RACTA 2021-Ricerche di Archeologia Cristiana, TardAntichità e AltoMedioevo II Colloquio internazionale tra dottorandi e dottori di ricerca Roma, 1-3 febbraio 2021 (original) (raw)
Related papers
Studies at the Teresianum (guida accademica 2020-2021)
Pontifical Faculty of Theology Teresianum, Rome
Dal 1935 l’Ordine dei Carmelitani Scalzi promuove la Facoltà Teologica oggi conosciuta con il nome di Teresianum. La Facoltà offre il curriculum di studi in Teologia, ma si caratterizza anche per la sua particolare attenzione alle relazioni della stessa Teologia con la vita spirituale cristiana. Al Teresianum è possibile scegliere il percorso di studio per il Baccalaureato in Teologia e proseguire poi con la specializzazione in Antropologia Cristiana (cicli di Licenza e di Dottorato) per approfondire il settore della Teologia riservato allo studio della persona umana aperta al soprannaturale. L’offerta formativa del Teresianum si arricchisce del contributo del Pontificio Istituto di Spiritualità che, unito alla Facoltà Teologica, offre il curriculum di studi per il conseguimento della specializzazione in Teologia Spirituale (cicli di Licenza e di Dottorato), disciplina che studia l’esperienza della vita trinitaria effusa dallo Spirito Santo nel cuore della persona umana. Il Teresianum promuove altri percorsi formativi, in modo specifico per la formazione personale in ambito non accademico: Corso di Teologia Spirituale, che offre una formazione di base nell’ambito della Teologia Spirituale, rivolto a coloro che sono interessati all’approfondimento della Teologia Spirituale come apporto rilevante per la formazione personale e per la pastorale, attraverso corsi che riguardano l’iniziazione biblico-teologica, la vita spirituale e alcune figure significative di Santi, specialmente Carmelitani. Un’altra modalità di proporre questo Corso è il Corso di Teologia Spirituale Online che, grazie al supporto della piattaforma Moodle, renderà accessibile, a coloro che non risiedono a Roma, la formazione di base nell’ambito della Teologia Spirituale. Il Corso per Formatori e Responsabili di Comunità della Vita Consacrata e di Società di Vita Apostolica mira a rendere pienamente capaci i formatori e tutti coloro che sono chiamati a svolgere il ministero di animare le comunità di integrare, nell’organizzazione della vita comunitaria, le dimensioni antropologica, psicologica e spirituale, attraverso l’acquisizione delle competenze necessarie per gli interventi formativi. Gli studenti del Corso saranno abilitati a progettare, guidare e verificare un concreto piano formativo ricevendo l’aggiornamento necessario su tematiche relative al discernimento delle vocazioni e alla formazione dei candidati alla Vita Consacrata. Il Corso di Accompagnamento Spirituale, attivo dallo scorso Anno Accademico, è destinato alle persone (sacerdoti, religiosi e laici) che sono coinvolte nella pastorale dell’accompagnamento delle persone individuali o nelle scuole, nelle università, nei centri di ascolto, negli ospedali, nei gruppi giovanili, oppure negli esercizi spirituali. Con un ancoraggio e un’impostazione prevalentemente teologica, il Corso instaurerà un dialogo permanente con le scienze umane che aiutano a capire meglio le dinamiche della persona umana coinvolta integralmente negli itinerari variegati della vita, sotto la guida dello Spirito Santo, cioè l’uomo spirituale. Date utili per le iscrizioni all’Anno Accademico 2020-2021 Generale: 2 settembre – 2 ottobre 2020 Corso di Teologia Spirituale: 2 settembre – 8 ottobre 2020
La fretta, la disorganizzazione e le modalità deplorevoli di scavo con le quali l’area sacra di Largo Argentina fu portata alla luce sono ormai ampiamente note. La febbrile ricerca della “romanità” che caratterizzò le operazioni di scavo, le demolizioni e i pesanti restauri non risparmiò neppure quegli edifici classici che, attorniando i quattro celebri templi, ne potevano pregiudicare la visibilità e quindi il pubblico godimento. A questi edifici toccò in sorte quindi di essere “accorciati” in altezza o del tutto fatti scomparire. Il limite orientale dell’area, consistente in una fila di circa 15 pilastri in opera quadrata alti oltre 6 metri, fu ad esempio in parte demolito e i pilastri ridotti a tre metri di