Ricordo di fr. Cesare Cenci, OFM (1925-2010) (original) (raw)
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Ricordando Cesare Conci (Rovereto 26 aprile 1920 - Milano 11 maggio 2011)
Natural History Sciences, 2012
In memory of Cesare Conci (Rovereto, April 26th, 1920 – Milano, May 11th, 2011) The biography and scientific activities of Prof. Cesare Conci are here summarized. Prof. Conci was the curator of invertebrate zoology of our museum from 1957 to 1964; then he became the Director of the same institution until 1981. He was primarily an entomologist, but he also had a very deep knowledge of natural sciences and contributed to the advancement of Italian speleology and biogeography. He was a skilful researcher both in the lab and in the field, and supported information sharing and collaboration as productive working strategies. Prof. Conci also promoted the scientific associationism that strongly contributed to the diffusion and progress of naturalistic knowledge in the second half of the 20th century. A list of taxa described by Prof. Conci, as well as one of taxa dedicated to him, and honouring his scientific work, are provided. Finally, all Conci’s publications are reported.
Non c'è un personaggio che abbia affascinato così tanto generazioni di intellettuali, scrittori, artisti, registi di teatro e di cinema o semplici visitatori di Roma, quanto Beatrice Cenci 1 , l'adolescente indifesa, assurta a icona dell'ingiustizia perpetrata ai danni del gentil sesso, argomento, purtroppo, ancora di grande attualità. La storia che alimenta il mito è arcinota e documentata da una serie interminabile di copie del processo, il cui originale è andato perduto, infatti la redazione più antica che si conosca risale al 1661 2. Il 9 settembre del 1598 il cadavere di Francesco Cenci, uomo meschino, violento, già noto al Tribunale di Roma per le sue malefatte, viene ritrovato con la testa fracassata a Petrella Salto, vicino Rieti, dove sono segregate Lucrezia Petroni, sua seconda moglie, e la figlia di primo letto, Beatrice, vittima delle sevizie del padre. Le due donne sono poste sotto la sorveglianza di Olimpio Calvetti, castellano di Marzio Colonna proprietario del feudo, e di Marzio Floriani, detto il "catalano". Stanca delle angherie del padre, Beatrice si accorda con i due vigilanti e con il resto della famiglia per ucciderlo. Aggredito con un martello e uno "stenderello", un mattarello per stendere la pasta, simulando un suicidio, il cadavere è gettato dal balcone della rocca. Ma quella disgrazia accidentale non convince, le voci circa un possibile assassinio circolano fin da subito, iniziano, quindi, le indagini contemporaneamente nel Regno di Napoli, sotto la cui giurisdizione ricade Petrella Salto, e a Roma, dove il Papa istituisce un tribunale speciale, nominando giudice Ulisse Moscati, luo-1 Fondamentale si rivela il volume a cura di Bevilacqua, Mori, Roma 1999, nel quale è ripercorsa la storia della famiglia Cenci e sono analizzati anche i documenti e le opere artistiche, teatrali, cinematografiche e musicali dedicate all'infelice fanciulla.
