“Rainerius tunc comunis Cortone notarius”. Contributo alla storia del documento comunale a Cortona nella prima metà del XIII secolo, in “Ianuensis non nascitur set fit”. Studi per Dino Puncuh, a cura di C. Bitossi e A. Rovere, Genova, 2019, pp. 23-56 (original) (raw)
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2015
Studi Senesi, CXXVII (2015) Statuto del comune di Cortona (1325Cortona ( -1380. Edizione a cura di Simone AllegriA e VAleriA CApelli. Saggi introduttivi di AndreA BArluCChi, pierluigi liCCiArdello, lorenzo TAnzini, Firenze, L. S. Olschki editore, 2014, pp. 564.
3 Il cartulario del notaio Martino (Savona 1203-1206), a cura di D. PUNCUH, Genova 1974 (Notai Liguri dei secoli XII e XIII, IX). Si veda anche: M. VALLERANI, Tra astrazione e prassi. Le forme del processo nelle città dell'Italia settentrionale del secolo XI, in Praxis und Gerichtbarkeit in europäischen Städten des Spätmittelalters, a cura di F. JARLINGHAUS -I. BAUMGÄRTNER -V. COLLI -S. LEPSIUS -T WERZSTEIN, Frakfurt 2006, pp. 135-154, su Martino in particolare, pp. 149-151. Sull'origine vercellese si veda Il cartulario del notaio Martino cit., p. 13.
che raccolgono documenti compresi nel quarantennio che va dal 1178 al 1217, tutti a diverso titolo classificabili e classificati dai contemporanei come cartularia comunis, dei libri iurium cittadini -i Registri della catena -, che tramandano atti a partire dal 998 2 , e di compilazioni statutarie, la più antica delle quali è stata datata al terzo decennio del Duecento 3 , oltre che di un buon numero di pergamene 4 , consente di contare su una cospicua base documentaria, pur connotata dai limiti evidenziati 5 .
La ricerca si basa sui documenti di matrice notarile stesi tra il 1000 e il 1200 a Firenze e nel suo territorio (diocesi di Firenze e Fiesole). Le circa 5.000 memorie superstiti (originali, copie, o regesti antichi) hanno portato all’identificazione di circa 400 notai rogatari. Si è proceduto a una ripartizione quantitativa dei notai per quarti di secolo: l’analisi ha evidenziato un aumento progressivo nel numero dei notai attivi, più accentuato alla fine del secolo XII. Il numero medio di documenti superstiti per ogni notaio è piuttosto costante se si eccettua la fine del secolo XI, quando subisce un sensibile aumento: ciò è indice, forse, di un incremento dell’attività scrittoria. Verso la metà del secolo successivo, poi, l’adozione di nuove e più snelle pratiche documentarie condusse a un ridimensionamento del numero degli atti in mundum. La presenza di una sessantina di documenti nei quali i notai risultano attori di negozi giuridici ha permesso inoltre uno studio della loro provenienza genealogica e della loro qualità sociale. Riguardo al primo punto è emersa una scarsa propensione alla trasmissione ereditaria della professione: le geneaologie notarili, pur presenti, sono tutto sommato poche e brevi. Riguardo al secondo aspetto, illustrato nella relazione da alcuni profili prosopografici, pare di poter dire che l’identità sociale degli scrittori dei documenti conobbe un mutamento importante entro la metà del secolo XII. La generazione di notai che impersonò questo mutamento, quella che introdusse importanti innovazioni tecniche, sembra aver avuto anche un profilo sociale più modesto di quelle che la precedettero.
