusalemme nella Commedia, cfr. C.E. honess, The City of Jerusalem in the LA POESIA DELLO SPAZIO DELLA COMMEDIA DI DANTE

Dante, il tempo e lo spazio, a cura di Attilio Cicchella, Giuseppe Noto, Thomas Persico, Calogero Giorgio Priolo, Torino, Loescher, 2022

2022

Questo volume, che permette di far interagire gli interventi di alta divulgazione scientifica di cui si compone con una serie di materiali audiovisivi pubblicati sul canale YouTube Dante, il tempo e lo spazio, ha un obiettivo principale: creare un proficuo collegamento tra Scuola e Università, ovvero tra due elementi del sistema formativo del nostro Paese che raramente si parlano e che, quando si parlano, ancor più raramente si comprendono. E per fare ciò si è costruita una proposta didattica che offre a studenti e docenti della Scuola secondaria di secondo grado una serie di idee e di spunti per affrontare lo studio di Dante e della letteratura dantesca anche attraverso altre “materie curricolari” (“altre” rispetto all’insegnamento della letteratura, ovviamente) e soprattutto attraverso approcci metodologici, per così dire, “transdisciplinari”: veri e propri ponti tra ricerca scientifica e didattica e tra mondo delle cosiddette “scienze dure” e mondo delle cosiddette “humanities”.

Le sensoriali visioni divine nel "Paradiso". Roma, 2019

La conferenza ha il fine di mettere in evidenza alcuni motivi ricorrenti nelle visioni divine di cui Dante gode nella fase finale del suo itinerario paradisiaco. I motivi che ho individuato sono quelli della luce divina; dei beati, degli angeli e delle loro armonie; dell’amore, inteso come sia desiderio sia piacere. Tali motivi così prossimi alla trascendenza ineffabile sono spesso significati da metafore e similitudini derivate dagli astri; da fiori e pietre preziose; da melodie umane; dall’amore infantile per il latte materno. Con metodo alquanto elementare ho rimarcato i termini relativi a tali motivi e alle loro analogie metaforiche secondo i codici cromatici definiti in nota. Poiché, a seconda del segmento sintattico, le espressioni di questi motivi assumono un senso riferibile ora a quegli esseri sovracelesti ora agli analoghi fenomeni terreni, se tali espressioni si accordano ai primi esse sono scritte in tondo; se ai secondi, in corsivo. SOMMARIO Introduzione 1. Sole & lucerne; santo riso; rosa & fiaccola (XXIII 19-126) 2. Punto luminosissimo e nove cerchi concentrici (XXVIII 16-45. 94-96) 3. Fulgido fiume, faville dorate e fiori variopinti (XXX 38-126) 4. Volume e fogli; tre cerchi; la nostra effige nel cerchio riflesso (XXXIII 55-66. 76-132)