Kant e la monadologia leibniziana. Dall'"anfibolia" all'"apologia" (original) (raw)

I. Leibniz nei testi del criticismo: tra 1781 e 1790 1 L'intera ricerca metafisica di Kant, fin dai suoi primi passi, fece i conti con l'eredità problematica della monadologia leibniziana. Tuttavia, Kant non presentò un esame sistematico della metafisica di Leibniz fino ai tempi della Critica della ragion pura, nell'Anfibolia dei concetti della riflessione e, anche in quest'ultimo caso, non si addentrò in un'analisi particolareggiata dei testi leibniziani. Nelle pagine dell'Estetica trascendentale, del resto, Kant censurava i difetti della «filosofia leibniziano-wolffiana», concentrandosi sul contrasto tra la vecchia e la nuova dottrina della sensibilità, senza lamentare la mancanza di più sottili distinzioni filologiche e filosofiche. Sullo sfondo di queste circostanze, che sono ben note ai lettori delle opere di Kant, sorprende il netto cambiamento di posizione che interviene negli anni successivi (tra il 1781 e il 1786), quando Kant introduce una netta distinzione tra Leibniz e i suoi interpreti, affermando che questi ultimi avrebbero «capito male» la monadologia e, di conseguenza, anche la dottrina leibniziana dello spazio. Di questo netto _____________ * Fortcoming in "Fogli di filosofia. Materiali di ricerca della Scuola Superiore di Studi in Filosofia". Università di Tor Vergata, Roma 2013. http://www.scuoladifilosofia.it/fogli-di-filosofia 1 Le opere di Kant sono citate come di consueto dall'edizione critica Kants gesammelte Schriften, De Gruyter, Berlin 1900-, con l'abbreviazione KgS seguita dal numero di volume e di pagina. Nel caso della Critica della ragion pura (abbreviazione: KrV) viene fornita anche la paginazione della prima (A) e della seconda edizione (B) originali. Quando non altrimenti indicato, le traduzioni saranno mie. Kant e la monadologia leibniziana: dall'anfibolia all'apologia