Stato, volontariato e carità. Concezioni e pratiche redistributive in una città del Mezzogiorno (original) (raw)
Related papers
UNA CITTÀ PER LA NAZIONE? FIRENZE CAPITALE D’ITALIA (1865-1870), a cura di Antonio Chiavistelli
The paper analyses the methods of reaction and adaptation by the the ruling class in respect to arrival of the capital city and the social change induced. The tradition of “moral economy” and “educational charity”, typical of philanthropy, must confront with a situation of endemic poverty but also with the opportunities arising from the new public administrative responsibilities for assistance and beneficence. Florence as a capital city and its social action are a litmus test of the power and the plasticity of the moderate liberals government.
La carità come impresa nell'Italia tardomedievale
Los hospitales y las pandemias en España e Italia desde una perspectiva histórica, ed. by Margarita Vilar-Rodríguez y Jerònia Pons-Pons, 2022
In the late Middle Ages, many Italian cities organized complex welfare systems, integrated into the mechanisms of public and private wealth. The largest hospitals and charitable institutions could manage considerable assets, according to administrative criteria borrowed from the mercantile world and under the control of municipal offices, behaving like social enterprises, not so dissimilar from commercial ones. For-profit and non-profit enterprises were both placed, not only ideally, within the conceptual framework of the "respublica christianorum", that is, of a community united by bonds of mutual solidarity and whose parameters of legitimacy regulated both the action of economic operators who acted on the market and those who managed charitable services, responding to the same pursuit of the "bonum commune".
La municipalizzazione della solidarietà confraternale: esempi dalle città toscane
Atti della "Quarantaquattresima Settimana di Studi" 22-26 aprile 2012 a cura di Francesco Ammannati Firenze University Press 2013 ESTRATTO Assistenza e solidarietà in Europa Secc. XIII-XVIII = Social assistance and solidarity in Europe from the 13th to the 18th Centuries : atti della "Quarantaquattresima Settimana di Studi", 22-26 aprile 2012 / a cura di Francesco Ammannati. -Firenze : Firenze University Press, 2013. (Atti delle Settimane di Studi e altri Convegni ; 44) http://digital.casalini.it/9788866553670 ISBN 978-88-6655-367-0 (online) ISBN 978-88-6655-366-3 (print) La Settimana di Studi è stata realizzata con il contributo di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali La pubblicazione del presente volume è stata realizzata con il contributo di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali Certificazione scientifica delle Opere Tutti i volumi pubblicati sono soggetti ad un processo di referaggio esterno di cui sono responsabili il Consiglio editoriale della FUP e i Consigli scientifici delle singole collane. Le opere pubblicate nel catalogo della FUP sono valutate e approvate dal Consiglio editoriale della casa editrice. Per una descrizione più analitica del processo di referaggio si rimanda ai documenti ufficiali pubblicati sul catalogo on-line della casa editrice (www.fupress.com). La Fondazione Datini si dichiara fin d'ora disponibile ad assolvere i suoi obblighi per l'utilizzo delle immagini contenute nel volume nei confronti di eventuali aventi diritto.
Il Dono Come Valore e Ricchezza Sociale
Seminario Working Papers 2 Premessa 1. In un epoca dominata dal consumismo i gesti gratuiti sono un dato decisivo nello sviluppo delle società che fanno uscire dall'utilitarismo esasperato. 2. La gente crede che il "dono" e la generosità siano inutili fronzoli, sentimenti polverosi gettati in soffitta. Questa idea viene fatta valere con un bombardamento quotidiano dal modello economico dominante, secondo il quale non solo il mercato e gli scambi moneterai ma anche l'apprendimento, il matrimonio, la fede religiosa, l'amore e l'odio, la giustizia e il delitto, sono regolati dalla logica egoistica. Ed invece, il "dono" ha un ruolo oggi come lo aveva nel passato delle società umane. 3. Anticamente, nelle società arcaiche e primitive, la pratica di dare, prendere e ricambiare, aveva valore materiale, erano simboli della relazione sociale. 4. Cosa resta del dono arcaico nella società di oggi? Prendiamo il caso dei donatori di sangue o di organi, fanno u...
