Gerarchie territoriali e commercio in Sicilia (original) (raw)
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2020
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Centri storici e regolamentazione regionale del commercio in Italia
Economia e diritto del terziario, 2003
Il rapporto tra la regolamentazione urbanistica e quella di tipo commerciale nell'ambito dei centri storici è apparso particolarmente dialettico nel nostro Paese. Sostanzialmente, nel corso degli ultimi trenta anni, sembra possibile identificare tre differenti fasi regolamentative.
DIVARI TERRITORIALI NELLE DISUGUAGLIANZE DI GENERE IN ITALIA
In questo lavoro vogliamo approfondire il tema della partecipazione delle donne sposate al mercato del lavoro e dell’influenza del reddito familiare in tale scelta. In accordo con diversi studi sul tema (Pampel e Tanaka, 1986; Goldin, 1994; Juhn e Murphy, 1997) e partendo da uno studio già condotto (Giaimo, Corso e Lo Magno, 2009), stimiamo attraverso un modello probit la probabilità che ha una donna di essere lavorativamente attiva, in funzione del reddito familiare equivalente al netto del reddito da lavoro da essa stessa prodotto. Nella nostra analisi inseriamo anche altre variabili di contesto familiare come l’esistenza di una rete sociale su cui la donna può contare in caso di bisogno. Le stime sono effettuate separatamente per le tre macro aree territoriali italiane. L'ipotesi che vogliamo verificare è se la relazione funzionale tra la nostra misura di reddito familiare e la probabilità di partecipare al mercato del lavoro possa assumere un forma ad "U". Le stime appaiono evidenziare una relazione ad U, ma il tratto crescente si presenta per redditi molto elevati.
Produzione, scambio e commercio regionale
2013
INDICE 4 V. SPOGLIARE E DONARE: DUE ASPETTI ECONOMICI 93 1. Donazione e latrocinio come basi del sistema economico altomedievale 93 2. Una pratica da sopprimere: il latrocinio e la rapina nei capitolari italici 96 3. Il dono come prassi di un sistema 101 CONCLUSIONE 107 BIBLIOGRAFIA 111 INTRODUZIONE Il dibattito sull'economia d'età carolingia è stato al centro della storiografia altomedievale fin dall'inizio del secolo scorso. Sono stati molti i lavori di storici e archeologi che si sono confrontati con questi temi e sono state molte le considerazioni fatte. Tuttavia la discussione non può definirsi conclusa e non esiste una posizione condivisa che contempli tutte le altre. Naturalmente, alcuni storici e ricercatori in passato, come Henri Pirenne negli anni Trenta o Georges Duby negli anni Sessanta-Settanta, hanno tentato di definire quali fossero i caratteri generali dell'economia altomedievale, prima, e carolingia poi, non riuscendovi tuttavia pienamente allo sguardo degli studiosi successivi. 1 Qualcosa era stato lasciato in disparte nella loro indagine, le loro teorie non sono applicabili a tutte le realtà regionali dell'Europa franca. Negli ultimi quarant'anni, infatti, la produzione di saggi, articoli e edizioni critiche di fonti è stata molto proficua, tanto da permettere, per alcuni aspetti, una rivoluzione nel pensiero storiografico rispetto ai primi anni del Novecento. Storici come Adriaan Verhulst, Vito Fumagalli, Pierre Toubert, Jean-Pierre Devroey e Chris Wickham hanno contribuito a questo cambio di prospettive, attraverso la realizzazione di numerosi studi che hanno messo in evidenza una caratteristica in particolare, la quale sarà il concetto chiave anche di questo lavoro: la regionalizzazione dell'economia nei primi secoli medievali. 2 1 Per i lavori di questi due storici rimando a due opere significative: H. PIRENNE, Maometto e Carlomagno, Roma-Bari 2010 (ed. originale: Mahomet et Charlemagne, Bruxelles 1937), e G. DUBY, Le origini dell'economia europea. Guerrieri e contadini nel Medioevo, Roma-Bari 2004 (ed. originale: Guerriers et paysans. VII-XIIᵉ siècle. Premier essor de l'économie europénne, Paris 1973). Cfr. capitolo I. le note bibliografiche.