altezza. Se tale fu la sorte degli edifici classici si può ben immaginare cosa accadde a tutte le testimonianze di età posteriore. Ad eccezione della sala quadrangolare antistante il tempio A e pochi altri lacerti di muratura, nulla oggi rimane delle fasi posteriori al IV secolo d.C. Con il presente lavoro si tenterà quindi di ricostruire, attraverso le fotografie, i diari di scavo e i documenti di archivio risalenti al periodo degli scavi, le fasi post-classiche del portico orientale dell’area sacra. Si dimostrerà quindi una continuità di vita del monumento che, a partire dal VI secolo d.C., si legò fisicamente al Monasterium Boetianum ivi riconosciuto da R. Santangeli Valenzani nel 1994, e che conservò la sua funzione sia di limite che di accesso all’area. Un’attenta analisi tecnica dell’edificio ha inoltre permesso di rintracciare le trasformazioni cui fu soggetto nei secoli successivi, con inediti piani di vita da mettere in relazione con l’area circostante. Di notevole importanza infine si è rivelata la scoperta di una serie di innalzamenti di livello finora mai documentati che stanno gettando nuova luce sulle prime fasi della medievale via de Calcarariis, l’odierna via di S. Nicola de’ Cesarini.
Il complesso di San Calocero ad Albenga alla luce dei nuovi dati
mi affidarono la responsabilità scientifica (per una ricerca condotta in convenzione con l'Ecole Française de Rome) della ripresa dello scavo del complesso di San Calocero. Durante sette anni, l'équipe che dirigevo, impegnata in diverse indagini sul campo in Italia e in Corsica, operò fornendo regolari notizie sui Mélanges de l'Ecole Française de Rome, nonché una prima sintesi nella rivista Archeologia in Liguria, della Soprintendenza Archeologica della Liguria. Pubblicai io stesso, in diverse occasioni, contributi nei quali "il San Calocero" fu centrale. Per una bibliografia esauriente in proposito, rimando alla monografia collettiva, sotto la direzione di Giuseppina Spadea, Stefano Roascio e mia, edita nel 2010 1 , alla quale abbiamo associato diversi colleghi, storici, storici dell'arte e archeologi. Rimando inoltre a questa monografia per le attività di scavo e gli studi che hanno riguardato il sito successivamente alle indagini da me dirette. Altri dati bibliografici sono contenuti nel presente contributo collettivo.
Questo primo incontro, che ha visto impegnati oltre quaranta studiosi con contributi su Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, ha affrontato il tema delle trasformazioni delle campagne, con particolare riferimento ai caratteri delle strutture insediative rurali (fattorie, ville, vici), alle forme e alla modalità di occupazione, al fenomeno della cristianizzazione, al rapporto tra città e territorio, all’organizzazione della produzione agraria e artigianale, agli assetti della proprietà e alle forme del lavoro, alle tipologie edilizie e alle tecniche costruttive e, in generale, al complesso sistema economico e sociale. Il notevole incremento qualitativo e quantitativo delle ricerche e l’articolata complessità del dibattito sul Tardoantico hanno senza dubbio rappresentato anche per l’Italia meridionale, come per altre realtà mediterranee, la più rilevante novità negli studi nei settori antichistico e medievistico degli ultimi decenni. Non c’è dubbio che un rinnovamento significativo del dibattito sul Tardoantico nel Mezzogiorno sia derivato, in primo luogo, da compiute indagini a scala regionale, che hanno consentito di sgombrare il campo da atavici rigidi schemi interpretativi preconcetti di ‘sviluppo/arretratezza’, troppo a lungo adottati come ‘filtro’ per la lettura dei fenomeni di continuità e discontinuità, crescita e destrutturazione dei vari ambiti regionali. Lo sviluppo delle conoscenze dell’Italia meridionale tardoantica ha indubbiamente risentito, in alcuni casi, della feconda convergenza interdisciplinare delle varie scienze storiche con l’uso integrato di fonti archeologiche, giuridiche, letterarie, epigrafiche. Positiva è stata inoltre l’influenza delle nuove ricerche su Roma, Ostia ed altri grandi centri del Mediterraneo soprattutto per ciò che concerne la circolazione delle merci. Il Seminario si propone di avviare un confronto sulle profonde trasformazioni che si verificarono nella