La pubblicazione di queste pagine, prevista per il 2003, si è protratta sino a ora, tuttavia non è stato possibile intervenire per aggiornarle alla luce degli sviluppi della ricerca e delle pubblicazioni apparse nel frattempo, e in particolare del volume Chiese e notai (secoli XII-XV), Verona 2004 ("Quaderni di storia religiosa", XI), ove compare un mio contributo dal titolo Notai e scritture vescovili a Mantova fra XII e XIV secolo. Una ricerca in corso, pp. 51-85, del quale quello qui edito avrebbe dovuto costituire un'anticipazione. Uno dei registri vescovili mantovani, il numero 2, è stato oggetto di una recente edizione: Mantova e l'episcopato mantovano nella prima metà del Duecento. Registro della mensa vescovile di Mantova, 1215-1233, a cura di G. Nosari, Reggiolo (RE) 2004; quanto esposto in questa sede risulta dall'esame diretto della fonte, da tempo oggetto di studio da parte dello scrivente. Sigle e abbreviazioni: ASDMn: Archivio Storico Diocesano di Mantova: AC = Archivio Capitolare; MV = Mensa Vescovile ASMi: Archivio di Stato di Milano: PF = Pergamene per Fondi ASMn: Archivio di Stato di Mantova: AG: Archivio Gonzaga; OC = Ospedale Civico Catt.: L'archivio capitolare della cattedrale di Mantova fino alla caduta dei Bonacolsi, a cura di P. Torelli, Verona 1924 Lp: Liber privilegiorum comunis Mantue, a cura di R. Navarrini, Mantova 1988 Rm: Regesto mantovano. Le carte degli archivi Gonzaga e di Stato in Mantova e dei monasteri mantovani soppressi, a cura di P. Torelli, Roma 1914 SA: L'archivio del monastero di Sant'Andrea di Mantova fino alla caduta dei Bonacolsi, a cura di U. Nicolini, Mantova 1959
2020
Estratto da «Pazzi innocui che consumano il tempo a frugare vecchie carte». Raccolta di saggi per il centenario de I Comuni di Campagna e Marittima di Giorgio Falco, volume I, Roma, UniversItalia, 2020, ISBN 978-88-3293-417-5 ANTONELLA MAZZON Un bolognese a Cori nel XIV secolo Spigolature dal "mancato" archivio di San Matteo in Merulana Già Paul Fridolin Kher nel suo progetto di censimento generale dei documenti pontifici oramai più di un secolo fa dichiarava che relativamente alla chiesa-ospedale romana di San Matteo in Merulana «de archivo nullam habemus notitiam». 1 Allo stato attuale le tracce documentarie più consistenti lasciate da questo ente 2 sono state rinvenute (anche se quasi esclusivamente riguardanti il XIV secolo) all'interno del patrimonio documentario della chiesa parrocchiale di San Trifone e del contiguo convento di Sant'Agostino, entrambi gestiti dagli eremitani a partire dal XIII secolo. 3 L'ospedale di San Matteo viene infatti Il presente contributo prende spunto dal mio Pergamene agostiniane relative a Cori, in «Annali del Lazio Meridionale. San Trifone e Sant'Agostino saranno a lungo unite in una sola amministrazione da parte degli Eremitani ma, sia nei cataloghi delle chiese che negli atti notarili, saranno citate alternativamente assieme oppure come se ognuna facesse storia a sé, cfr. G. Falco, Il Catalogo di Torino delle chiese, degli ospedali, dei monasteri di Roma nel sec. XIV, in «Archivio della Società romana di storia patria», 32 (1909), pp. 411-443: 429 e nr. 73; Huelsen, Le chiese di Roma nel medio evo cit., pp. 45, 51, 60; P. Egidi, Libro di Anniversari in volgare dell'Ospedale del Salvatore, in «Archivio della Società romana di storia patria», 31 (1908), pp. 169-209: 192; P. Egidi, I necrologi, i libri affini della provincia romana nel Medioevo, I, Roma 1904, p. 546; A. Mazzon, Il patrimonio documentario delle più antiche fondazioni agostiniane a Roma, in Alle radici dell'Ordine Agostiniano, Atti del Convegno (Roma, 13-17 ottobre 2006), in «Analecta Augustiniana», 70 (2007), pp. 473-506: 486-487; Ead., Note sulla famiglia romana dei Roffredi tra XIII e XIV secolo, in Scritti per Isa. Raccolta di studi offerti a Isa Lori Sanfilippo, a cura di A. Mazzon, Roma 2008 (Nuovi Studi Storici,
Archivio Storico Italiano, 2023
Scheda bibliografica del volume a cura di Laura Neri, Il formulario notarile di Pietro di Giacomo da Siena e Donato di Becco da Asciano, Firenze, Accademia della Crusca, 2022 («Scrittori italiani e testi antichi pubblicati dall’Accademia della Crusca»).