Le commende gerosolimitane in Sicilia: patrimoni ecclesiastici, gestione aristocratica
L. Buono, G. Pace Gravina (eds), "La Sicilia dei cavalieri. Le istituzioni dell'Ordine di Malta in età moderna (1530-1826)", pp. 35-86, 2003
Starting from the first half of the 12th century, kings and dignitaries from everywhere in Europe gave generous donations to the newborn Military Order of St. John of Jerusalem. Normans’ Sicily also took part in these donations which were soon organized in economic and administrative units – the commendae (originally called “preceptories”), under the control of the Priory of Messina. The assets of the Order, which further increased during the Swabian, Angevin and Aragonese times, in the early 16th century amounted to a dozen rich "commendae" which increased by other fifteen between 1603 and 1644, coming from private patronage foundations. The Order’s Statutes provided for different kinds of commendae, according to who was the grantor, the rank of the grantee, and the values of the goods. Commanders were required to submit regularly the “cabrei”, i.e. inventories which described the commendae, while priors were responsible for the “visits” to the commendae (three general visits were made in the Priory of Messina in 1555, 1603-04 and 1749). The cursus honorum in the offices of the Order progressed together with the commendae, i.e. the commenda holder received a promotion according to the increase in value of the relevant commenda, the so-called “improvement”. In Sicily certain noble families, of ancient origin or recently made noble, had close relations with the Order and gave the St. John Religion “dynasties” of Knights (e.g. the Ruffo family and the Di Giovanni di Messina family). However, very often priors and commanders were not Sicilian and would choose, therefore, to entrust the management of the commendae to local representatives, the “procuratori” who were gentlemen, professionals or clergymen. These latter thus obtained a higher social prestige and the possibility to give economic advantages to their family members and friends. In this connection, members of the Genoa merchant class played an important role. The procuratori’s responsibilities included the management of tolls and duties (collection, grants, revocations, debt collection), as well and the maintenance and improvement of the assets administers, from the accounting records to litigations before courts. The taxation of feuds and land, practiced through bulk tenancy or tenancy by several toll payers, according to whether the land market was in an expansion or recession phase, respectively. The results of this kind of administration, entrusted to local procuratori, were undoubtedly positive: by the late Eighteenth Century, the nominal annuity of Sicilian Commendae was around 11,600 onze, more than two-fold the 5,600 onze revenue at the end of the Sixteen Century, while their actual revenue increased by 100% approximately over the same period. The considerable revenues allowed the commendae to bear annual charges of various nature: pensions to old knights, taxes to be paid to the central seat in Malta (these were referred to as “responsioni”) and current expenses incurred locally (salaries, maintenance, improvements, religious expenses). A separate economic management was provided for the “receivers” i.e. the officials who would act as liaison between the central seat of the Order and the Priory, especially with respect to the control of the financial flows from and to Malta. Finally, the Order enjoyed wide jurisdictional privileges and immunities, among which the special forum for the Knights and the “mero e misto imperio” on feudal goods, that is on the most considerable portion of the assets of the commendae. The jurisdictional contract with the State universities was inevitable, especially with respect to the second aspect. It even happened that individual knights would try to enlarge such privileges to include goods owned personally or by people who were in some way under their control – servants, employees, peasants, tenant farmers. The jurisdictional policy of the 18th century strongly tried to limit such private use of justice, but the Knights of Malta seemed to take in no account the measures taken in this respect, so much that at the end of ’700 the tenants of commendae assets were still contractually subject to the court of the Order. The only way to weaken the legal force of the Order was to hit their rich economic basis. This was successfully accomplished starting from the French occupation of Malta in 1798 – within thirty years the Sicilian commendae were taken over by the Sicilian Crown which started to manage them autonomously.
I distretti produttivi in Sicilia: l’esperienza degli anni 2007-2010
Sicily is a region lagging in development because it still shows a large gap in terms of income per capita with the Centre-North and with the average income per capita of the European Union. This paper aims to examine and evaluate the experience of the 23 productive districts recognized by the Sicilian Region in 2007, distinguishing them in two broad sectors: industry-handicraft and agrofood. The evaluation is carried out at the conclusion of the “Development Agreements” of the districts over the period 2007-2010. The essay also intends to formulate, in the light of past experience, a set of proposals for a new district policy in Sicily.
In Sicilia le aree interne hanno rappresentato un punto di riferimento per larghe fasce della popolazione per la loro vitalità economica, sociale e culturale. È emerso il ruolo dell'aristocrazia che ha alimentato una certa vivacità culturale e sociale nei circoli cittadini e, dall'altro lato, è stata un punto di riferimento positivo per la nascente borghesia. In particolare la nascente borghesia vedeva nelle città la possibilità di assurgere a ruoli che nelle aree interne le erano preclusi, non perché già saturi ma, probabilmente, perché non ancora previsti come ad esempio la dirompente economia urbana. Un ruolo certamente positivo può accreditarsi alla classe del clero, i cui membri non solo ricoprivano cariche pubbliche ma possedevano la cultura per interfacciarsi con i rappresentanti delle correnti culturali dell’epoca.