Tra mercanti e mendicanti: amministrare la carità nella terraferma del Rinascimento
Assistenza e solidarietà in Europa Secc. XIII-XVIII / Social assistance and soli- darity in Europe from the 13th to the 18th Centuries : atti della “Quarantaquattresima Settimana di Studi”, 22-26 aprile 2012 , Firenze , Istituto Datini - Firenze University Press , 2013 , pp. 307-316
Atti della "Quarantaquattresima Settimana di Studi" 22-26 aprile 2012 a cura di Francesco Ammannati Firenze University Press 2013 ESTRATTO Assistenza e solidarietà in Europa Secc. XIII-XVIII = Social assistance and solidarity in Europe from the 13th to the 18th Centuries : atti della "Quarantaquattresima Settimana di Studi", 22-26 aprile 2012 / a cura di Francesco Ammannati. -Firenze : Firenze University Press, 2013. (Atti delle Settimane di Studi e altri Convegni ; 44) http://digital.casalini.it/9788866553670 ISBN 978-88-6655-367-0 (online) ISBN 978-88-6655-366-3 (print) La Settimana di Studi è stata realizzata con il contributo di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali La pubblicazione del presente volume è stata realizzata con il contributo di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali Certificazione scientifica delle Opere Tutti i volumi pubblicati sono soggetti ad un processo di referaggio esterno di cui sono responsabili il Consiglio editoriale della FUP e i Consigli scientifici delle singole collane. Le opere pubblicate nel catalogo della FUP sono valutate e approvate dal Consiglio editoriale della casa editrice. Per una descrizione più analitica del processo di referaggio si rimanda ai documenti ufficiali pubblicati sul catalogo on-line della casa editrice (www.fupress.com).
2011
Introduzione: l'idea Adottando le lenti teoriche della "moderna economia dello sviluppo" suggerite da Ray (2000), questo lavoro consiste in una riflessione metodologica, preliminare alla costruzione di un frame work teorico sul legame volontariato-sviluppo e, quindi, sui modi e sentieri con cui tale legame si può realizzare e modificare in contesti territoriali differenti. Sul piano teorico esso può essere utilizzato come una euristica generale della soddisfazione soggettiva della vita e del benessere sociale (OECD, 2011; UNDP, 1993) mentre sul piano dei fatti mette in evidenza risultati multipli, a seconda se il sistema in cui si realizza sia avanzato, dualistico o arretrato. Com'è noto, questa letteratura è non solo sterminata ed eterogenea, ma anche non è esplicitamente riferita al volontariato: in questa sede non se ne suggerisce una tassonomia, ma piuttosto si individuano e si sovrappongono solo alcuni contributi, che sembrano supportare la nostra idea di fondo secondo cui i termini volontariato e sviluppo "stanno bene insieme", e ciò tanto sul piano interpretativo quanto su quello normativo In particolare, si fa riferimento allo schema metodologico di Raysecondo cui contano le condizioni iniziali di un Paese o la natura delle aspettative individuali ed i loro legami di complementarietà-che, di seguito, si sostanzia con due approcci allo sviluppo. Il primo è l'approccio relazionale-che si focalizza sulle conoscenze, sulle norme sociali e sul potere nonché sulla loro distribuzione asimmetrica tra gli agenti, le organizzazioni e i gruppi di una data popolazione (Radin e Woolcock, 2007; Zamagni, 2008)-; il secondo è quello neoistituzionale-che connota un'istituzione come un"incastro"di regole formali e informali (North, 2005) e, di conseguenza, come una soluzione di equilibrio, prodotta dalle interazioni ripetute conformi a quell'incastro di regole, tra agenti pubblici e privati in diversi domini di scelta (Aoki, 2001). Dagli anni '90 il dibattito sullo sviluppo si caratterizza per due novità che rilevano ai fini della suddetta selezione della letteratura. La prima novità è teorica: essa riguarda la costruzione della categoria di capitale sociale e/o capitale civico (per una rassegna cfr. Guiso et al., 2011; cfr. Cartocci, 2007 per una mappa italiana): a partire dal contributo di Putnam (1993) economisti e sociologi spiegano i differenziali osservati tra Paesi o in un Paese in base al ruolo di norme, credenze e regole condivise a sostegno della fiducia, del senso civico e della cooperazione oppure del loro contrario, e/o in base all'esistenza di reti di relazioni, buone o cattive, all'interno di un gruppo e tra gruppi. Ad esempio, l'Istat fornisce un indicatore di capitale sociale, depurando dalle organizzazioni non profit (ONP) quelle che generano partecipazione e fiducia e, per lo più, le organizzazioni di volontariato (ODV): agli inizi del 2000 permane una forte dispersione regionale nella dotazione di capitale sociale, nonostante un recupero del Mezzogiorno avviato negli anni '70 ed il successivo impulso degli anni '90. La seconda novità è politica: essa riguarda il disegno delle policy per lo sviluppo, che è inteso come sviluppo regionale e che è integrato con le policy per la protezione e l' inclusione sociale attiva (Boldrin e Canova, 2001; Banca d'Italia, 2009; Cannari et al., 2010). A partire dalla riforma dei Fondi strutturali, a livello europeo, e dalla fase della programmazione negoziata, a livello italiano, l'assetto istituzionale per la governance di queste policy consiste in un insieme di regole atte a