Sul ‘filosofo ignoto’. In memoria di Guido Ceronetti (1927-2018)
Strano titolo, per questo «zibaldone» diaristico che il Grande Misantropo ha lasciato, come testamento spirituale, nel 2016. Il lettore ignaro, volendo associare un signi cato all'immagine, potrebbe pensare alle processioni mariane, a una Madonna Pellegrina rivisitata in chiave «laica», si direbbe oggi o, meglio, eretica. Perché il Grande Misantropo, instancabile cercatore di
Ricordo di Giuseppe Tavani (Roma, 1924-2019)
2019
Ricordare la carriera di un accademico di tale levatura in poche righe è operazione ardua, se non impossibile. A partire dai primissimi lavori, pubblicati alla fine degli anni '50, Giuseppe Tavani (o meglio, Beppe, come tutti coloro che lo conoscevano erano soliti chiamarlo) è infatti divenuto un punto di riferimento ineludibile nel campo degli studi romanzi, grazie a un imponente numero di pubblicazioni capaci di coprire diversi ambiti, fra cui spiccano le letterature e lingue galego-portoghese, provenzale e catalana. Fra i numerosissimi titoli che hanno contribuito, talora in maniera decisiva, ad arricchire-e, nella maggior parte dei casi, ad aprire-il panorama degli studi galego-portoghesi non si possono non citare il Repertorio metrico pubblicato nel 1967 per le Edizioni dell'Ateneo e il volume Poesia del Duecento nella Penisola Iberica, uscito due anni dopo per gli stessi tipi; le edizioni critiche dei poeti Lourenço (1962) e Airas Nunez (1964); l'opera collettiva, coordinata assieme all'inseparabile compagna di una vita Giulia Lanciani, del Dicionário da Literatura Medieval Galega e Portuguesa (1993); e poi gli innumerevoli contributi usciti su rivista o in volumi miscellanei, fra cui spiccano gli interventi sulla tradizione manoscritta dei trobadores pubblicati nel 1967, 1979, 1980 e 1999, i quali inaugurarono un fecondo dibattito che ancora oggi appassiona gli specialisti. Come catalanista e lusitanista Tavani ha prodotto una mole di lavori di grande spessore e diffusione, fra cui si ricordano il volume Per una història de la Cultura Catalana medieval (1996) e i lavori sul Llibre de consolat de mar (1968-1970), sui giullari catalani (1995) o sulla narrativa breve (2007). Spicca in questo campo la sua importantissima attività di traduttore, che ha riguardato sia autori portoghesi di assoluto prestigio come Gil Vicente (1965) o Fernando Pessoa (1988), sia scrittori catalani moderni come Mercè Rodoreda o Blanca Busquets, resi accessibili al pubblico italiano grazie alle fini e attente traduzioni di Tavani. Non meno I
Ricordo di Giuseppe Pignataro-Cenni bio-bibliografici
Pag. 159 ROCCO LIBERTI Cenni bio-bibliografici » 161 ANTONIO F. PARISI Da Anichio ad Anaslasio in alcuni monasteri basii, dell'istmo di Calamaro » 168 GIOVANNI AMBROSIANO // « reportage » di Maria Brandon A Ibìnì dalla Calabria reggina » 180 NICOLA FERRANTE Le antiche parrocchie di Sbarre a Reggio » 191 ANTONIO TRIPODI L'erezione della Via Crucis nella chiesa dell'Immacolata di Dasà (Catanzaro) » 195 GIUSEPPE MOSCATO Per il 40° anniversario della ricostituzione del Consiglio Comunale di Reggio Calabria » 198 TRA LIBRI E RIVISTE » 205 INDICE DEL VOLUME XL -1987 » 206 Spcd. in abbonamento postale Or. IV
Sezione Di Lettere, 2014
Franco Longoni è mancato nella sua Milano lo scorso 14 giugno. Vi era nato il 28 luglio del 1949. Dal padre Mario, compositore di operette, aveva ereditato la passione per la musica che lo aveva indotto a studiare il flauto traverso e a diplomarsi presso il Conservatorio di Milano. Dopo essersi laureato alla Statale in Letteratura greca con Dario Del Corno, ed aver estratto dalla sua tesi un articolo sulla storia del ditirambo uscito in «Acme» nel 1976, aveva cominciato ad insegnare nella scuola. Ben presto la sua fervida intelligenza e la sua passione per la letteratura di ogni epoca lo portarono ad interessarsi di libri antichi in genere e di autori italiani dal Seicento al primo Ottocento. Le modalità del suo esordio come italianista sono indicative del suo modo di lavorare e di intendere la ricerca. Verso la fine degli anni Ottanta, Longoni venne in possesso di un manoscritto appartenuto a Foscolo-già noto però malamente studiato-della traduzione lucreziana di Alessandro Marchetti. Foscolo vi aveva disseminato sui margini note e prove di traduzione oltre che copiato una primigenia redazione del sonetto Alla sera. Franco si rese conto subito dell'importanza del codice per la storia della poesia foscoliana e lo studiò a fondo in tale prospettiva, arrivando a concepire e confezionare un prezioso libretto intitolato Letture di Lucrezio, uscito per Guerini nel 1990. Vi raccolse l'edizione critica dei frammenti di traduzione e degli altri appunti foscoliani, compreso il sonetto citato, riunendo così tutti gli scritti di Foscolo relativi o ispirati al De rerum natura, cui antepose una