La Centralità della Trinità: Due Approcci (original) (raw)
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La Trinità, il fondamento della fede cristiana
Molti credenti in Gesù Cristo pensano che la Trinità sia stata imposta come dogma, nel IV secolo d.C. La domanda da porsi per capire quale sia l'origine del concetto trinitario è: "cosa credevano i primi cristiani?". Per "primi cristiani" mi riferisco non solo ai seguaci di Cristo del I secolo, ossia gli Apostoli e loro discepoli, ma anche a tutti i cristiani che vissero nel secondo e terzo secolo d.C., prima dell'imperatore Costantino. Innazitutto definiamo il concetto di Trinità. Per Trinità si intende che Dio sia unico, e che unica sia la sua "sostanza", ma che essa sia presente in tre persone, distinte tra di loro. Queste tre persone non sono tre aspetti della stessa Divinità, ma sono tutte e tre Dio. Queste tre persone sono: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Secondo questa credenza pertanto, il Padre non è il Figlio; il Figlio non è lo Spirito Santo e lo Spirito Santo non è il Padre, ma tutti e tre sono allo stesso tempo, Dio. Vi sono vari esempi che possono spiegare questo concetto, ma di solito si mostra quello dell'acqua: sappiamo infatti che l'essenza dell'acqua sono due atomi di idrogeno legati ad una molecola di ossigeno: H2O. L'acqua si può presentare in tre stati: lo stato solido, quello liquido e quello gassoso. Nei tre stati fisici l'essenza stessa dell'acqua non cambia: è sempre H2O. L'esempio viene dato solo a titolo indicativo, ma non deve essere preso alla lettera. Torniamo al tema centrale. Possiamo affermare con certezza quale sia l'origine di questa credenza? Faccio notare che mi riferisco all'origine storica, e non a quella teologica e formale. Se vogliamo conoscere quello che credevano i primi cristiani dobbiamo leggere i testi più antichi da loro scritti, ossia i 27 libri del Nuovo Testamento. E' vero che la parola "Trinità" non si trova nella Bibbia, ma ciò non vuol dire che i primi cristiani non adorassero un solo Dio, la cui sostanza era presente in tre "persone". Iniziamo con analizzare alcuni passi dove la Trinità viene affermata indirettamente. Vediamo innanzitutto un passo del Vangelo di Matteo (3, 16-17): Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento». In questo passo del Vangelo di Matteo, che secondo una tradizione antica fu scritto in aramaico o in ebraico intorno al 45 d.C. (1), non vi è solo il Figlio, Gesù
Dalla «Trinità in contesto» alla «Trinità per la vita»
“SUFFICIT GRATIA MEA”. Miscellanea di studi offerti a Sua Em. il Card. Angelo Amato in occasione del suo 80o genetliaco (a cura di MANLIO SODI), 2019
In 1992, Don Angelo Amato, in his capacity as Head of the Department of Dogmatic Theology of the Salesian Pontifical University, organises and coordinates a conference entitled Trinità in contesto («Trinity in context»). The event, on the one hand, is the fruit of the renewal of Trinitarian theology which happened after the Second Vatican Council; while on the other hand, contributes in a significant way to promoting the greater closeness of the Trinity to the life and thought of the believing community. Not only: in its own fashion, it makes an important contribution to the growing awareness that the Trinitarian identity of the God of Jesus has an existential relevance, consid- ered from a variety of theoretical and practical perspectives.
L'istanza cristocentrico-trinitaria
PATH (Pontificia Academia Theologica), 2022
Fra le nuove 'istanze' o 'prospettive' che hanno caratterizzato e favorito lo sviluppo della teologia contemporanea, c'è quella che ha proposto una connessione sempre più stretta tra cristologia e riflessione sulla Trinità, ponendo simultaneamente attenzione alla dimensione soteriologica
Il dibattito sulla Trinità nella filosofia analitica della religione
An overview of the recent debate on the Trinity in the analytic philosophy of religion. I move from putting forward the Logical Problem of the Trinity (LPT) according to R.Cartwright and M.Rea. I then define some useful notions in order to evaluate the interpretive force of the mainstream approaches to answer LPT; i.e. , be X a concept, I define maximally robust reading of X and sufficiently robust reading of X. In the subsequent section, I offer an expository analysis of Latin Trinitarianism, Social Trinitarianism and Material Constitution Trinitarianism in line with such concepts. I finally advance some reasons why neither of these properly work. My main argument is that every traditional phrasing of the doctrine of the Trinity asks Christians to hold maximally robust reading both of the onefoldness of God and the threefoldness of Divine Persons. Now, while Latin Trinitarianism, Social Trinitarianism and Material Constitution Trinitarianism provide maximally robust account of God's onefoldness, they can't give a maximally robust account for Persons' threefoldness.
