Inclinazioni umane, oroscopi e antropologia a Qumran: il "Trattato dei due spiriti" e 4Q186 (original) (raw)
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Antropologia nei testi di Qumran
This article deals with some anthropological topics – creation, sin and evil, predestination, and afterlife – found in Qumran writings. Despite the fragmentary of the Scrolls, and the uncertainty of their origin, a comparison with the Old Testament on one hand and with the Second Temple Judaism on the other is possible. This comparison reveals the peculiarity of the Qumranic sect among the different currents of the Judaism at the beginning of Christian era.
Il Dio dialogico e la persona umana. La dimensione trinitaria dell’antropologia di Romano Guardini
AUC THEOLOGICA, 2021/2, 2021
Theological anthropology occupies an important place in the extensive work of Romano Guardini (1885–1968). The thinking of the German thinker can be included in the current of dialogical personalism of the 20th century, which brought many stimuli for deepening the view of human existence. Guardini creatively develops this inspiration and, at the same time, continues the classical theological tradition represented especially by the work of St. Augustine and Bonaventure. The article attempts to show that, in Guardini’s thinking, the relational conception of the human person is closely connected with Trinitarian theology. Only in the light of faith in the Triune God does the dialogical essence of human existence become clearer.
«I misteri “escatologici” di Qumran. Dalla conoscenza al compimento dei tempi ultimi»
Ricerche Storico Bibliche, 2022
This contribution illustrates the use of רז «mystery, secret» in some manuscripts found in Qumran. The term appears in the Hebrew Bible only in Daniel, but it occurs about 160 times among the Dead Sea Scrolls. In apocalypticism of the Second Temple the “mystery” and its knowledge can concern the eschaton and the final judgment, with different modalities and nuances. The רז not only offers knowledge on the final days, but it seems to be used as a requirement for living an anticipation of eternal life and as an instrument of eschatological judgment. It will be seen how, in the Instruction (4Q417 2i 10-12), observing the mystery (רז נהיה) is necessary for the elect to know “who will inherit the glory and who the iniquity”. In the Berakhot (4Q286 1ii 8) and in the Songs of the Sabbath Sacrifice (4Q403 1i 19) the revealed knowledge of the “marvelous mysteries” makes it possible to calculate the liturgical times and to be synchronized with celestial worship, so as to experience in the present the condition that the elect will live after death. Finally, in the War Scroll (1QM 3,8-9), “the mysteries of God” will lash out against the iniquitous for their definitive destruction.
Il lavoro manuale ed intellettuale nei testi giudaici apocrifi e nei manoscritti di Qumran Nella letteratura giudaica apocrifa e nei manoscritti di Qumran molte sono le opere che riflettono sull'origine c sul significato del lavoro manuale cd intellettuale, partendo spesso dal racconto di Gn l-J 1 1 • A dispetto della ricchezza e dell'interesse di questi testi, gli studi che hanno affrontato questo tema restano tuttavia assai rari 2 ; fra !e ricerche che conservano un certo valore ricordiamo lo studio di G. Bertram 3 sul lemma érgon, che gli apocrifi di lingua greca utilizzano sempre per indicare H lavoro; il volume di W. Bienert 4 sull'etica del lavoro nel giudaismo ed infine la monografia di G. AgrelP, che illustra le diverse concezioni del lavoro nate dalle riletture di Gn 2-3. Il limite di queste ricerche sta nell'aver usato gli scritti apocrifi e i manoscritti di Oumran per colmare il vuoto fra l'Antico e il Nuovo Testamento, ma senza tenere conto del contesto storico e ideologico che soggiace alla loro redazione; per cogliere la specificità e la novità dei testi apocrifi in materia di lavoro, è importante partire, invece, da quanto H. Ste-gemann6 e G. BoccaccinF hanno scritto a proposito degli 1 I titoli riportati in forma abbreviata si trovano nella bibliografia. ' Cf. per alcuni studi sulla storia economica della Giudea in età ellenistica e romana: Hengel, Judaisrn and Hellenism, sull'economia della Giudea ellenistica; Jeremias, Jerusalern, 1-57, per il periodo romano. Entrambi gli studi possono essere aggiornati con la lettura di Foraboschi, Tra guerra, sfruttamento e sviluppo. l 23-136. Sul giudizio che i testi rabbinici danno del lavoro, cf. Vivian, La valutazione del lavoro, 341-347. 3 Cf. Bertram, «érgom>, 828-876. 4 Cf. Bienert, Die Arbeit, 82s.139s. 5 Cf. Agrell, Work as Sustenance, 40-44.164s (note). 6 Cf. Stegemann, Gli esseni, Qumran, Giovanni Battista e Gesù, 212-219.254-268. 7 Cf. Boccaccini, Beyond the Essene Hypothesis, 22-38.178-191. l l~, i 14 Cf. Moraldi, I manoscritti, 56 per questa descrizione tratta da un'opera perduta di Filone, Apologia degli Ebrei e conservata da Eusebio di Cesarea.
