La chiesa scomparsa di S. Maria Vecchia (original) (raw)

Santa Maria La Nova (sulle) tracce di una cattedrale perduta

"Santa Maria La Nova" era la denominazione della incompiuta cattedrale della nuova Siponto o Manfredonia, voluta da Manfredi figlio di Federico II di svevia. L'edificio dopo l'improvvisa interruzione dei lavori, rimase edificato per la sola zona absidale che nei secoli successivi, oramai ridotto a rudere, rimase nella memoria della città come la "Tribuna imperfetta".

Sant'Agata: storia di una chiesa scomparsa

2014

La "città delle novantanove chiese": così è stata definita per tradizione Randazzo, per via dei numerosi edifici ecclesiali, risalenti a varie epoche, eretti sul territorio. Alcuni di essi, nel tempo e/o per opera dell'uomo, sono scomparsi e ne resta solo la memoria storica desunta dai documenti d'archivio o dalle informazioni presenti nei manoscritti del reverendo Plumari. E' il caso della chiesa di Sant'Agata. Fuori dalle antiche mura di Randazzo, a sud della città, si trova Piazza Tutti Santi, la quale porta con sé una storia antica, infatti, in quel luogo, fino a diversi decenni fa, sorgeva la chiesa di Sant'Agata. Non si conosce con esattezza la data di fondazione dell'edificio ecclesiale, poiché, a oggi, non ci sono pervenute notizie documentarie in merito, tuttavia essa è da collocarsi nella seconda metà del XII secolo, data la somiglianza stilistica con la chiesa di San Vito e quella di Santo Stefano. Un documento presente presso l'Archivio Ducale Medinaceli di Toledo, ci consente di stabilire un terminus ante quem sulla data di edificazione dell'edificio sacro. Il primo dicembre del 1345 Raimondo de Pezzolis, arcivescovo di Messina, concede 40 giorni di indulgenza a coloro che si recheranno causa devocionis seu peregrinacionis nella chiesa di Sant'Agata, posta in territorio terre di Randacii extra menia in contrata detta La Fussaza, nella ricorrenza della festività di sant'Agata. Questo documento testimonia che a quella data la chiesa era già esistente ed aveva una qualche rilevanza 1 . Si ha notizia che nei primi anni del 400 il giuspatronato della chiesa era esercitato dal notaio Francesco de Mallono, il quale con atto di transazione, datato 25 gennaio 1409 2 , cedeva a Tommaso Crisafi, arcivescovo di Messina, la metà dei profitti di un vigneto in vitae subsidium 3 .

Sancte Marie de castro Planecti. Note su di una chiesa scomparsa

Il visitatore comune che si trovi oggi a visitare il borgo di Pianetto, a pochi chilometri da Galeata, rimane colpito dalla rinascimentale chiesa di Santa Maria dei Miracoli, nella quale identifica probabilmente la matrice cristiana del paese. Non è sempre stato così però, di questa chiesa conosciamo la presunta data di nascita: 5 agosto 1497 1 , giorno in cui l'abate Sebastiano Fabbri emanò il decreto di erezione della chiesa 2 a seguito del miracoloso evento 3 , che richiamò genti desiderose di manifestare la loro fede, descritto mirabilmente da Pietro Delfino, generale camaldolese che diciassette giorni dopo al miracolo, fu testimone di questo fenomeno, la lettera in questione è raccolta nel VII° vol. degli Annales Camaldulenses 4 ; prima di questo evento, quindi dell'edificazione della chiesa di Santa Maria dei Miracoli, e negli anni a seguire, convivranno a Pianetto altri due edifici di culto. Per comprendere appieno lo sviluppo architettonico delle testimonianza cristiane di questo borgo, è bene avere chiaro il suo

La chiesa scomparsa di Santo Stefano a Randazzo

2016

La chiesa di Santo Stefano, di cui non resta oggi più alcuna traccia visibile, era situata lungo l'odierna via Umberto I, anticamente conosciuta come Piazza Soprana, in prossimità del palazzo reale. Non si conosce con precisione la data di costruzione di questo antichissimo edificio religioso, ma data la somiglianza stilistica con la chiesa di San Vito e quella di Sant'Agata è ascrivibile tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo. La tradizione ci tramanda che re Pietro III di Aragona (1239-1285) 1 , durante il suo soggiorno in Città, vi ascoltasse, con grande devozione, la Santa Messa e che concesse alla stessa una Regia gabella che anticamente riscuoteva sulla misura del tumulo della città di Randazzo, detta "Gabella del tumulo di Santo Stefano", della quale tuttavia non ci sono documenti in merito 2 . Stando a quanto riportato dal reverendo Plumari, nel 1840 fu acquistata dal barone Diego Vagliasindi, il quale l'adibì a cantina, facendo demolire il piccolo campanile a vela ed il portale della stessa, in ossequio del Real Decreto del 26 gennaio 1825, emanato dal re Francesco I (1777-1830), il quale ordinava la distruzione di tutto ciò che ricordasse essere un edificio sacro se destinato ad uso profano 3 . Un'ulteriore conferma viene dal Sommarione 4 del Catasto provvisorio siciliano del 1852, il quale registra, in Piazza Soprana, una cantina di proprietà del barone don Diego Vagliasindi 5 .