fase compresa tra l’età tardoantica e l’Altomedioevo (IV-X secolo) nei vari comparti dell’Italia meridionale. Come argomento del I incontro si è scelto quello relativo a Paesaggi e insediamenti rurali in Italia meridionale tra Tardoantico e Altomedioevo con particolare riferimento ai caratteri delle strutture insediative rurali (fattorie, ville, villaggi), alle forme e alla modalità di occupazione, al fenomeno della cristianizzazione, al rapporto tra città e territorio, all’organizzazione della produzione agraria e artigianale, agli assetti della proprietà e alle forme del lavoro, alle tipologie edilizie e alle tecniche costruttive e, in generale, al complesso sistema economico e sociale. Alcune delle principali novità degli ultimi anni sono derivate, infatti, dagli studi sui paesaggi agrari e, in particolare, dalle indagini sistematiche in alcuni specifici contesti territoriali. Le ricerche non si limitano più solo alle forme dell’insediamento, alla cultura materiale e allo studio delle relazioni tra gruppi sociali, ma sono estese anche alle relazioni tra queste e l’ambiente, mediante l’inquadramento ecologico (archeologia ambientale), grazie all’apporto di nuove discipline archeometriche che con propri approcci e tecniche, mettono a disposizione nuove fonti per la storia dei paesaggi antichi. Le indagini sul campo hanno evidenziato alcuni fenomeni: la formazione tra III-IV e V secolo di un ‘sistema agrario tardoantico’, che tra VI e VII secolo sembra andare in crisi, mentre appaiono emergere nuove forme di insediamento. In numerosi territori si è registrato un diffuso abbandono dei siti in questa fase in cui le trasformazioni toccarono forme e funzioni e non c’è dubbio che gli elementi di discontinuità appaiano prevalenti rispetto a quelli di continuità, sebbene l’ancora scarsa conoscenza di alcuni importanti indicatori, quali le ceramiche altomedievali, impongono cautela nel proporre generiche e pericolose schematizzazioni. Nonostante i recenti notevoli progressi, molte restano ancora le lacune di conoscenza e numerosi i problemi non risolti (dovuti in alcuni casi anche ai ritardi nello studio, agli scavi rimasti inediti, al difficile accesso alla documentazione e ai materiali, all’ancora limitata diffusione dei metodi dello scavo stratigrafico, della ricognizione sistematica, dell’archeologia urbana, ecc.). L’appuntamento è inteso come occasione per presentare e discutere sia sintesi di ricerche in corso da tempo, sia, soprattutto, dati inediti e risultati delle nuove ricerche e indagini in corso (relative anche a singoli insediamenti rurali) con una particolare attenzione alle prospettive di carattere regionale, attraverso il coinvolgimento di quanti operano sul territorio: Università, Soprintendenze, Istituzioni Culturali ecc.
Call for papers "Medioevo in Formazione IV" 6-8 novembre 2015
E' online la call for paper per la IV edizione del seminario residenziale "Medioevo in Formazione". Il seminario, rivolto a giovani ricercatori e studiosi del periodo medievale, quest'anno avrà luogo a PIsa dal 6 all'8 Novembre 2015. L’iniziativa, organizzata dal Centro Studi Città e Territorio (www.cittaeterritorio.org) e patrocinata dalla Scuola di dottorato in Storia ed Orientalistica dell’Università di Pisa, si pone l’obiettivo di fornire un’occasione di incontro e confronto per studiosi del periodo medievale di età inferiore ai 40 anni e non inquadrati nei ruoli universitari. Si vuole perseguire tale obiettivo per cercare di valorizzare e diffondere, in un’occasione appositamente dedicata, le ricerche condotte da laureati, dottorandi e dottori di ricerca, assegnisti e borsisti. Il risultato di un simile evento fornirà una visione di insieme su almeno una parte dello stato della ricerca medievistica portata avanti dalle generazioni più giovani, evidenziandone tematiche principali, metodologie e prospettive. Oltre che all'esposizione delle recenti ricerche, si prevede di dedicare spazio ad alcune riflessioni sul ruolo della storia e degli storici nella società contemporanea, e sull’interazione interdisciplinare fra le discipline medievistiche. È prevista anche la partecipazione di qualificati docenti in qualità di discussant delle varie sessioni.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.