Daniele e Dante, Daniele in Dante (original) (raw)
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Bollettino [del] Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani, 2022
Fenomeni linguistici presenti nei rimatori siciliani e documentati anche nei poeti successivi (Dante compreso), collocabili in una prospettiva di continuità, di solito sotterranea e non dichiarata dai protagonisti. L’eredità dei Siciliani rappresenta per i poeti delle generazioni seguenti un serbatoio di ampia disponibilità, funzionale all’utilizazione che essi ne fanno.
Idee su Dante, 2013
Da quasi sette secoli la Commedia dantesca suscita ininterrottamente l’attenzione dei lettori di tutto il mondo. Ma dove si origina questo interesse? Nel suo poema Dante affronta il problema che si trova «in fondo a tutte le religioni e le filosofie», una questione «profondamente seria» che interessa immediatamente ogni lettore, lo inquieta e lo avvince: «il destino eterno della persona». Ecco perché, accanto alla lunga storia di lecturae Dantis, la Commedia vanta anche una ricca tradizione di studi critici, particolarmente intensa tra xix e xx secolo. Per afferrare l’opera di un autore che lancia «agganci verso tutte le direzioni», gli interpreti contemporanei hanno riletto il poema da vari punti di vista e con metodi diversi, delineando una realtà molteplice e dinamica. Con l’intento di offrire uno spaccato delle prospettive interpretative di alcuni tra i più influenti critici della Commedia, il 9 e 10 maggio 2012, presso l’Università degli Studi di Milano, Esperimenti danteschi ha promosso un convegno dal titolo Idee su Dante. Autorevoli studiosi del poema e di critica letteraria hanno affrontato da un punto di vista originale le tesi di Francesco De Sanctis, Benedetto Croce, Erich Auerbach, Charles S. Singleton e Gianfranco Contini. Il presente volume ripropone il testo delle cinque conferenze.
LE TRE CORONE. Rivista internazionale di studi su Dante, Petrarca, Boccaccio, VI (2019), pp. 11-25.
Dante’s presence among the Guelph feditori [troops of the first line] at the battle of Campaldino has generally been accepted by Dante scholarship. Yet, this is far from a straightforward issue, and thus deserves reconsideration. This article examines the extent to which the claim of a Dante feditore may find confirmation in recent historical research. In light of work by military historians on troop formations in field battles and that of social historians on the social status of the feditori, it is possible to establish with a degree of accuracy whether or not the poet was among the bravest fighters at Campaldino.
Dante e l'origine dell'anima umana 1. L'anima, per l'Alighieri, è forma del corpo, come si legge in vari luoghi: p. es. Conv. III VI 12 («la sua forma») oppure Inf. XXVII 73 (Mentre ch'io forma fui d'ossa e di polpe) o Purg. XVIII 49-50 (Ogne forma sustanzïal, che setta | è da matera ed è con lei unita). L'unità dell'anima si deve al fatto che in essa «la divina virtude tre nature congiunse», quella delle piante, degli animali e dell'essere razionale (Conv. III VIII 1). L'uomo non può esser costituito nella sua specie o perfezione ultima, dall'essere semplicemente o misto, o animato, o sensitivo, perfezioni che ha comuni con le altre specie di enti, ma dalla perfezione importata nell'anima dell'intelletto possibile, ultimo grado della sua potenza. «Dico ergo quod nulla vis a pluribus spetie diversis participata ultimum est de potentia alicuius illorum; quia, cum illud quod est ultimum tale sit constitutivum spetiei, sequeretur quod una essentia pluribus spetiebus esset specificata: quod est inpossibile. Non est ergo vis ultima in homine ipsum esse simpliciter sumptum, quia etiam sic sumptum ab elementis participatur; nec esse complexionatum, quia hoc reperitur in mineralibus; nec esse animatum, quia sic etiam in plantis; nec esse apprehensivum, quia sic etiam participatur a brutis; sed esse apprehensivum per intellectum possibilem: quod quidem esse nulli ab homine alii competit vel supra vel infra. Nam, etsi alie sunt essentie intellectum participantes, non tamen intellectus earum est possibilis ut hominis, quia essentie tales speties quedam sunt intellectuales et non aliud, et earum esse nichil est aliud quam intelligere quod est quod sunt; quod est sine interpolatione, aliter sempiterne non essent. Patet igitur quod ultimum de potentia ipsius humanitatis est potentia sive virtus intellectiva» (Mon. I III 5-8).
