IL PATRIMONIO CULTURALE PER UNA AZIONE DI SOSTEGNO E CRESCITA DEL TERRITORIO NELLA SCUOLA DELL'AUTONOMIA (original) (raw)

IL PATRIMONIO CULTURALE NELLA SCUOLA DELL'AUTONOMIA PER UN'AZIONE DI SOSTEGNO E CRESCITA DEL TERRITORIO

IL PATRIMONIO CULTURALE NELLA SCUOLA DELL'AUTONOMIA PER UN'AZIONE DI SOSTEGNO E CRESCITA DEL TERRITORIO, 2020

La “società della conoscenza”, così come auspicata dopo il trattato di Maastricht, si basa su una profonda valorizzazione dell’educazione della persona, del cittadino e del lavoratore, che coinvolge l’aspetto etico-culturale del saper conoscere, quello relazionale-sociale del saper essere e vivere insieme e quello operativo-economico del saper fare. Con tale finalità l’istruzione viene oggi pensata e praticata come bene comune e diviene oggetto di preoccupazione e cura del sistema scolastico, ma anche dei molteplici soggetti territoriali, produttivi e culturali, tramite azioni condivise e sinergiche. In base al contesto di riferimento la scuola dell’autonomia, sempre più aperta all’esterno e impegnata a superare dall’autoreferenzialità, valida la propria proposta educativa basata sulla acquisizione di competenze per la vita. Le molteplici necessità che affiorano nella scuola, come le problematiche legate alla inclusione o il bisogno di ripensare i modelli didattico-pedagogici “tradizionali” in attuazione del PNSD, la ridefinizione del rapporto docente-discente fondato sul metodo conoscitivo e dell’apprendimento collaborativo e significativo piuttosto che sulle nozioni-informazioni o le opportunità di costruire Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento operando in rete, possono servirsi di uno strumento eccezionalmente adatto a favorire le nuove metodologie didattiche: il patrimonio culturale, materiale e immateriale. Aiutando gli studenti ad ottenere la percezione del passato, del presente e del futuro, esso risulta capace di motivarli, di portarli a conoscere e a riflettere sui problemi del proprio territorio, ad interagire con gli esperti che vi operano, ad essere parte attiva nella conservazione della memoria e della rivitalizzazione del tessuto sociale e urbano, a diventare protagonisti della tutela e della valorizzazione. Permette inoltre di superare i tradizionali confini delle discipline scolastiche e di utilizzare metodologie partecipative come la ricerca-azione o il project work. Porta alla adozione di un modello di sviluppo umano fondato sulla sostenibilità nel rapporto uomo-natura, sulla cittadinanza attiva e responsabile, sulla memoria della storia come fondamento del futuro, sulla conoscenza e sul rispetto delle diverse identità culturali. Questo lavoro volge a dimostrare tale assunto e come i beni culturali possano costituire elementi intorno ai quali ricostruire il senso di identità di una popolazione; nel caso particolare si riporta l’esperienza della città dell’Aquila, sconvolta dal sisma del 2009 e, a dieci anni di distanza, riflettere su come in un luogo devastato, nel momento di più profonda crisi e incertezza in cui erano andati perduti tutti i riferimenti sociali e civici, la scuola abbia rappresentato forse il primo e l’unico punto fermo per i ragazzi e per il territorio intero.

IL PATRIMONIO CULTURALE

Anna luana tallarita , 2017

Affrontiamo brevemente la questione del patrimonio culturale che una nazione può avere e i beni in esso talvolta contenuti che ne sono parte.

CULTURA E PATRIMONIO CULTURALE DELLO SPAZIO

EdA Esempi di Architettura | Special Issue, 2019

The Humanities and social disciplines are constantly animated by epistemological and methodological pluralism and differ in criteria, targets and methods of research. These disciplines are born in the world of ancient Greece. However, it is interesting to observe how, in the historical development of knowledge, the Humanities have worked on the resolution of problems related to knowledge, to guidelines of research and to definition of methodologies for qualitative and quantitative evaluation. Certainly the Italian Renaissance has marked a very important phase because in this epoch the human sciences were considered fundamental and of support to the development of the science still in empirical phase. Even all the scientific evolutions that we can record in the different historical eras have availing themselves of the contribution of the humanities. The scientist has always been a great humanist. After decades of disciplinary perimeters, we finally go back to thinking about the dialogue between Science and Humanities. This paper aims to open a new research perspective that finds interesting feedback in the world of astronomy and then beyond the Earth, where science, philosophy, history, art, theology help to trace new paths of study and pursuing new, important knowledge for the future of humanity. Keywords: Cultural heritage, Space, Culture, Lifelong education, Humanity.