Il mistero svelato della “spelunca” della chiesa di S. Maria di Casolla Valenzana

Rassegna Storica dei Comuni, 2004

In territorio di Caivano, nella frazione di Casolla Valenzana, antichissimo centro la cui origine risale all'epoca romana 1 , esiste la chiesa detta di S. Maria della Sperlonga 2 , dove tale termine è una palese derivazione dal termine latino spelunca ovvero grotta, così come per il nome della cittadina di Sperlonga in provincia di Latina 3 . Un suo amato parroco, il fu don Luigi Mellone, faceva poeticamente derivare tale termine dalla espressione latina spes longa (lunga speranza) ma non vi era né vi è alcunché in supporto di tale fantasiosa ipotesi. Rimaneva peraltro il mistero di una grotta che assolutamente non si riusciva a identificare in un terreno del tutto pianeggiante quale è quello della zona, a meno di non ipotizzare che il termine fosse stato riferito a qualche cripta poi abbandonata e del tutto dimenticata. In un mio precedente lavoro 4 , accennando a documenti medievali in cui veniva citato il nostro centro, poiché nelle Rationes decimarum del 1308 e del 1324 5 sono menzionate due chiese dedicate a S. Maria esistenti a Casolla: a. 1308, 'Presbiter Martinus capellanus S. Marie de villa Casale Valentiano tar. I 1 / 2 ' 6 ; a. 1308, 'Presbiter Iohannes de Aversana capellanus S. Marie de eadem villa tar. II' 7 ; a. 1324, 'Presbiter Iohannes Mullica et presbiter Dominicus de ... pro ecclesiis S. Marie de Casolla Vallinzani ...' 8 ;

La chiesa si s. maria di Mili

La chiesa ed il monastero basiliano di S. Maria di Mili ) sono un esempio emblematico e doloroso del nostro rapporto anaffettivo e fallimentare con i segni culturali, con quelle testimonianze materiali ed immateriali aventi valore di civiltà dei quali il nostro territorio è tanto riccamente punteggiato, quanto in modo dilagante depauperato, prostrato, sciupato.

Teora (AV) - La Chiesa Madre San Nicola di Mira

Teora (AV) - La Chiesa Madre San Nicola di Mira, 2016

a capo della quale vi è arciprete ch'esercita l'ufficio di Parroco. Vi sono 23 sacerdoti, due diaconi, due suddiaconi, 36 clerici, due clerici coniugati, uno cursore ed uno oblato, oltre altri sacerdoti ed ecclesiastici di questa Terra che sono collocati in diversi luoghi di questa Diocese al servizio di altre chiese e tra li sacerdoti di questa Terra ve ne sono sei partecipanti, uniti con l'Arciprete. … Sono di questa Terra l'infrascritti benefici ecclesiastici 1 : l'uno sotto il titolo di San Domenico, … l'altro sotto il titolo di S. Antonio di Vienne, … l'altro di San Giovanni

La chiesa di Santa Maria dello Spasimo

A seguito della positiva esperienza, acquisita nel corso degli anni, in partecipazioni a progetti europei nell'ambito del programma Cultura 2000, il comitato Pro Arsenale ONLUS ha accettato volentieri l'invito pervenuto dalla Comunità Valenciana a rivestire il ruolo di unico partner italiano nell'ambito del progetto GOTHICmed. Oltre a realizzare un museo virtuale, il cui sito è denominato www.gothicmed.com, è stato anche possibile realizzare i modelli, in scala 1:50, della chiesa di S. Maria della Catena e della Cocca "Panormita" che fanno parte della mostra itinerante per tutta l'Europa. È stata così evidenziata la piena titolarità della Sicilia e di Palermo a presenziare in un progetto europeo che prevede la valorizzazione dei monumenti di stile gotico mediterraneo. Fortunatamente ancora oggi a Palermo è possibile visitare molti monumenti appartenenti al predetto stile architettonico, ben evidenziati e raccontati nel presente volume, ma l'attenzione del Museo del Mare si è concentrata sugli elementi storici legati al mare quali, ad esempio, la storia della catena che chiudeva il porto di Palermo, tanto importante da dare anche alla chiesa lo stesso nome, e dei traffici marittimi che collegavano la Spagna meridionale alla Sicilia per il trasporto delle maestranze specializzate nella costruzione delle parti più difficili dei predetti monumenti. Ciò è stato dimostrato dal recupero della nave del XV secolo, avvenuto negli anni '80, presso la costa cagliaritana. I famosi architetti Matteo Carnilivari e Pere Compte erano i maestri di una scuola che annoverava numerosi allievi in ambito Mediterraneo e che si muovevano con l'unico mezzo di trasporto costituito all'epoca dalle navi a vela. La realizzazione di alcuni itinerari turistico culturali legati alla storia marittima ed architettonica della città di Palermo è fra gli obiettivi che il Comitato persegue al fine di valorizzare il patrimonio marittimo palermitano.