Un anniversario da festeggiare? Riflessioni sociologico- giuridiche sulle disposizioni antidiscriminatorie dell'Unione europea a vent'anni dalla loro emanazione (original) (raw)
Related papers
La politica antidiscriminatoria della Comunità/Unione Europea
"Uniti nella diversità" è considerato il motto dell'Unione Europea dal 2000, l'anno in cui fu utilizzato per la prima volta, e indica la volontà di perseguire un percorso comune di pace e prosperità, tenendo conto dell'importanza di conservare la ricchezza derivante dalle diverse culture e lingue degli Stati membri. Le parole qui riportate sono fortemente legate al tema della lotta alle discriminazioni che affonda le sue radici molto più indietro nel tempo rispetto alla proclamazione del motto. Difatti già nel Trattato di Roma del 1957 è possibile ritrovare le prime indicazioni rispetto al trattamento redistributivo nell'ambito delle politiche di genere: nell'articolo 119 si legge che " ciascuno Stato membro assicura durante la prima tappa, e in seguito mantiene, l'applicazione del principio della parità delle retribuzioni fra i lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro " 1 . E' questo il caposaldo a cui sono seguiti tutti i riferimenti che, soprattutto dopo gli anni '70, nel momento dei primi allargamenti della Comunità, partendo dal problema della discriminazione di genere, si sono estesi fino a coprire tutte le tipologie di discriminazioni presenti nel panorama sociale degli Stati membri. Ancora più complessa è diventata la situazione durante gli anni Novanta quando, dopo la caduta del muro di Berlino, e quindi la fine del bipolarismo, la Comunità ha deciso di aprire le porte agli ingressi di gran parte degli Stati di origine ex-comunista. L'ingresso di questi popoli ha comportato un processo di integrazione tra "diversità linguistica, razziale, etnica, religiosa, culturale, giuridica ma anche socio-economica e demografica" 2 .
ANNALI DEL SEMINARIO GIURIDICO, 2019
This paper focuses on a method of legal research trough which to study the Foundations of European Law, that is that of diachronic comparison, which well captures the peculiarity of the subject under examination, consisting in a continuous dialectic between past and present. This approach does not claim to exhaust all the problems that, in terms of scientific research, are posed by the Foundations of European Law, and therefore constitutes one of the methodological approaches conceivable. Having focused on the concepts of juridical knowledge and legal comparison, this contribution also explains the differences between the historical-comparatist and the pure comparatist and investigates the peculiar characteristics of the diachronic comparison especially as regards the directionality of the research and the type of understanding that can be achieved.
Rivista AIC
La presente nota analizza il ragionamento giuridico sviluppato nella sentenza del 18 dicembre 2014, causa C- 354/13, in cui per la prima volta la Corte di giustizia Ue ha dichiarato che l’obesità può essere considerata una forma di disabilità ai sensi della direttiva quadro 2000/78 Ce, sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro. Attraverso una disamina delle principali argomentazioni di cui si è avvalsa la Corte Ue ai fini della formulazione della definizione di disabilità, è stato possibile rinvenire diversi elementi di similitudine rispetto all’approccio sviluppato in materia dalle Corti Usa. E’ stato, inoltre, osservato come di recente, anche l’ordinamento italiano abbia iniziato a prendere in seria considerazione le richieste di garanzie sociali provenienti da persone affette da disturbi dell’alimentazione, qualificabili come nuovi soggetti deboli in un’ottica di eguaglianza sostanziale. Ragionando da una prospettiva europea, la pronuncia in commento, ha mostrato come la Corte di giustizia sia sempre più spesso chiamata ad esprimersi su episodi inerenti licenziamenti o mancate erogazioni di trattamenti assistenziali o previdenziali, conseguenti all’insorgere di malattie invalidanti di recente individuazione medico-scientifica, in riferimento alle quali non sussistono ancora studi scientifici tali da consentire di qualificarle in modo inequivocabile come manifestazioni di disabilità. This comment analyzes the legal reasoning developed by the European Court of Justice in its judgement of 18 december 2014 in case C-354/13, in which, for the first time, it held that obesity falls within the scope of framework directive for equal treatment in employment and occupation, 2000/78 Ec. Through an examination of the major arguments used by the European Court to define the concept of disability, it has been possible to find several similar elements to the approach developed in the field, by the Courts of the United States. Besides, recently, the Italian legal system has begun to seriously consider the demands of social guarantees from people suffering from eating disorders: they could be classified as new vulnerable groups in view of substantial equality. Reasoning from a European perspective, this ruling showed how the European Court of Justice is increasingly called to rule on layoffs or missed granting of welfare benefits, caused by disabling diseases newly discovered, in reference to which there are still no scientific studies that allow to consider them unequivocally a disability.
