QUARTA GIORNATA ENNODIANA Atti della sessione ennodiana del Convegno Auctor et Auctoritas in Latinis Medii Aevi litteris Benevento, 12 novembre 2010 a cura di Silvia Condorelli e Daniele Di Rienzo (original) (raw)
Iniziatore di una questione destinata a segnare per alcuni decenni la chiesa orientale e occidentale era stato Teodoro di Mopsuestia, il quale vedeva una unità relativa o morale, assimilabile a quella di un idolo rispetto al suo tempio, tra la natura divina e quella umana nel Cristo; ne conseguiva che la Madonna era da considerare Cristotov ko~, in quanto madre dell'uomo Cristo, e non Qeotov ko~. Questa dottrina, che comportava una consistente deminutio della figura della Madre del Signore, rimase in un primo tempo confinata nella scuola di Antiochia, ma fu poi diffusa da Nestorio di Costantinopoli e fieramente osteggiata, anche per motivazioni legate a una politica di supremazia della propria scuola teologica, da Cirillo di Alessandria. Papa Celestino I, al quale entrambi i partiti si erano rivolti, rigettò le tesi nestoriane in un sinodo del 430. Seguì a Efeso, convocato nel 431 dall'Imperatore Teodosio II su sollecitazione di Nestorio, un concilio ecumenico teso a comporre il contrasto aperto tra i patriarcati orientali. Il concilio, dopo complesse traversie e fiere opposizioni, si risolse nell'accettazione di un simbolo che riconosceva un Cristo, un Figlio e Signore, e Maria come Qeotov ko~; tuttavia, la natura umana di Cristo era ancora chiamata "tempio" del Logos.