PATH (Pontificia Academia Theologica), vol. 2, 223 - 237, 2003
Le riflessioni qui proposte riguardano il rapporto fra Trinità e inculturazione sotto un triplice profilo. Anzitutto evidenziano che l’attuale riflessione teologica sul mistero di Dio uno e trino di fatto risente del contesto in cui essa viene elaborata e proposta. In secondo luogo, si mette in luce come la teologia successiva al Concilio Vaticano II, riscoprendo la Trinità quale origine e meta della realtà, della vita e del pensiero, abbia posto le basi di un accostamento positivo e costruttivo alla multiculturalità che connota la Chiesa e la comunità umana dei nostri giorni. Il terzo momento della riflessione consisterà nell’individuare alcuni particolari orientamenti culturali del nostro tempo, per attingere alla concezione trinitaria di Dio luce e prospettive utili ad una più saggia e umana costruzione del futuro.
Il dio nel pozzo. Nuove considerazioni sui culti nel "pozzo del centro" a Servirola
Nel 1870 nel pozzo poi identificato con il mundus di Servirola il Chierici rinviene diversi frammenti di crateri da simposio, uno dei quali con scena dionisiaca, che consentono di ipotizzare la presenza di un culto catactonio in onore di Dioniso. Solo dalla fine del secolo corso, tuttavia, gli studiosi hanno rilevato l’importante ruolo svolto dal dio nell’ambito della “religione” etrusca. Recenti campagne di scavo documentano inoltre l’intensificarsi del culto urbano di Dioniso associato a quello della dea Vei durante il V sec. a.C. in connessione con i mutamenti politici e sociali che coinvolgono la società etrusca. L’obiettivo del presente intervento è di evidenziare come i dati raccolti dagli scavi Chierici possano oggi fare nuova luce sul culto di questo dio straniero, apparentato all’etrusco Fufluns, consentendo di inserire a pieno titolo l’abitato di Servirola nello studio delle dinamiche politiche, sociali e religiose che interessano l’Etruria tra la fine del VI e il IV sec. a.C.
La comunità della Santissima Trinità e la complicità della triade diabolica
Studia Nauk Teologicznych PAN, 2021
«Dio è amore» (ho theòs agápe estín)-questa frase giovannea (1Gv 4,8.16) riassume il Mistero di Dio, in se stesso e per noi. Dio è agápe in se stesso. Egli non è una monade assoluta ma una comunità differenziata, ovvero la comunità dei Tre: del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. L'amore di questa Trinità agapica per noi si esprime nella creazione e nella storia della salvezza e ci sta portando verso quella che sarà una nuova creazione finale. Alle opere dell'amore trinitario si oppone, però, colui di cui la Scrittura dice essere: «il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra» (Ap 12,9). Nelle prime pagine della Bibbia, cioè quelle di Genesi, vediamo il serpente che mette in dubbio l'amore gratuito di Dio e suggerisce alla donna di prendere il posto del Creatore: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne [dell'albero che sta al centro del giardino] mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male» (Gen 3,4-5). Invece, nell'ultimo libro della Bibbia, cioè nell'Apocalisse, vediamo il drago che «si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza» (Ap 12,17). L'intento fuorviante iniziale del serpente antico diventa motivo di lotta per il drago, che crea una triade chiamando al suo servizio la bestia prima e la bestia seconda (cfr. Ap 13). Il demoniaco, dunque, si costituisce triade diabolica per tentare di vincere la Chiesa dell'Agnello e il regno del mondo della Trinità divina. La triade, però, essendo creatura, non è allo stesso livello di Dio. Essa sa di aver ormai perso la guerra con il Cielo ma non lascia il palcoscenico della storia del mondo. Gesù ha rassicurato i suoi dicendo: «Io ho vinto il mondo» (Gv 16,33), ma il dramma della storia continua e l'esito di tante vite non è ancora risolto. In questo articolo vogliamo mostrare i tratti principali dello scontro in atto ingaggiato dalla triade diabolica contro la Santissima Trinità, tracciando le caratteristiche dell'agire del Dio uno e trino e smascherando le dinamiche dell'agire demoniaco nella storia umana.
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