Donatella Loprieno Migrazioni, Mezzogiorno e solidarietà
Migrazioni, Mezzogiorno e solidarietà SOMMARIO: 1. Il Mezzogiorno tra emigrazione, immigrazione e solidarietà. -2. Il riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni. -3. Le diverse risposte delle Regioni in materia di diritti del migrante irregolarmente presente. -4. Sulla natura "politica" della conflittualità Stato/Regioni. -5. Il richiamo agli stranieri negli Statuti delle Regioni del Mezzogiorno. -6. Aspetti rilevanti della disciplina normativa sui migranti in Campania e Puglia. 7. Il singolare caso della regione Calabria e la recente l.r. Basilicata n. 13 del 2016. -8. Il sistema di accoglienza italiano per i rifugiati e i richiedenti protezione internazionale tra logiche bottom up e top-down . 9. Un Mezzogiorno solidale? 1 Si veda M. RICCA, Riace, Il futuro è presente. Naturalizzare «il globale» tra immigrazione e sviluppo interculturale, Edizioni Dedalo, 2010. Nel verbale degli ispettori prefettizi di Reggio Calabria, redatto a seguito delle attività ispettive del gennaio 2017 e trapelati sugli organi di stampa, di Riace si dice essere «un microcosmo strano e composito che ha inventato un modo per accogliere e investire sul futuro» e nelle considerazioni finali che l'esperienza di Riace è «importante per la Calabria e segno distintivo di quelle buone pratiche che possono far parlare bene della regione». I verbalizzanti, ed è interessante notarlo, dichiarano in incipit di voler abbandonare «formule di stretto criterio burocratico amministrativo», al fine di «spiegare non solo quello che viene fatto (o non fatto) a Riace, ma soprattutto come viene fatto direttamente dalle persone (di ogni colore e nazionalità) che ne sono le dirette e principali protagoniste». 2 Alla solidarietà, come principio costituzionale, sono state dedicate negli ultimi anni importanti riflessioni. Si vedano, tra i molti, B. PEZZINI, Dimensioni e qualificazioni nel sistema costituzionale di solidarietà (a proposito di eguaglianza ed effettività dei diritti e tematizzazione della differenza), IN B. PEZZINI, C. SACCHETTO (a cura di), Il dovere di solidarietà, Milano, 2003, S. GIUBBONI, Solidarietà, in Politica del diritto, 4, 2012, p. 525 ss.; S. RODOTÀ, Solidarietà. Un'utopia necessaria, Laterza, Roma-Bari, 2014; L. CARLASSARE, Solidarietà: un progetto politico, in Rivista AIC, 1, 2016, 45 ss.; G. BASCHERINI, La solidarietà politica nell'esperienza costituzionale repubblicana, in www.costituzionalismo.it., 1, 2016, p. 125 ss. 3 Viene in rilievo, a tale proposito, anche il principio di sussidiarietà per come definito e disciplinato dall'art. 118, u.c., Cost., il quale dispone che "Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà». Per tutti, si veda G. ARENA, Il principio di sussidiarietà orizzontale nell'art. 118, u.c. della Costituzione, in Amministrazione in cammino, marzo 2003, per il quale attraverso l'attuazione di tale principio «nascono nuove forme di partecipazione democratica, che trovano alimento nei diritti di libertà tradizionali ma al tempo stesso si configurano come una nuova e più moderna forma di esercizio della sovranità popolare». Dello stesso A., si veda Cittadini attivi, Laterza, Roma-Bari, 2006. Sulla rilevanza del principio costituzionale di sussidiarietà nella gestione dell'accoglienza, cfr. F. BIONDI DAL MONTE, Il ruolo degli enti locali, in M. SAVINO (a cura di), La crisi migratoria tra Italia e Unione Europea. Diagnosi e prospettive, Editoriale scientifica, 2017, p. 85 e ss. e, più diffusamente, J. WOELK, F. GUELLA, G. PELACANI, Modelli di disciplina dell'accoglienza nell'"emergenza immigrazione". La situazione dei richiedenti asilo dal diritto internazionale a quello regionale, Napoli, Editoriale Scientifica, 2016. 4 Poco meno del 70% della popolazione italiana vive insediata lungo le fasce costiere e le colline litoranee della Penisola laddove, invece, le aree interne e specie quelle dislocate lungo l'Appenino, al Sud soprattutto, conoscono i fenomeni dello spopolamento con tutto ciò che consegue. Invecchiamento della popolazione e denatalità delle aree interne costituiscono, cioè, una incalcolabile perdita di ricchezza, cfr. P. BEVILACQUA, L'immigrazione da minaccia a progetto sociale, in Alternative per il socialismo, dicembre 2015, n. 38, p. 33.