Storia dell'italiano. La Lingua, i testi (original) (raw)
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Breve Storia Della Lingua Italiana
Q uesta Breve storia della lingua italiana per parole sviluppa l'impianto del volumetto dallo stesso titolo curato da Paola Marongiu e alle-gato alle edizioni 2000-2001 e 2002-2003 del Devoto-Oli. Il libro si propone di raccontare a un pubblico non specialista le vi-cende storico-linguistiche dell'italiano, puntando l'attenzione sullo svi-luppo e il progressivo ricambio del suo patrimonio lessicale, del suo vocabolario. La storia dell'italiano-questo ci sembra il principale mo-tivo di novità dell'opera-viene letta, spiegata, osservata, interpretata attraverso l'angolo visuale delle parole. Dopo un primo capitolo di carattere introduttivo-concentrato su aspetti generali come l'etimologia, il rinnovamento del lessico, l'attuale composizione del vocabolario italiano-, la nostra breve storia si dipana attraverso una sorta di narrazione che in dodici capitoli porta il lettore dalle remote origini dell'italiano fino ai suoi sviluppi più recenti. Ogni capitolo si incentra su alcuni snodi tematici ritenuti decisivi (ad esempio La nascita della poesia volgare e Dante, L'influsso del francese tra Sette e Ottocento, ecc.), senza mai trascurare-però-un organico dise-gno storico, che restituisca il senso di una precisa cronologia. Nell'ine-vitabile selezione dei temi richiesta da questo tipo d'impostazione, si è rinunciato in partenza all'esaustività, puntando sulla rilevanza degli ar-gomenti selezionati per la formazione e la diffusione della lingua co-mune, dell'italiano che oggi noi tutti usiamo. Ci si è limitati, insomma, a costruire le fondamenta e l'ossatura di un edificio che il lettore-se vorrà-potrà completare da sé. Magari ri-volgendosi agli strumenti bibliografici di cui si dà conto nell'ultimo ca
Scritti di storia della lingua italiana
2009
In questo volume, la figura scientifica di Andrea Masini è pienamente delineata in tutta la varietà e complessità dei suoi interessi: lo studio della lingua giornalistica dell’Ottocento, con particolare riferimento a Milano; la storia del linguaggio poetico, con studi sulle Rime di Dante Alighieri, sull’opera poetica di Luigi Pulci, di Giovanni Della Casa, di Annibal Caro, di Giuseppe Parini; la riflessione sugli svolgimenti della lingua contemporanea e sugli assetti linguistici dei nuovi mezzi di comunicazione di massa. La raccolta rappresenta quindi un contributo ricco e significativo agli studi di storia della lingua italiana, un organico documento di una metodologia di analisi estremamente rigorosa, applicata a temi spesso poco o per nulla indagati e una testimonianza importante dell’alto magistero scientifico di Andrea Masini.
STORIA DELLA LINGUA ITALIANA Libro 1
Esistono due concetti che svolgono il ruolo di guida nella storia linguistica dell'italiano: concetto di collettività linguistica e concetto di norma linguistica. Per quanto riguarda il primo concetto, ricordiamo che la lingua ha da sempre rappresentato un fattore aggregante: gli Italiani, quando ancora non si riconoscevano sotto questo appellativo, hanno sviluppato il senso di appartenenza ad una collettività proprio sulla base di comuni scelte linguistiche. I sociolinguisti, per comunità linguistica, intendono una comunità di parlanti che si ritengono utenti di una stessa lingua; la norma, di conseguenza, è la realizzazione del comportamento linguistico di tale comunità, secondo regole accettate in un determinato periodo storico. se però proviamo ad applicare questi due concetti alla storia dell'italiano, essi risulteranno insufficienti se osservata dal punto di vista diacronico infatti, la storia dell'italiano, presenta le vicende di una collettività linguistica che ha cercato il proprio fondamento nell'accettazione di una serie di nome linguistiche: più che essere rappresentata da una comunità di parlanti, la storia della nostra lingua è stata dominata da una comunità di intellettuali che possedevano un medesimo codice impiegato per scopi diversi. La collettività linguistica italiana si è formata nei secoli attorno ad un codice scritto, non parlato: la lingua è fattore unitario esclusivamente nella sua realizzazione scritta,almeno fino all'800 (le realizzazioni parlate sono sempre avvertite dai parlanti stessi come fattore disgregante). Ci si chiede a questo punto se esistesse una norma o un codice scritto a cui si attenevano gli scriventi colti nella storia linguistica dell'italiano si sono alternate numerose norme che hanno iniziato ad agire ben prima che esistessero esplicite codificazioni come le grammatiche quindi l'italiano nel passato è stata una lingua che si appoggiava a testi modello (o esemplari); questi testi costituivano il canone, ovvero il modello di comportamento linguistico prima che si stabiliscano regole esplicite. Abbiamo norma esplicita ed implicita: la seconda è una specie di grammatica estratta dai testi modello, e si differenzia dalla prima perché quest'ultima si appoggia sull'autorizzazione di testi normativi (trattati grammaticali) a disposizione di una comunità linguistica. Vediamo che nella storia dell'italiano sono esistiti testi modello che svolgevano la funzione di vere e proprie grammatiche, ma l'attività normativa vera e propria appartiene ad un momento successivo della storia dell'italiano. Il discorso della norma consente l'introduzione di un'altra questione preliminare fondamentale per ogni tipo di storia: la periodizzazione per essere soddisfacente deve far ricorso a criteri cronologici ampi e non convenzionali. Per criteri convenzionali