L'idea di “uomo“ e “persona umana” in età patristica. Due antropologie a confronto [IslChr 38(2012)]
The paper focuses on some anthropological aspects in the Christian East and West in the socalled patristic period. from the III century onwards, we observe a gradual shift of the Latin ecclesiastical authors away from the optimistic greek anthropology based on the concept of theōsis (divinisation) to another view strongly influenced by the idea of original sin and its consequences on human nature. Over the centuries, this divergence has led to a real rupture between East and West with a heavy impact on ecumenical dialogue, which continues to this day. * Valerio Polidori, master's degree in patristic philology (Università di Roma "La Sapienza"), PhD in oriental liturgy (Pontificio Istituto Orientale), is a member of the Liturgical Commission for the translation of the Divine Office (Administration of the churches in Italy, Moscow Patriarchate) and a board member of "Studi sull'Oriente Cristiano". 1 Per una rapida rassegna degli studi sull'antropologia del mondo classico mediterraneo si veda A. Barnard -J. Spencer (eds.), Encyclopedia of social and cultural anthropology, Routledge, London -New York 2002 3 , pp. 150-152. 2 C. Sepe, Persona e storia. Per una teologia della persona, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo 1990, pp. 14-50. ISLAMOCHRISTIANA 38 (2012) 21-33
Ai tempi di Crono: il duplice volto dell'umanità primitiva in Omero e in Esiodo
La scelta del tema di questo volume mi pare particolarmente felice e significativa. C'è nella cultura greca un vivo interesse per lo "stato delle origini", il tempo del primitivo e dell'arcaico, che attraversa mitologia, storiografia, poesia e filosofia, e non si limita alla pur viva curiosità etnologica. Il problema della condizione originaria dell'umanità è soprattutto al centro del grande dibattito antropologico che attraversa i decenni tra la fine del V e l'inizio del IV secolo.
La ‘mostruosità’ umana e il divino nell’antico Egitto
Monstra. Costruzione e Percezione delle Entità Ibride e Mostruose nel Mediterraneo Antico, 2013
Antropomorfismo e teriomorfismo hanno dato vita a forme ibride uomo-animale che giocano un ruolo centrale nell'iconografia divina egizia. L'animalità è solo una delle forme che la divinità assume per manifestarsi sulla terra all'umanità poiché solo la molteplicità delle rappresentazioni e delle combinazioni consente di determinare meglio la natura di un'entità divina altrimenti nascosta e sfuggente. Nella conseguente costruzione del carattere teratomorfo della divinità egizia l'animale era considerato dunque una vera e propria epifania delle divinità e non una sua semplice rappresentazione. Gli animali considerati sacri e oggetti di culto erano di conseguenza manifestazioni degli dei. Partendo da queste considerazioni ciò che la natura ha voluto esprimere in esseri umani caratterizzati da particolari patologie considerate “mostruose” e dunque pericolose in contesti diversi, nell'antico Egitto non solo era accettato, ma veniva interpretato in senso positivo. I casi di malformazioni non erano rari nell'antichità, il ritrovamento di alcune mummie e le rappresentazioni artistiche confermano la presenza di casi del genere ma questi non venivano nascosti o ignorati, il deforme era considerato degno di rispetto e schernirlo non era visto di buon occhio. Questo perché la deformità era vista come un marchio lasciato dalla divinità che poteva elevare chi ne era affetto fino ai più alti gradi della sfera sociale e dei contesti magico-ritualistici. L'associazione con divinità come Ptah e Bes, e la convinzione che il deforme avesse poteri apotropaici e garantisse fertilità spiega perché all'interno delle tombe la presenza di amuleti dalle forme ibride e mostruose fosse così frequente. Attraverso l'analisi di testi e rappresentazioni è possibile evidenziare i punti comuni che la mostruosità umana aveva con quella divina e il suo conseguente simbolismo nella religione egizia.
IL MONDO E DIO (Sintesi della Antropologia)
-E ci sono tre interrogativi di fondo: -La domanda dell'assoluto: anche nel contesto ateo c'è sempre un assoluto, l'uomo che decide, legifera. -La capacità dell'uomo di trasformare il mondo: l'uomo è capace di trasformare le cose del mondo fino a creare nuove culture. La sua capacità di creare, di pensare, ecc. lo porta a intuire un assoluto. -Le scienze umane in continuo dinamismo, che portano l'uomo alla domanda: il mondo ha un'esistenza casuale oppure è stato creato da Qualcuno? Il mondo è una serie di coincidenze oppure è stato ordinato da Qualcuno che è al di fuori del mondo? Queste domande si scontrano con il pensiero razionalistico, che si limita a quello che è calcolabile. Si vedi nella sacra scrittura e anche nella rivelazione. Cioè una domanda che soltanto uomo si fa domandarsi per quello che lui vede. Guardandosi ce l'abbiamo tanti motivi: filosofico, culturale, e scientifico La domanda perche ce il mondo, cose il mondo? Ce sono tante pensieri che puo respondire nelle domandi: sia filosofica-naturalismo e culturale.