CHIMICA APPLICATA ALLA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE

Chimica applicata alla conservazione del patrimonio culturale-, 2022

Chemistry for conservation and restoration of cultural heritage Vol. I - Decay of materials In the first volume of the series edited by Vasco Fassina, the results carried out in the last fifty years and the related mechanisms of decay are exposed, supported by a rigorous scientific approach. The book is a useful tool to understand the causes of deterioration and allows you to apply the most appropriate measures to eliminate or slow down the processes, using preventive actions or curative conservation. The importance of using shared terminology is underlined and the European standards aimed at conservation of cultural heritage are described. The author has reviewed and integrated, with numerous researches that have taken place in recent years, publications that are now far away, providing keys to understanding heritage conservation professionals https://www.nardinieditore.it/prodotto/chimica-applicata-conservazionerestauro/? fbclid=IwAR27LwLWycPrqpB8DTPBdRzVJn_VNU1L9AOwsAQUWmlYM8M5c7b6WfN9 Y3o

IL PATRIMONIO CULTURALE MINORE IL CASO DEL MUNICIPIO XIV NEL QUADRANTE NORD OVEST

2019

Il presente lavoro intende affrontare una tematica molto attuale, delicata e, per certi versi, ancora largamente sconosciuta, ma cruciale per tutelare e promuovere la competitività e lo sviluppo del sistema culturale e turistico italiano, caratterizzato dalla presenza di un ricco e articolato patrimonio ambientale, culturale e storico in cui si distinguono eccellenze di riconosciuta fama mondiale. Tuttavia, la particolarità del nostro patrimonio culturale consiste nella convivenza di beni ed evidenze altamente rinomate a cui si affiancano elementi meno noti o addirittura sconosciuti che, nonostante le loro peculiarità e le loro caratteristiche originali e uniche, soffrono il confronto e la “concorrenza” con le altre testimonianze più blasonate. Tale fenomeno risulta spesso aggravato dalla concomitanza di altre condizioni, quali in primo luogo il posizionamento geografico, che li rende difficili da raggiungere, e talvolta la loro dispersione o esclusione rispetto alle destinazioni, alle mete e ai circuiti culturali e turistici già affermati e consolidati.La presente ricerca intende dimostrare consiste nella presentazione delle possibilità di riscatto e delle possibili azioni per una nuova competitività territoriale offerta da quelle innovative e alternative strategie che mirano a fare del patrimonio culturale, e nello specifico di quello minore, una nuova leva sostenibile e soprattutto inimitabile di sviluppo alla scala locale, con particolare attenzione per quelle realtà territoriali affette da degrado e marginalità. Questa nuova impostazione e visione di sviluppo territoriale adotta un approccio definito culture-driven (Valentino, 2001; Sacco e Pedrini, 2003; Santagata, 2005; Francesconi e Cioccarelli, 2013), in cui la cultura e, in generale, il patrimonio culturale, può divenire un fattore strategico e trasversale in grado di favorire e di promuovere i processi creativi e innovativi nelle diverse filiere produttive che caratterizzano l’economia e il tessuto sociale di un territorio, divenendo, dunque, un volano inimitabile e insostituibile capace di stimolare un atteggiamento di competitività e di sviluppo che sappia creare valore condiviso, diffuso e sostenibile in quanto basato sul sapiente sfruttamento e valorizzazione delle risorse, tangibili e intangibili, caratterizzanti il singolo contesto territoriale. L’idea alla base del presente lavoro di ricerca è che il processo di riscatto e di valorizzazione del patrimonio culturale minore non sia di esclusiva competenza delle realtà territoriali rurali e dei centri urbani di medio-piccola dimensione, esclusi dai principali flussi culturali e turistici, ma, al contrario, possa riguardare e interessare anche alcune aree periferiche e periurbane appartenenti a realtà metropolitane e urbane di grandi dimensioni e che sono conosciute come importanti destinazioni e mete culturali e turistiche, spesso di fama internazionale. Anche in queste realtà si possono riscontrare dei fenomeni accentuati di polarizzazione dell’offerta culturale e turistica verso quelle aree del territorio urbano, tendenzialmente coincidenti con le zone costituenti il nucleo storico, in cui si condensano le principali evidenze e testimonianze che costituiscono il patrimonio culturale urbano di riferimento e da cui deriva l’immagine e il posizionamento distintivo dell’offerta patrimoniale urbana.questa tendenza si riscontra in diverse realtà urbane che sono rinomate, anche a livello mondiale, per la loro ricca qualità e quantità di offerta culturale. Questo è il caso che riguarda, ad esempio, la città di Roma, in cui la maggior parte dell’offerta culturale e dei flussi turistici risultano essenzialmente polarizzati entro i confini della città storica e che, dunque, faticano a spostarsi verso gli altri quadranti del territorio urbano, sebbene anche questi ultimi posseggano numerose evidenze ambientali, culturali e storiche, talvolta di notevole pregio e classificabili come vere e proprie testimonianze rare ed eccezionali. Tale situazione risulta aggravata, inoltre, dall’assenza o dalla scarsità di adeguate infrastrutture urbane e di servizi turistici oltre i confini della città storica, che contribuiscono ad ostacolare l’accessibilità e la corretta fruizione dei beni localizzati esternamente alle aree e ai circuiti culturali e turistici consolidati. Ciò determina una diminuzione dell’offerta reale non solo verso i potenziali visitatori esterni, ma soprattutto verso gli stessi residenti che finiscono per ignorare l’effettiva consistenza e valore del patrimonio ambientale e culturale presente nei loro confini urbani e negli spazi della quotidianità urbana. Il caso studio che si è voluto riportare si focalizza sull’indagine di una particolare area del quadrante nord-ovest della città di Roma, quella in cui sorge il territorio posto sotto l’amministrazione del Municipio XIV. Tale area risulta caratterizzata dalla presenza di importanti testimonianze culturali, naturali e storiche che, tuttavia, risultano sparse lungo l’intero perimetro dei confini del Municipio e, in particolare, lungo l’asse descritto da un importante itinerario storico-culturale passante in quel territorio e di crescente attrazione e notorietà a livello nazionale e internazionale, ovvero la Via Francigena. Questo itinerario, la cui percorrenza sta richiamando un numero sempre crescente di visitatori “alternativi” rispetto ai canoni del turismo culturale di massa, se adeguatamente valorizzato, organizzato e strutturato da parte delle autorità locali competenti e con il contributo della comunità locale e degli operatori turistici interessati, potrebbe configurarsi come un nuovo strumento strategico in grado di sovvertire la condizione di marginalità del patrimonio culturale presente in quel territorio e, di riflesso, in quel quadrante urbano e potrebbe avviare un nuovo processo di inclusione e di integrazione compatibile e complementare con il resto dell’offerta culturale e turistica che caratterizza la città di Roma. Ciò contribuirebbe a protendere il mercato turistico romano verso la capacità e la tempestività di risposta e soprattutto verso l’intercettazione di quelle nuove direttrici e tendenze alternative, spesso definite nicchie, che caratterizzano sempre più la domanda e il mercato turistico nazionale e mondiale.

