2020. Italica atque Anatolica. Contatti linguistici e culturali nell’antichità mediterranea e vicinorientale (original) (raw)
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SILTA XLI /3, 2012 [2013], 393-409
Lingue e grammatiche. Contatti, divergenze, confronti a cura di Marina Benedetti Marina Benedetti, Presentazione Paola Dardano, Contatti tra lingue nell'Anatolia preclassica: i rapporti tra l'ittito e l'accadico Valentina Gasbarra, Osservazioni sui prestiti semitici negli archivi micenei in lineare B José L. García Ramón, Eredità, prestiti, mutamenti comuni nel lessico e nella morfosintassi delle lingue indoeuropee: il caso di anatolico e greco Chiara Ghezzi, Piera Molinelli, Tra grammatica e pragmatica: ciclicità di sviluppi funzionali (lat. Quaeso e it. Prego) Adam Ledgeway, Contatto e mutamento: complementazione e complementatori nei dialetti del Salento Paolo Milizia, Contatto e categorie morfologiche: il caso del doppio sistema di genere in copto Maria Napoli, "Ercules avea una sua moglie". Su possesso e indefinitezza Silvia Pieroni, Il grado-zero dell'accordo su alcuni predicati nominali di forma neutra in latino e in altre lingue Flavia Pompeo, Il sincretismo di genitivo e dativo nella lega balcanica. Una convergenza multipla? Marianna Pozza, Oscillazioni grafiche di occlusive in ittito come spia di neutralizzazione fonologica: riflessioni su alcuni casi problematici per la lex Sturtevant Giuseppina Silvestri, Casi di genitivo apreposizionale in alcune varietà romanze: primi risultati di una comparazione sintattica parametrica Indice dell'annata Indice dei numeri tematici pag. 391 » 393 » 411 » 425 » 441 » 459 » 481 » 497 » 515 » 531 » 545 » 559 » 573 » 576 Presentazione Gli studi qui raccolti sono stati realizzati nell'àmbito del progetto Mutamento e contatto tra varietà nella diacronia linguistica del Mediterraneo (Prin 2008), frutto della collaborazione tra le università della Tuscia, di Bergamo, di roma la Sapienza, di Siena Stranieri, di Trieste.
Lingue e religioni nell’Italia antica attraverso l’epigrafia del “sacro”
G. M. Annoscia, F. Camia, D.Nonnis (eds.), Scrittura epigrafica e sacro in Italia dall’antichità al medioevo. Luoghi, oggetti e frequentazioni, Scienze dell’antichità 28, 3, 2022
Religious inscriptions in their widest sense represent the largest part of the epigraphic documentation of mid-Republican Latin, Oscan and Umbrian and Venetic, so that they are an essential key for accessing their respective languages and cultures. This paper depicts a religious landscape of ancient Italy focusing on convergences and divergences between Latin and Sabellian areas. Different features of polytheism of ancient Italy are investigated through god names and their epithets, worship practices of both common people and public officers, sorts and functions of sanctuaries, reflexes in local and personal names.
Note per uno studio linguistico dei documenti d'archivio medievali italo-greci