Dante, l’italiano, a cura di Giovanna Frosini e Giuseppe Polimeni, Firenze, Accademia della Crusca-goWare edizioni, 2021, pp. 299 (Settimana della lingua italiana nel mondo), 2021
Nel canone tradizionale Omero, Dante e Shakespeare formavano il trittico dei classici mondiali. Oggi nuove tendenze critiche hanno dato luogo a valutazioni diverse sui grandi della letteratura universale, ma senza dubbio Dante conserva saldamente il suo posto, come dimostrano la sua presenza negli studi internazionali, le molte traduzioni anche in lingue e culture lontane dall'influenza (oggi calante) della cultura occidentale e, cosa non meno significativa, il continuo lavorio di adattamento e transcodificazione che hanno dato e danno vita a una quantità di rivisitazioni, dai fumetti alle interpretazioni cinematografiche, televisive e multimediali. A questa constatazione se ne accompagna un'altra, apparentemente contraddittoria: alla rapida diffusione della Divina Commedia, attestata già nel XIV secolo dal gran numero delle copie manoscritte, dai commenti, dalle citazioni, il capolavoro dantesco non ha imitatori, diversamente da ciò che si verifica con Petrarca e Boccaccio, gli altri due classici della letteratura in volgare delle origini. È sufficiente ricordare l'Acerba di Cecco d'Ascoli, poema dottrinale che l'autore compose proprio in polemica con Dante: davvero povera cosa, almeno dal punto di vista poetico. Non è dunque sul piano del genere letterario che si misurano il ruolo e le funzioni della Commedia e le ragioni della sua vitalità perdurante. Per rimanere nel XIV secolo, tutt'altro panorama risulta infatti dalla presenza della Commedia negli altri due classici del secolo: grande ammiratore di Dante, Boccaccio ha reimpiegato nel Decameron un'infinità di spunti danteschi risemantizzati e reinterpretati coerentemente con la logica compositiva delle cento novelle, i cui fondamenti sono diversissimi da quelli della Commedia. Nello stesso secolo, il dialogo con Dante poeta affiora anche in alcuni componimenti del Canzoniere di Petrarca. L'influenza di Dante è estesa e ramificata, e sarà possibile indicare solo pochissimi episodi. In area italiana, un autore come l'Ariosto attinge più volte alla Commedia nell'Orlando Furioso; ancora più marcata è la presenza dantesca nelle sue bellissime Satire, anche in dipendenza del genere letterario, più vicino del poema cavalleresco a un lessico e a contenuti realistici. Cambiando tempo, luogo e argomenti, dopo la Riforma luterana le critiche dantesche al Papato furono strumentalizzate come anticipazioni del nuovo credo luterano e più generalmente protestante, con distorsioni che ebbero lunga vitalità.
