Una casa museo per Pietro Aretino? (original) (raw)
2020, Pietro Pictore Arretino. Una parola complice per l'arte del rinascimento
della zona di Rialto. Venezia, Museo Correr L'ormai monumentale corpus di studi su Pietro Aretino ha da tempo dimostrato l'ampiezza e la complessità delle sue relazioni con il mondo artistico, così come il ruolo di primo piano svolto nel favorire la circolazione di opere e la promozione di artisti. Sembra dunque opportuna la verifica di quali manufatti siano passati dalle sue mani, quali fossero i criteri di selezione, come fossero disposti nella sua casa e se si possa, in definitiva, parlare nel suo caso di una collezione organicamente concepita, con criteri di seriazione analoghi a quelli di raccolte coeve. Un'iniziale e importante ricerca in tal senso è stata condotta da Lara Sabbadin sul complesso di beni suntuari e oggetti preziosi . Nel mio intervento cercherò di introdurre, in maniera preliminare rispetto all'ampiezza che questo tipo di indagine comporta, qualche considerazione sulle opere in pittura, sulla grafica e sulle sculture che, per effetto di commissione, o dono, passarono in tempi diversi tra le sue mani, sebbene l'individuazione delle singole opere risulti a tutt'oggi un problema aperto. La premessa ovvia, ma necessaria, è che Aretino non contava, come la massima parte dei letterati del suo tempo, su un'eredità familiare e la sua raccolta, le dinamiche di acquisizione e di utilizzazione delle opere di cui fu proprietario, conseguivano direttamente alle vicende articolate della sua biografia, dei suoi rapporti con artisti, corrispondenti, patroni e mediatori 2 . In secondo luogo, il ventaglio di documentazione disponibile per questo tipo di indagine è assai più ridotto che in altri casi collezionistici di cui le ricerche archivistiche tra Otto e Novecento hanno permesso una più puntuale ricostruzione . La mancanza, ad oggi, del testamento e dell'inventario post mortem ci privano di referti importanti per capire la consistenza dei suoi averi, così come l'assetto preciso degli spazi nella sua abitazione, e poco ricaviamo dallo scandaglio della coeva storiografia, ad esempio la fondamentale Notizia di Marcantonio Michiel, o dalle voci di poco successive 4 . Gli strumenti cardine su cui imperniare la ricerca rimangono quindi l'intera sua opera letteraria, in particolar modo il carteggio, e il Dialogo di Lodovico Dolce che, se per un verso non garantiscono la patente di completezza numerica restituita da un inventario, per l'altro ci compensano con ricche informazioni su scambi, suoi pensieri sugli artisti e vicende riguardanti l'acquisizione di singole opere e il loro percorso successivo.