[2020] Lavoratori migranti ambulanti nel centro globale: costruire economie popolari come resistenza al neoliberismo (original) (raw)

2020, Vivere non è un reato. Lavoro ambulante e diritto alla città

Oscillando tra le sfere dell’ordine pubblico e dell’assistenzialismo, i lavoratori migranti ambulanti presenti nelle metropoli e nei poli turistici di gran parte del centro globale hanno teso ad essere stigmatizzati sia dai grandi media che da imprenditori, commercianti e autorità pubbliche locali (Parra Vera 2006; Bellinvia 2013a; Garcés 2014). Vittime della repressione della polizia, ma anche di campagne di beneficenza, i manteros1 , come vengono chiamati nel mondo ispanofono, sono stati trattati allo stesso tempo come criminali e come esseri vulnerabili, vittime delle mafie e della loro stessa condizione di povertà (Riccio 1999). Se all’inizio del xxi secolo questa visione era egemonica, oggi, grazie soprattutto all’auto-organizzazione collettiva di questi lavoratori, questa prospettiva è in discussione, poiché gli stessi ambulanti, mostrando un forte dispiegamento di capacità di azione, hanno combattuto questi messaggi pubblici sia organizzando mobilitazioni collettive (Rullansky 2014; Araya Jiménez 2012), sia articolando i propri discorsi contro-egemonici nelle reti (Espinosa Zepeda 2017)