2023
L’Autore – assumendo come termine di paragone la previgente disciplina risalente al 2012 – esamina le modifiche introdotte dalla l. n. 238 del 2021 e dal d.lg. n. 26 del 2023 all’originario impianto della tutela amministrativa avverso le clausole vessatorie di cui all’art. 37 bis c. cons. e l’impatto sistematico dei nuovi poteri (inibitori, sanzionatori e cautelari) accordati all’Autorità garante della concorrenza e del mercato al fine di garantire un livello di protezione piú elevato ai consumatori in linea con gli standard europei. Taking the previous regulation of 2012 as a benchmark, the Author examines the changes introduced by Law No. 238 of 2021 and Legislative Decree No. 26 of 2023 to the original structure of the administrative protection against unfair terms pursuant to Article 37 bis of the Italian Consumer Code and the systemic impact of the new powers (such as injunctions, sanctions and precautionary measures) granted to the Italian Competition Authority to provide consumers with a higher level of protection in line with European standards.
A ottant’anni dalle leggi razziali: antisemitismo giuridico italiano
«Index. International Survey of Roman Law. Quaderni camerti di studi romanistici», 2018
Volume realizzato con l'intervento della Scuola di Giurisprudenza dell'Università di Camerino e del «Consorzio interuniversitario Gérard Boulvert per lo studio della civiltà giuridica europea e per la storia dei suoi ordinamenti».
L’impatto della direttiva 2000/43 CE e il ruolo dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali
Discriminazioni razziali ed etniche. Profili giuridici di tutela, 2011
Ringraziamenti 7 Presentazione 9 MARTA CARTABIA PARTE PRIMA: I PRINCIPI 13 La discriminazione razziale ed etnica: norme costituzionali e strumenti di tutela 15 ANDREA AMBROSI La non discriminazione nell'Unione europea e l'applicazione ai cittadini di paesi terzi 46 CHIARA FAVILLI L'impatto della direttiva 2000/43 CE e il ruolo dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali 73 DILETTA TEGA PARTE SECONDA: GLI APPROFONDIMENTI 95 La disciplina dell'hate speech tra considerazioni giuridiche e sociologiche 97 ROBERT C. POST Odio razziale e libera manifestazione del pensiero negli Stati Uniti 118 ELETTRA STRADELLA Dialettica della libertà di espressione: il "caso Tosi" e la propaganda di idee razziste 133 CORRADO CARUSO tega.indd 5 24-02-2011 17:11:47 L'hate speech nella più recente giurisprudenza della Corte di Strasburgo 151 PALMINA TANZARELLA Discriminazione in base alla razza e alla nazionalità nei confronti dei cittadini dei paesi terzi 162 SONIA MORANO-FOADI Tutela penale dalla discriminazione e diritto penale discriminatorio: casi e problemi 181 GIORGIO ABBADESSA Eguaglianza e pari dignità 196 ANDREA GUAZZAROTTI Discriminazioni razziali ed etniche nelle ordinanze dei Sindaci e negli ordinamenti municipali 205 ANNA LORENZETTI Libertà di culto e discriminazioni: la direttiva del Ministero dell'Interno del 26 gennaio 2009 219 CHIARA CAMPOSILVAN Gli organismi nazionali per la parità: una prospettiva comparata 235 FRANCESCO BIAGI PARTE TERZA: GLI STRUMENTI E LE ESPERIENZE 261 Le discriminazioni: tra diritto speciale e mezzi di tutela 263 ROBERTO RIVERSO Gli interventi della Regione Emilia-Romagna per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni 283 ANDREA STUPPINI