Seminario permanente di narratologia (original) (raw)

Annotazioni sui fondamenti epistemologici della narratologia

2016

Si presentano alcune riflessioni sui fondamenti epistemologici della narra-tologia, mostrando come l'attività teorica sia da essi profondamente influenzata. Ter-minologie, definizioni, modelli, teorie non sono mai scelti e formulati in modo neu-trale, generano sempre delle conseguenze nell'applicazione, nello sviluppo di una di-sciplina e nella loro adattabilità al contesto. In particolare vengono delineate le diffe-renze fra due paradigmi epistemologici di base, quello oggettivista e quello costrutti-vista, argomentando in favore del secondo. A reflection on the epistemological foundation of narratology is very much needed today, since our theoretical activity is deeply influenced by its underlying assumptions. Terms, definitions, models, theories are never chosen and formulated in a neutral way, they always bring about some consequences in their application, in the development of a discipline, and in their adaptivity to the context. In particular, the differences between two basic epistemological paradigms are outlined, the objectivist and the constructivist one, bringing forth several arguments in favour of the latter.

La complessità della narrazione e della narratologia

Enthymema, 2018

Negli ultimi cinque anni vi è stata un'attenzione crescente per le teorie della complessità da parte di narratologi. La recente summa della narratologia mondiale Emerging vectors of Narratology (Hansen et al. 2017) contiene due saggi dedicati a questo tema e due volumi collettivi sono in pubblicazione. Questo articolo presenta le motivazioni di tale interesse per la complessità e traccia alcuni percorsi intorno a concezioni sistemiche della narrazione, dal Formalismo russo, ad una recente proposta di John Pier, fino a giungere alla narratologia cognitivista di seconda generazione. /// In the last five years the attention of narratologists for complexity theory has been growing. The recent most comprehensive collection of narratology, Emerging vectors of Narratology (Hansen et al. 2017), includes two essays on the topic and two other collective books are forthcoming. This article explores the motivation of such interest in complexity and puts forth some reflections on systemic conceptions of narrative, from Russian Formalism, to a recent proposal by John Pier, ending with second generation cognitive narratology.

La "grande narratologia" di Temps et récit

Allegoria, 79, 2019

Per diventare un “classico” nel proprio campo di ricerca, un libro deve superare la primaria intenzione dell’autore e parlare a nuovi lettori e nuovi problemi. Temps et récit di Ricœur è un punto di riferimento imprescindibile nella definizione storica del concetto di “identità narrativa”, ma parla anche ai nostri tempi come monito a non identificare il sé con la mente. A dispetto della tendenza della teoria letteraria contemporanea ad un ritorno alla spiegazione (neuroestetica, distant reading), nel lavoro del filosofo francese troviamo il progetto di una “grande narratologia” in cui spiegare di più vuol dire comprendere meglio.

A proposito del dibattito sulla narrazione della storia

L'articolo analizza la scrittura della storia come territorio controverso e accidentato dopo la dichiarazione postmoderna della "fine della storia" e quella congiunta della "fine delle grandi narrazioni" e si incentra sul venir meno nel romanzo contemporaneo di una chiara distinzione tra fatto e finzione, distinzione invece ancora ovvia per il lettore dei romanzi storici ottocenteschi. A partire dalle opposte tesi di Hayden Withe e Carlo Ginzburg viene ricostrutio anche il dibattito tra gli storici e viene sostenuta la progressiva perdita di autorevolezza della storiografia come disciplina. Lo spazio aperto da questa crisi tende ad essere occupato da altre forme di narrazione della storia, quella romanzesca, quella cinematografica etc. che tuttavia pongono in modo rilevante il problema della commistione tra storia e finzione nel racconto. Fact-fiction, docu-drama, romanzo storico-poliziesco, sono alcune delle forme che oggi assume la riappropriazione del passato da parte della letteratura, che entra in certo modo in competizione con la scrittura storiografica. Alla radice di queste nuove modaltà di appropriazione, riscrittura reinterpretazione del passato si pone la cosidetta "svolta linguistica" e la perdita di fiduzia nella possibilità di una ricostruzione scientifica dei fatti, che invece fondava la storiografia positivista.

Versioni del narrativismo. Arthur C. Danto e Frank R. Ankersmit

Rivista di filosofia, 2014

The author takes into account Danto’s and Ankersmit’s versions of narrativism. The former develops a theory of historical meaning «as propositional construction», in the frame of a strumentalistic approach to knowledge. The letter, following Mink and White, develops a theory of historical meaning «as textual construction», in the frame of an aesthetic conception of representation. Through an analytical reconstruction of their intellectual itineraries, the author discusses the consistence of their answers to the «objectivity question» and to the problem of relativism. In the conclusion the author considers the concept of a persistent asymmetry between present and past and proposes an appraisal of the theoretical problems disclosed in those narrativistic perspectives.

«SEMPRE AGLI STESSI INCROCI». POMILIO NARRATORE, COMPAGNO DI VIAGGIO NELL’ORA SPENTA, in MARIO POMILIO E LE RIFLESSIONI SUL ROMANZO IN «LE RAGIONI NARRATIVE» Atti del Convegno, Università di Torino, 22-23 marzo 2023, a cura di DALILA COLUCCI, RAFFAELLO PALUMBO MOSCA

IL VELTRO, 2023

Dalla lettura dei racconti Il cimitero cinese, Ritorno a Cassino e I partigiani si ricava l’originalità di Mario Pomilio nell’approccio al reale, nello sforzo di creare gli strumenti del sapere e del narrare, tendendo verso un carattere evocativo della narrativa. Temi come amore, morte e memoria, affrontati a partire dal viaggio come esperienza purificatoria, generano conoscenza e interrogazione, nostalgia e straniamento. Si tratta di racconti che testimoniano anche un cambio di interessi nell’autore, riguardanti nello specifico aspetti etico-civili, tali da portarlo a misurarsi con la brutale insensatezza della guerra e le sue conseguenze, alla ricerca di una fraternità tra le vittime, capace di superare ogni bandiera, nazionalismo e ideologia. Attraverso viandanti catapultati sul sentiero oscuro della memoria, si intuisce come ogni vita si ritrovi sempre agli stessi incroci, e quanto essere scrittori significhi anche essere tentati di dare la parola ai misteri del dolore. Parola non consolatoria, bensì salvifica, a partire dai sentimenti più autentici, come l’amore.