intendiamo: a) cronologia standard (in pratica una storia dell'italiano suddivisa per secoli); b) una cronologia legata a parametri extralinguistici, come ad esempio le correnti culturali che hanno segnato le varie epoche (romanticismo, illuminismo,ecc). un buon criterio di periodizzazione interna può essere quello che si basa sull'alternanza di norme linguistiche che ridisegnano il comportamento linguistico della comunità. In questa prospettiva la storia dell'italiano può essere vista come un'alternanza di standard linguistici dipendenti da norma implicita o esplicita: i periodi senza norma esplicita vanno dall'alto medioevo fino alla pprima metà del XVI sec, mentre i periodi con norma esplicita vanno dalle grammatiche del primo 500 fino ai giorni nostri dal 500 ad oggi inoltre, possiamo riconoscere periodi a formazione forte o debole: tutto il sedicesimo secolo, precisamente a partire dal 1525, anno delle prose della volgar lingua del Bembo, è stato periodo a formazione rigida; il 900 invece è un periodo a formazione debole, come dimostrato dalla scarsa produzione di grammatiche in rapporto con la stabilità dello standard linguistico a livello fonetico e morfologico. Nella storia dell'italiano è consuetudine iniziare dal cosiddetto latino volgare (termine ambiguo che continuiamo ad utilizzare solo a causa di una tradizione ormai consolidata) per latino volgare si intendono tutte le particolarità e tendenze più o meno vive, proprie del linguaggio popolare e familiare, e che si sottraggono alla norma classica. Si tratta quindi di un latino più aderente alla vita quotidiana e alle esigenze di comunicazione degli strati popolari (diverso da quello insegnato nei licei)possiamo definirlo latino parlato. Proprio a questo latino si fanno risalire alcune caratteristiche riscontrabili nelle lingue moderne come l'italiano, discendenti dal comune ceppo romanzo o neolatino. Domanda: questi tratti di latino usuale sono alla base degli esiti grammaticali e lessicali di alcune lingue romanze o neolatine? Per rispondere bisogna innanzitutto considerare i fattori di differenziazione interni al latino stesso: dal punto di vista degli esiti romanzi la differenziazione sociale (variabile diastratica) risulta la meno determinantelingua d'uso non significa per forza lingua usata esclusivamente dai ceti popolari. Molto più determinante sarà stata la consapevolezza del contesto d'uso (variabile diafastica) responsabile dell'impiego di tali forme in alternativa alla norma classica. Ulteriore fattore di differenziazione è legato alle caratteristiche del latino parlato in regioni ddiverse del mondo romano (variabile diatopica) la frammentazione del territorio romanzo, chiamato Romània, è alle
Storia della lingua e linguistica
2015
In questa sezione del Quaderno si raccoglie una serie di scritti dedicati alla Storia dell'italiano scritto (SIS), curata da Giuseppe Antonelli, Matteo Motolese e Lorenzo Tomasin e uscita in tre volumi nel 2014 per i tipi di Carocci. Ad alcuni dei contributi proposti in un incontro di studio presso l'Università di Losanna il 9 e 10 ottobre 2014 (sono gli interventi di Pietro G. Beltrami, Paolo D'Achille, Michele Loporcaro, Uberto Motta, Niccolò Scaffai e Luca D'Onghia) si aggiunge la relazione presentata da Rita Librandi all'Accademia dei Lincei il 12 marzo 2015. Un ringraziamento va, oltreché agli autori e agli altri partecipanti all'incontro di studio (in particolare a Simone Albonico e Claudio Marazzini che ne hanno presieduto le sessioni), alla Scuola dottorale di Studi italiani-Letteratura, linguistica e filologia della Conférence Universitaire de Suisse occidentale, che ha dato il suo sostegno all'organizzazione delle giornate losannesi.
Esercitazione di Storia della Lingua Italiana
Ciò che più interessa in questa sede è mettere in luce gli aspetti linguistici che permeano l’opera; il pastiche, il plurilinguismo che viene definito la caratteristica principale della prosa di Gadda, trova qui la maniera di esprimersi in tutte le sue sfaccettature: nel testo, infatti, si alternano e in primo luogo dialetto romanesco e veneto, ma anche dialetto napoletano e molisano, divenendo per lo scrittore strumenti per esplorare – e mostrare – la realtà. La sua capacità di gestire codici diversi fa sì che l’accostamento di elementi eterogenei garantisca notevoli effetti espressivi.
Quaestiones Romanicae VIII/II, 2020
Proverbi latini nell'italiano contemporaneo Abstract: (Latin Proverbs in Contemporary Italian) Despite the now widespread claim throughout the world "Latin is a dead language" this belief is not scientifically confirmed. Following the millennial life in antiquity this language is still able to give meaning to our identity and contemporary culture through many expressions, sayings and proverbs that reveal the wisdom of a great civilization. Latin in both original and modified form is still very much alive in contemporary Italian in many areas of use that are not strictly scientific (such as legal or medical-specialist). It is indeed the everyday use in the spoken language of modern Italian that rebels the Latin alive. In this contribution we intend to present the Latin expressions and sayings most present in the Italian language of the XXI century as well as the proverbs of Latin origin, which over time have taken on another meaning, maintaining the ancient and intellectual charm of the expressive force of Latin. The aim of our research, carried out on the paremiological and phraseological material of contemporary Italian, is to show the linguistic and socio-cultural modalities that ensure life in this "dead" language.