ssumendo a oggetto di un recente intervento la presenza di Dante nell'opera in versi di Umberto Saba, Gabriella Di Paola Dollorenzo ne investiga tèmi e soprattutto forme, individua lessemi e stilemi, isola, con criterio esplicitamente antologico, determinati componimenti, in cui tale debito sarebbe più cospicuo, riconosce nella funzione nobilitante che eserciterebbe il modello illustre, su una poesia di per sé, com'è noto, improntata a un classicismo antinovecentesco, la sua cifra peculiare. 1 Credo, tuttavia, che, approfondendo i preziosi suggerimenti ivi forniti, si possa appuntare lo sguardo su un altro testo sabiano, per il quale mi sembra lecito riconoscere in filigrana una neppur tanto celata influenza dantesca. 2 Mi riferisco ad Amai, lirica «molto famosa perché si confi-1 Cfr. G. di Paola dollorenzo, Dantismo e dantismi di Saba, «Rivista di letteratura italiana», XXVI, 2-3, 2008 (= Saba extravagante. Atti del Convegno internazionale di studi (Milano, 14-16 novembre 2007), a cura e con introduzione di G. Baroni), pp. 203-205 (la studiosa afferma espressamente: «La vocazione alla classicità e all'epicità avvicina Saba a Dante» [ivi, p. 203]). Una sintesi dell'articolo ha steso V. CresCente, «La rassegna della letteratura italiana», CXIII, 1, 2009, p. 170. Qualche lume in materia gettano già tre interventi anteriori, che, non menzionati dalla Di Paola Dollorenzo, cito senza pretesa di esaurire la bibliografia pregressa: l. sCorrano, Dante in Saba, in Per le nozze di corallo 1955-1990 di Enzo Esposito e Citty Mauro, Ravenna, Longo, 1990, pp. 137-149 (riprodotto, con lievissimi ritocchi, in id., Presenza verbale di Dante nella letteratura italiana del Novecento, Ravenna, Longo, 1994, pp. 113-125 [bibliografia specifica sull'autore a p. 190]), F. BruGnolo, Il Canzoniere di Umberto Saba, in Letteratura italiana. Le opere, Direzione: A. Asor Rosa, IV: Il Novecento. I. L'età della crisi, Torino, Einaudi, 1995, pp. 497-559: 543-545 e m. GuGlielminetti, Dante e il Novecento italiano, in «Per correr miglior acque …». Bilanci e prospettive degli studi danteschi alle soglie del nuovo millennio. Atti del Convegno internazionale di Verona-Ravenna (25-29 ottobre 1999), Roma, Salerno, 2001, I, pp. 515-531: 517-518. 2 Preciso che per il Canzoniere sabiano cito dalla medesima edizione adoperata dalla studiosa (cfr. G. di Paola dollorenzo, Dantismo cit., p. 204, nota 5): u. saBa, Il canzoniere , Introduzione di N. Palmieri, Torino, Einaudi, 2004, edizione che riproduce, «con le necessarie correzioni», quella (la terza) del 1957 (ivi, p. li); ho tuttavia consultato con profitto anche quella mondadoriana, comprendente pure i componimenti esclusi dall'ultimo Canzoniere (Poesie rifiutate e Poesie disperse, nell'insieme il Canzoniere apocrifo): u. saBa, Tutte le poesie, a cura di A. Stara, Introduzione di M. Lavagetto, Milano, Mondadori, 1988Mondadori, (2004 ), ove -mi piace riportarlo -circa la riscoperta dei classici della letteratura italiana (fra cui Dante) e la loro ripresa nelle poesie degli esordî, a detta di M. laVaGetto, «si A
Dante e l'Arte, 2018
Presentation and coordination of the dossier Dante & Comic Books of the journal Dante e l'Arte. Contributions by: Brian Ireland, Penelope James, Ursula Winter, Daniela Pietrini, Mario Tirino, Lorenzo di Paola, Raul Ciannella, María Antònia Martí Escayol, Adolfo Fattori, Francisco Saez de Adana, Gino Frezza, Ivan Pintor.
2021
Lettura e commento della lettera apostolica Candor lucis aeternae di papa Francesco dedicata a Dante nel settimo centenario della morte
233 --233 -MARCELLO CICCUTO MARCELLO CICCUTO GIASONE: DA VALERIO FLACCO ALLA GIASONE: DA VALERIO FLACCO ALLA COMMEDIA COMMEDIA
Dante tra Bernardo e Gioacchino
Rivista Cistercense, 2023
co- autori: Arduino Maiuri e Felice Vinci. Una nuova ipotesi sull'enigmatico verso dantesco "Pape Satàn, Pape Satàn, Aleppe!"