12ος -17ος αι.) ΕΤΑΙΡΙΑ ΚΡΗΤΙΚΩΝ ΙΣΤΟΡΙΚΩΝ ΜΕΛΕΤΩΝ Ε Π Ι Μ Ε Λ Ε Ι Α ΣΤΕΦΑΝΟΣ ΚΑΚΛΑΜΑΝΗΣ ΑΛΕΞΗΣ ΚΑΛΟΚΑΙΡΙΝΟΣ Πρακτικά του 7ου Διεθνούς Συνεδρίου NEOGR CA MEDII VI A ΠΡΑΚΤΙΚΑ ΤΟΥ 7ΟΥ ΔΙΕΘΝΟΥΣ ΣΥΝΕΔΡΙΟΥ NEOGRAECA MEDII AEVI ΧΑΡΤΟΓΡΑΦΩΝΤΑΣ ΤΗ ΔΗΜΩΔΗ ΛΟΓΟΤΕΧΝΙΑ (12ος-17ος αι.) Επιμέλεια Στέφανος Κακλαμάνης -Αλέξης Καλοκαιρινός ΕΤΑΙΡΙΑ ΚΡΗΤΙΚΩΝ ΙΣΤΟΡΙΚΩΝ ΜΕΛΕΤΩΝ ΗΡΑΚΛΕΙΟ 2017 Π Ε Ρ Ι Ε Χ Ο Μ Ε Ν Α Προλογικό Σημείωμα xiii ΣΤΕΦΑΝΟΣ ΚΑΚΛΑΜΑΝΗΣ Χαρτογραφώντας τὴ δημώδη βυζαντινὴ καὶ πρώιμη νεοελληνικὴ λογοτεχνία (12ος-17ος αι.) 1 BERNARD FLUSIN Ita loquuntur novi Graeci: Johann Jacob Reiske et l'édition du De cerimoniis 13 ΜΑΡΙΝΑ ΔΕΤΟΡΑΚΗ Το Λειμωνάριον του Ιωάννη Μόσχου και η θέση του στα Neograeca Medii AEvi 25 ΝΙΚΟΛΑΟΣ ΚΑΛΒΙΑΪΝΕΝ Ἀναζητώντας πρώιμες μορφὲς τοῦ γραπτοῦ δημώδους λόγου: Κάποια στατιστικὰ στοιχεῖα γιὰ τὴν ἔκφραση τοῦ μελλοντικοῦ χρόνου στὴν πρώιμη βυζαντινὴ ἁγιολογικὴ ἀσκητικὴ λογοτεχνία 35 CRISTINA ROGNONI Note per uno studio linguistico dei documenti d᾽archivio medievali italo-greci 49 ΙΩΑΝΝΗΣ ΚΙΟΡΙΔΗΣ Δώρα και προίκα στον Διγενή Ε και στο Cantar de mio Cid 61 ΗΛΙΑΣ ΑΝΑΓΝΩΣΤΑΚΗΣ Από την προφορική ή κειμενική αφήγηση στη μνημειακή απεικόνιση: Τρία βυζαντινά παραδείγματα του όψιμου Μεσαίωνα 71 HANS EIDENEIER Ποιος σατιρίζεται στις «σάτιρες» της ελληνικής δημώδους γραμματείας; 85 viii ΧΑΡΤΟΓΡΑΦΩΝΤΑΣ ΤΗ ΔΗΜΩΔΗ ΛΟΓΟΤΕΧΝΙΑ (12ΟΣ-17ΟΣ ΑΙ.) ELIZABETH JEFFREYS A date and context for the War of Troy 93 RENATA LAVAGNINI La lingua greca medievale e l᾽opera di Costantino Ermoniaco 107 ΜΑΙΡΗ ΜΑΡΓΑΡΩΝΗ -ΑΡΓΥΡΩ ΜΟΥΝΤΑΚΗ Καλλίμαχος και Χρυσορρόη: Η προβληματική σχετικά με τις παραμυθιακές καταβολές της μυθιστορίας και οι περαιτέρω πρακτικές 117 GÜNTHER S. HENRICH Ποια ή ποιος συνέγραψε την Κακοπαντρεμένη; 131 CATERINA CARPINATO Stampe veneziane in greco volgare nella prima metà del Cinquecento e questione della lingua 147 CRISTIANO LUCIANI Προκαταρκτική έρευνα για μια νέα έκδοση των Ανδραγαθημάτων του Μερκουρίου Μπούα 169 OLESIA FEDINA Η μετρική ταυτότητα της κυπριακής ανώνυμης συλλογής του 16ου αιώνα (Ρίμες Αγάπης) 183 ΜΑΝΟΛΗΣ Σ. ΠΑΤΕΔΑΚΗΣ Μαρτυρίες από τη μη λόγια γλωσσική παράδοση της Κρήτης σε επιγραφές τοιχογραφημένων ναών (13ος-16ος αι.) 195 ARNOLD VAN GEMERT -ΓΙΑΝΝΗΣ ΜΑΥΡΟΜΑΤΗΣ Η συνοπτική και κριτική έκδοση των ποιημάτων του Στέφανου Σαχλίκη -Παρατηρήσεις στον τρόπο εργασίας του ποιητή 217 ΤΙΝΑ ΛΕΝΤΑΡΗ Η πόλη των αισθήσεων στα ποιήματα του Στέφανου Σαχλίκη 229 ΣΩΤΗΡΙΑ ΣΤΑΥΡΑΚΟΠΟΥΛΟΥ Φτώχεια και κοινωνική συνείδηση στην πρώιμη δημώδη ποίηση 241 MARIA CARACAUSI La Ριμάδα κόρης και νέου e i Contrasti italiani 251 FRANCESCA PAOLA VUTURO Appunti per una edizione dell᾽opera di Nilos-Nathanail Bertos 263 ΜΙΧΑΗΛ ΠΑΣΧΑΛΗΣ Ο αποκλεισμός της ελληνόγλωσσης λογοτεχνίας από τις Ακαδημίες της Κρήτης και ο σιωπηλός διάλογος των δημιουργών 277 ΠΕΡΙΕΧΟΜΕΝΑ ix ROSEMARY E. BANCROFT-MARCUS Cretan Renaissance metrical idiosyncrasies and their relation to the Latin-script writing system: the cases of Abraham᾽s Sacrifice and The Faithful Shepherd 293 ΜΑΡΙΑΝΝΑ ΠΑΦΙΤΗ «Άσπλαχνη και κακή μ᾽ ήθελαν κράζει»: Δυτικές λογοτεχνικές «ανταποκρίσεις» της Βοσκοπούλας 307
