Scultori britannici a Roma tra Settecento e Ottocento. (original) (raw)

2020, Roma-Londra: scambi, modelli e temi tra l’Accademia di San Luca e la cultura artistica britannica nei secoli XVIII e XIX, catalogo della mostra (Roma, Accademia Nazionale di San Luca, 2018-2019), a cura di C. Brook , E. Camboni, G. P. Consoni, A. Aymonino, F. Moschini, pp. 94-104

Breve storia, in senso cronologico, dei viaggi e degli insediamenti di scultori britannici e irlandesi a Roma, tra la metà del Settecento e l'immediato post-Restaurazione.

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Azcue Brea, Leticia, "Roma e la Spagna, mecenatismo reale e privato di scultura nel’Ottocento (fino a 1873)” , Roma fuori di Roma,l’esportazione dell’arte modernada Pio VI all’Unità (1775-1870), Convegno internazionale, British School, Roma 13-15 dicembre 2011, 2013

G. Capitelli, S. Grandesso e C. Mazzarelli (a cura di)

Il dibattito sulle arti nella prima metà del XVIII secolo. Da Shaftesbury a Hogart, in Hogart, Reynolds, Turner, pittura inglese verso la modernità ; [Roma, Fondazione Roma Museo, Palazzo Sciarra, 15 aprile - 20 luglio 2014], a cura di Carolina Brook e Valter Curzi, Milano [u.a.], Skira, 2014

Dante a Roma tra Sei e Settecento

Rivista di Studi danteschi, 2009

Between the 17th and 18th century the general attitude towards Dante’s work is deeply influenced by the ongoing antimarinist literary renewal. Just like Marino, Dante is considered obscure and unable to deal with philosophical subject-matters in depth. Moving from this viewpoint, Colombo analyzes the critical essays written by Arcadian classicists, still thoroughly based on quotations from the ‘Comedy’, and those written by Florentine scholars: Lorenzo Magalotti’s comment is the result of teamwork between Rome and Florence, while Benedetto Menzini’s prescriptive empiricism is still linked to Renaissance in attitude. Gianvincenzo Gravina outdoes the ordinary pseudo-Aristotelian interpretations of the ‘Commedia’, because several cultural influences, from Benvenuto da Imola to Galileo, from Boccaccio to Campanella, allow him to underline the symbiosis of poetry and philosophy in Dante and ascribe the obscurity of the poem to the concealment imposed by doctrine. Gravina’s study of Dante is compared with the more conventional essays written by Muratori and Crescimbeni. Scipione Maffei’s case is particularly interesting because it explains clearly the importance of Crescimbeni’s essays in influencing the way Dante was studied in Rome

La ritrattistica nel porto di Livorno: alcune riflessioni sulla committenza britannica tra Sei e Settecento.

Bollettino Storico Pisano, 2021

Tra Sei e Settecento, la richiesta britannica di ritratti nel porto di Livorno rivestì un ruolo importante all’interno della più generale committenza privata nel Granducato di Toscana. La maggiore apertura rispetto all’ambiente della corte fiorentina, il cambio monetario favorevole ai britannici e la presenza di maggiore liquidità resero il porto livornese un luogo economicamente vantaggioso sia per chi commissionava ritratti che per chi li dipingeva. Guardando alle fonti disponibili, in particolare i libri dei conti del pittore Antonio Franchi, il presente contributo analizza le caratteristiche dei ritratti creati a Livorno e gli artisti che lavorarono nella città, delineando un parallelo con quanto accadeva nel medesimo periodo nelle città portuali inglesi. Nel fare ciò l’articolo esplora i committenti, i rapporti interni alla comunità britannica e, infine, le difficoltà odierne sottese alla mancata identificazione di questa produzione.

Autori vari (schede), in Miseria & Nobiltà. Giacomo Ceruti nell’Europa del Settecento, catalogo della mostra (Brescia, Museo di Santa Giulia, 14 febbraio - 28 maggio 2023), a cura di R. D’Adda, F. Frangi, A. Morandotti, Milano 2023, nn. III.5, 6, 9; V.1, 3, 4, 7-10; VII.17.

2023

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'Lo specchio della corte' il maestro di casa. Gentiluomini al servizio del collezionismo a Roma nel Seicento

Nella società di antico regime «lo specchio della corte» è il maestro di casa, ossia il ministro che, subito dopo il maggiordomo ma spesso rivestendo anche questa carica, aveva la cura dell’amministrazione, il controllo e la supervisione di tutto ciò che si svolgeva nel palazzo del principe, compresi gli acquisti di opere d’arte. In quest’ultimo settore era affiancato dal guardaroba, responsabile dei beni dell’arredo e del vestiario. Partendo dalla letteratura specialistica dedicata a questi ‘gentiluomini’ tra XVI e XVII secolo e prendendo in esame i documenti che li vedono protagonisti, il libro mette in luce il loro ruolo nella Roma del Seicento. Vengono delineate la specificità delle loro funzioni all’interno della corte (ad esempio chi faceva i pagamenti e come), ponendo in modo inedito la questione dell’eventuale loro influenza nella formazione delle grandi collezioni d’arte del periodo; attraverso i testamenti e gli inventari vengono rivelate le loro stesse collezioni ed interessi culturali. Collocandosi in una posizione di aurea mediocritas tra il principe e la società, il maestro di casa risulta essere una figura chiave della vita di corte e del mercato dell’arte di antico regime.

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Artisti britannici e stampa periodica a Roma nella prima metà del XIX secolo

2020, Roma-Londra: scambi, modelli e temi tra l’Accademia di San Luca e la cultura artistica britannica nei secoli XVIII e XIX, catalogo della mostra (Roma, Accademia Nazionale di San Luca, 2018-2019), a cura di C. Brook , E. Camboni, G. P. Consoni, A. Aymonino, F. Moschini,, 2020