Narrazioni e narratori nel Simposio di Platone (original) (raw)

Narrazioni e narratori in Sicilia

APPROFONDIMENTI 1195 L'indice particolareggiato è consultabile alla fine di questo volume CAPITOLO DECIMO DIALETTO E CULTURA POPOLARE 0. Premessa (G. Ruffino) 1. Lessico e cultura (A. Lanaia) 1.1. Fenomeni della natura. 1.2. Nomi di animali. 1.2.1. I nomi della coccinella. 1.2.2. I nomi della lucciola, l'insetto della luce. 1.2.3. I nomi della mantide religiosa. 1.3. I nomi delle malattie. 1.4. Avvenimenti storici. 1.4.1. Le dispute religiose e gli eretici. 1.4.2. Pellegrini cristiani. 1.4.3. Pellegrinaggi musulmani. 1.4.4. La schiavitù. 2. Parole e cose (E. Assenza) 2.1. Dati lessicali e dati etnografici. 2.2. Lingua e contesti culturali. 3. I mestieri tradizionali (E. Assenza) 4. I proverbi nella cultura popolare (M. Castiglione) 4.1. Premessa. 4.2. Paremiologia e raccolte paremiografiche in Sicilia. 4.3. Dalla raccolta alla classificazione, tra caratteri strutturali e nucleo paremiologico. 5. Narrazioni e narratori (S. Bonanzinga) 5.1. Premessa. 5.2. Il repertorio fiabistico. 5.3. I racconti cavallereschi. 6. L'universo ludico tradizionale (G. Rizzo) 6.1. Premessa. 6.2. Quadri di riferimento dei giochi fanciulleschi siciliani: da Giuseppe Pitrè all'ALS. 6.2.1. Gli apporti della ricerca demologica e "I Giochi fanciulleschi siciliani" di Giuseppe Pitrè. 6.2.2. L'ALS e i giochi fanciulleschi tradizionali. 6.3. Conoscere, ricostruire, studiare. 6.4. Tassonomia dei giochi tradizionali per macrotipologie. 6.5. Due giochi nella ricostruzione dell'ALS. 7. La cultura alimentare (M. Castiglione/V. Matranga/M. Burgio) 7.1. Il cibo come fatto culturale (M. Castiglione). 7.2. Tra pane e focacce (V. Matranga). 7.3. Tra pane e dolci (M. Burgio). 7.4. Tradizioni alimentari convergenti e tradizioni alimentari esclusive: alcuni esempi (M. Castiglione). 7.5. Quando il cibo si dona o si scambia: ritualità e consuetudini comunitarie (M. Castiglione/M. Burgio). 7.6. Il cibo raccontato (M. Castiglione). 7.7. Cibo e identità: percorsi onomastici (M. Castiglione). 7.8. Cibo e identità: percorsi etnotestuali (M. Castiglione).

Platone Simposio

Il simposio appartiene al genere largamente usato da Platone del dialogo narrato: nelle prime pagine infatti Apollodoro riferisce all'amico Glaucone quanto Aristodemo gli ha raccontato riguardo al banchetto offerto dal poeta Agatone nel 416 a.C.

Il «Protagora» di Platone: struttura e problematiche

Quaestio, 2003

Varia 1 Così G. Calogero definisce il Protagora, giudicando la sua retta interpretazione fondamentale per la comprensione «di tutta la successiva evoluzione spirituale del pensatore Ateniese». G. CALO-GERO,

Dioniso filosofo: 'Rane' e 'Baccanti' sulla scena del 'Simposio' di Platone

Prometheus XLI (2015), pp. 67-80

In the field of studies on the 'theatricality' of Plato’s dialogues, this article deals with Plato's 'Symposium', its references to theatre (real and metaphorical), and in particular its relationship with Aristophanes’ 'Frogs' and Euripides' 'Bacchae'. In fact, in his dialogue Plato refers repeatedly to these classical plays, that share their Dionysiac nature with the 'Symposium' their Dionysiac nature: in the verbal competition of the philosophic symposium, the arbiter of which is called Dionysus, Socrates is seen as the comic Aeschylus of Aristophanes’ 'Frogs' (winner of the challenge with Euripides in the underworld, and crowned by Dionysus like Socrates by Alcibiades), and also as the tragic Dionysus of Euripides’ 'Bacchae' (the only tragedy with this god as a character). Thus Socrates appears the absolute king of theatre. The message we receive from these echoes and allusions, is that the mysterious 'player who is able to write comedies as well as tragedies' (mentioned by Socrates in the final part of 'Symposium'), is precisely the philosopher: Platonic philosophy is proposed as a new form of theatre that puts together comedy and tragedy in a single search for truth.

Un medico per commensale: Il discorso di Erissimaco nel Simposio di Platone, in "Tragico e comico nel dramma attico e oltre: intersezioni e sviluppi parateatrali", a c. di P. Mureddu, G.F. Nieddu, S. Novelli, Amsterdam 2009, pp. 101-121

«Se la tragedia aveva assorbito in sé tutti i precedenti generi artistici -scriveva Nietzsche in una famosissima pagina della sua Nascita della tragedia ( §14) 1 -la stessa cosa si può d'altro canto dire, secondo una diversa prospettiva, del dialogo platonico, che, prodotto dalla mescolanza di tutti gli stili e le forme esistenti, è sospeso a metà fra narrazione, lirica, dramma, fra prosa e poesia». Nella metaforica «barca» evocata da Nietzsche -«su cui la naufraga poesia antica si salvò» -finirono i principali generi letterari del tempo: l'esito di tale operazione fu la creazione di una nuova forma d'arte letteraria, «a new form of philosophical drama which, in the object of its imitation, comprehends and transcends both tragedy and comedy» 2 . Emblematico sotto questo aspetto è il Simposio, in cui Platone dà prova della sua straordinaria maestria nel riprodurre, in una serie di mirabili pastiches, i diversi 'stili' e le forme di pensiero dei suoi protagonisti, espressione di diverse componenti culturali dell'epoca, chiudendo poi lo scritto con la sphragìs del poeta-filosofo, del nuovo 'maestro di verità'. In esso si svolge un confronto a più voci, una contesa di sapienza fra poesia e filosofia, fra medicina e filosofia, fra retorica e filosofia, arti e scienze di cui vengono puntigliosamente riprodotte le diverse strategie comunicative, i punti di forza e di debolezza, le peculiarità ed i limiti del tipo di conoscenza (o 'immagini') che esse producono in rapporto alla vera forma di sapere.

Il silenzio “drammatico” in Platone. Note critiche su alcuni personaggi silenziosi

Partendo dall'ipotesi che la scrittura platonica possa essere assimilata alla scrittura drammaturgica o teatrale, il presente studio esamina il ruolo filosofico, dialettico e/o protrettico che il silenzio assume all'interno di alcuni dialoghi di Platone. Si analizzano, a tal fine, alcuni esempi desunti dal "Liside", dall'"Eutidemo", dal "Fedone".