2013. Le migrazioni interrogano la nostra civiltà. Eco delle Missioni. Dicembre 2013, pp. 16-19 (original) (raw)

“Migrazioni ambientali e l’umanità in cammino” (Environmental migration and humanity on the move), Intervista a cura di Valeria Camia (Interview by Valeria Camia), Corriere dell’Italianità, Venerdì 6 Novembre 2020, p. 5.

Corriere dell'Italianità, 2020

Sono oltre 272 milioni i migranti internazionali nel mondo, inclusi 26 milioni di rifugiati (ovvero il 7% di tutti i migranti internazionali), secondo i dati forniti dal rapporto ONU 2019 sulle migrazioni internazionali: in rapporto alla popolazione mondiale, i migranti rappresentano il 3,5%. Tra le motivazioni che spingono a lasciare il proprio luogo d’origine, crescono ragioni legate a cause ambientali: terremoti, tsunami e cicloni, ma anche siccità, desertificazione, innalzamento del livello del mare, salinizzazione delle acque dolci, o conflitti causati dal controllo delle risorse naturali. (...) Ma allora, se l’impatto dell’ambiente sui flussi migratorio è sempre più evidente, la figura del migrante ambientale è nuova? Oppure le migrazioni ambientali sono un fenomeno estremamente complesso che va inserito all’interno di un discorso più globale sulle migrazioni? Lo abbiamo chiesto a Paolo Ruspini, politologo ed esperto di migrazioni.

Migrazioni (Teologia Morale - Dizionari San Paolo)

Teologia Morale, 2019

Sommario - I. Note preliminari: 1. Il concetto di migrante forzato o “vulnerabile”; 2. I residenti de facto; 3. Il dialogo con le scienze sociali. II. Percorso storico: 1. Percorso veterotestamentario; 2. Percorso neotestamentario; 3. Percorso storico-ecclesiale. III. Percorso sistematico: 1. L’etica della gestione delle migrazioni; 2. Quattro soggetti di diritti, e princìpi per aggiudicare e limitare le pretese incompatibili. IV. Conclusione: un discernimento continuo in dialogo con le etiche professionali e la pratica delle virtù.

Il fatto migratorio: sfida culturale nella Pontificia Università Gregoriana

La sfida delle migrazioni. rischi e opportunità, 2015

In this article, we offer a reflection in two moments, corresponding to the two parts of the title. In the first moment we focus on the "fact of migration". On the one hand, human mobility is a fact with which we must deal always and everywhere, and especially in our "globalized" world. On the other hand, when we speak about "facts", we need to challenge a culture of myths, lies, and half-truths concerning the phenomenon of human migration. In fact, this points to the political and cultural role of every higher-ed institution: to help its students, and the "city" (polis) in which it is rooted, to move from a culture of confusion and unfounded beliefs to a culture of rigorous search of truth. In the second moment, then, we make some concrete proposals to stimulate the Pontifical Gregorian to take up this challenge, so that its members, in their reflection and action, may respond adequately to the contacts and clashes between cultures provoked by the "fact of human mobility".

Religione e processi migratori: la terra è davvero di tutti? -Il dibattito sociale e politico su moschee e sepoltura - Relazione di " sociologia delle migrazioni "

La strumentalizzazione politica e partitica, affiancata da luoghi comuni e dibattiti populisti, sono variabili all’ordine del giorno che condizionando la mentalità sociale creano nella stessa un sentimento di ripudio verso il solo fatto di affrontare temi caldi quali la costruzione di una moschea ed il diritto ad una degna sepoltura. Il tutto, accostato agli eventi terroristici dall’ 11 settembre ad oggi, diventa terreno fertile per discriminazioni e odio, ma anche di ignoranza (termine puramente concepito: ignorare) verso gli attori, o vittime, di quelli che oggi sono i processi migratori. Ancor di più se questi sono fedeli islamici. Barack Obama, nel suo discorso di fine mandato presidenziale, riprendendo uno dei personaggi della letteratura americana, Atticus Finch, cita: “Non riuscirai mai a capire una persona se non cerchi di metterti nei suoi panni, se non cerchi di vedere le cose dal suo punto di vista e andarci a spasso”. ***** The political and party manipulation, flanked by clichés and populist debates, are variables on the agenda that conditioning the social mentality create a feeling of rejection toward the very fact of addressing hot topics such as the construction of a mosque and the right to a proper burial. All this, approached the terrorist events from 'September 11th to date, it becomes fruitful ground for discrimination and hate, but also of ignorance (a term purely conceived: to ignore) of the actors, or victims, of which today are the migratory processes. Even more if these are Islamic faithful. Mr. Barack Obama, in his speech at the end of the presidential term, taking one of the characters of American literature, Atticus Finch, cites: "You'll never understand a person if you do not try to put yourself in his shoes, if you do not try to see things from his point of view and go for a walk ".