IDENTITÀ COLLETTIVA E CITTADINANZA ATTIVA NELLA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE: IL CASO DI NOTRE DAME

IDENTITÀ COLLETTIVA E CITTADINANZA ATTIVA NELLA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE: IL CASO DI NOTRE DAME, 2020

Appendice 353 Bibliografia 455 C 65 ZAPPALÀ, in «Avvenire», 19 gennaio 2020. 66 COLARUSSO, in «La Repubblica», 21 ottobre 2019. 67 ZAPPALÀ, in «Avvenire», 19 gennaio 2020. 32 (Direction régionale des Affaires culturelles) dell'Île de France e del Ministro della cultura, Franck Riester 68 . Rimane poi il problema dell'assenza di una grande impresa di costruzioni, che come appaltatore generale coordini l'intervento, in grado di realizzare questo gigantesco programma di ricostruzione e restauro che si presenta complesso dal punto di vista tecnico, teorico e metodologico. Non avendo infatti nessuna delle grandi imprese di costruzione in Francia le competenze necessarie nel campo del restauro, molti compiti sono stati sub-appaltati. Se attualmente sono quindi impiegate numerose imprese specializzate, in molti casi trasferite in urgenza da altri cantieri queste, essendo imprese medie e piccole specializzate in progetti di restauro relativamente limitati, che raramente superano il valore di 10 milioni di euro, non sono in grado di gestire la complessità della ricostruzione di Notre Dame.

IL PATRIMONIO STORICO -CULTURALE E ARTISTICO DEL TERRITORIO DI CENTOLA

La presente pubblicazione, ricca d’immagini, può essere vista come una guida, sintetica ma indicativa, al Patrimonio Storico - Culturale del territorio del Comune di Centola con i suoi antichi centri urbani che oltre al capoluogo, Centola, vede la presenza di Palinuro, Foria, San Severino e San Nicola. La lettura, si auspica, possa suscitare la curiosità di visitare questo territorio ricco di storia dalla cui conoscenza è possibile derivare le origini e le caratteristiche identitarie di un antico, orgoglioso e dignitoso popolo del basso Cilento.