Rembert Eufe 6 La cancelleria del Duca di Candia e il volgare a Creta 137 Laura Minervini 7 Veneziano e francese nell'Oriente latino 177 Daniele Baglioni 8 Il veneziano dopo Venezia: sondaggi sulle varietà italiane(ggianti) dell'Impero Ottomano 201 Bibliografia integrale 223 Camilla Granzotto Indice dei nomi di persona 249 VI Indice Diego Dotto 5 Testi volgari e polimorfie linguistiche nel colfo de Venexia: Ragusa tra XIII e XIV secolo 1 Il veneziano «lingua internazionale nell'Adriatico»: Ragusa e la sua posizione speciale La proliferazione di proposte definitorie per individuare la realtà linguistica legata all'espansione marittima e commerciale di Venezia a partire dal Medioevo (veneziano «orientale», «coloniale», «de là da mar» o «d'Oltremare») suggerisce non solo idealmente la complessità e la varietà di situazioni storico-linguistiche abbracciate da tali tentativi di categorizzazione, prima ancora di arrivare a distinguere e isolare le singole realtà attraverso il recupero, la raccolta e l'analisi dei dati. 1 L'impossibilità di una reductio ad unum era ben presente a Gianfranco Folena nella sua Introduzione al veneziano «de là da mar» (1968-1970), un contributo che assieme alla Romània d'oltremare: francese e veneziano nel Levante (1978) ha segnato una formidabile messa a punto di un capitolo di storia linguistica del Mediterraneo e allo stesso tempo ha rappresentato la base per l'avvio di approfondimenti monografici su singoli problemi, di modo che quella stessa messa a punto potesse essere verificata, integrata e in qualche caso riconsiderata. 2 1 Le diverse proposte sono passate in rassegna e commentate da Muljačić (2002, 103-105). La ricostruzione della genesi delle prime due è già in Folena ([1968-1970] 1990, 242-243): «veneziano orientale» risale a Kahane/Kahane/Tietze (1958) e tende a focalizzare la diffusione della varietà lagunare nel Mediterraneo orientale, mentre il «veneziano coloniale» di Bidwell (1967) trae origine dagli studi sui contatti tra il veneziano e i dialetti ciacavi nell'Adriatico orientale (per la problematicità sottesa a «coloniale» e a una sua estensione «dall'Adriatico all'Egeo», cf.Cortelazzo2000,317).Zamboni(1988,521s.)distinguetrail«dialettovenetocoloniale,fondamentalmente di base veneziana esportata ed impostasi in domini (romanzi ed extraromanzi) alloglotti», e il «veneziano più autenticamente coloniale, diffuso un tempo nel Levante e nel Mediterraneo (con sedimenti nella lingua franca e nei dialetti greci isolani)», individuando una cesura storico-geografica preziosa per il discorso che faremo. Non meno promettente è la proposta di Muljačić (2002, 108) d'introdurre il termine «croato-veneziano» per indicare un «VC [scilicet veneziano coloniale] specifico (ossiailVC‹in›Croazia,diventatocoltempoilVC‹di›Croazia[. . .])».
Il santuario delfico 1 è noto per essere divenuto luogo di contatti e scambi a livello internazionale, ben oltre il mondo delle poleis greche e, soprattutto, grazie alla presenza dell'oracolo, centro di riferimento a cui gli antichi si rivolgeranno costantemente, da Oriente ad Occidente, per legittimare, tramite il mito, le proprie origini e le proprie azioni. Di seguito tenteremo di evidenziare da un lato il ruolo mitico riconosciuto ad alcune figure divine legate alle origini del santuario, generalmente note come pre-apollinee 2 , dall'altro l'esistenza di una loro realtà cultuale che investe un ampio arco cronologico.