Lo sviluppo urbanistico dopo l’Unità d’Italia, in Mario Panizza e Giorgio Ortolani (a cura di), « 80 anni dell’Università LUMSA – Un ateneo al centro di Roma », Roma, LUMSA, 2020, pp. 62-65. (original) (raw)
Related papers
Cultura urbanistica e ipotesi di sviluppo urbano tra le due Guerre con un'appendice inedita tratta da "La teoria generale della città rionale fascista (città corporativa)" dell'ingegnere Ruggero Carbognin ABSTRACT Bandito il 9 gennaio del 1938, il Concorso per il Piano regolatore di Bologna testimonia le problematiche individuabili negli strumenti di pianificazione dell'epoca, determinate, come in altri episodi coevi, dalla costante tensione tra la persistenza delle linee guida dell'urbanistica ottocentesca, l'espressione di una forma urbana di Regime mai pienamente compiuta e interrotta dallo scoppio del conflitto mondiale, le adesioni ai modelli della modernità, seppur privi, ormai, del loro contenuto d'avanguardia e le anticipazioni dei temi del Secondo Dopoguerra. In questo contesto, questo contributo intende ampliare la letteratura con i documenti di Concorso provenienti dall'"Archivio del Comune di Bologna" e presentare le più interessanti soluzioni progettuali per la città, in particolare, dal punto di vista della conservazione del centro storico e della collina, delle ipotesi di diradamento della città storica e del progetto delle aree di espansione. Published January 9, 1938, the competition for the master plan of Bologna testifies problems identified in planning tools in the era, determined, as in other episodes coeval, by the constant tension among the persistence of the nineteenth-century town planning guidelines, the expression of an urban form of Regime never fully accomplished and interrupted by the outbreak of the conflict, accessions of modernity models, now devoid of their cutting-edge content and advances of the post Second World war themes. In this context the contribution that is being proposed here is to extend the literature with the competition documents from the archives of the city of Bologna and present the most interesting design solutions for the city, in particular, from the point of view of the preservation of the historic center and the hilly environment, of the hypothesis of demolition of parts of the ancient city and of planning of new urban expansion. 6. R. Carbognin, "schema dello sviluppo della città rionale non radiale". (Archivio Storico Bologna) 7. R. Carbognin, "schema del nucleo urbano nella "metropoli rionale". (Archivio Storico Bologna) 6 7
Le principali trasformazioni che alla fine del medioevo segnarono una profonda cesura rispetto al passato possono sintetizzarsi in quattro o cinque punti essenziali. Un apprezzabile cambiamento della funzione dell'area del Campus -che però non intaccò la continuità del carattere pubblico che gli era proprio 3 -fu segnato dal trasferimento del mercato settimanale nel 1477 4 . Negli stessi anni i pontefici avevano intrapreso una politica di attento governo del pubblico decoro di edifici e viabilità, attribuendo nuovi e sostanziali poteri all'organismo dei Maestri delle Strade, iniziativa che sfociò, fra l'altro, nella realizzazione del primo ammattonato della piazza nel 1485 5 . La rilevanza economica del quartiere aveva comportato un moltiplicarsi di iniziative di edificazione e riedificazione di complessi religiosi, quasi in una sorta di competizione interna, che si concluse con
Tra il 1937 e il 1939 la vicenda della redazione ed approvazione di un nuovo Piano regolatore per Asmara - città che aveva visto enormemente aumentata la propria estensione e la propria popolazione grazie ad uno sviluppo industriale e infrastrutturale innescato dalla Guerra etiopica del 1935 - vede lo scontro tra i diversi Politici e le proposte dei vari Tecnici. Dopo le proposte dell’architetto Guido Ferrazza legato al governatore De Feo, sono il sottosegretario Attilio Teruzzi e l’architetto Vittorio Cafiero che riescono a far approvare dal Ministero nel 1939 la loro proposta di Piano regolatore, ma è ora il nuovo governatore Daodiace ad avversare quelle direttive. In una nuova lettura della documentazione archivistica e delle diverse fonti bibliografiche, quel Piano ci appare ora come la sintesi tra istanze del Funzionalismo urbanistico internazionale e moderno (con la Zonizzazione, lo studio del traffico, del Verde ...) ed esigenze coloniali (come per l’”Urbanistica segregazionista” di matrice francese, ma anche di ispirazione ‘tradizionale’ nell’Africa Orientale). Il 1939 fu comunque un “annus mirabilis”: Asmara cresceva e si sviluppava nel rapporto tra nuovi assi viari, nuovi villaggi periferici (per Italiani o Eritrei insediativamente separati) e nuova architettura pubblica, mentre il Piano diveniva immediatamente operativo. Between 1937 and 1939 the history of the drafting and approval of a new urban regulatory Plan for Asmara - a city that had significantly increased its size and population thanks to an industrial and infrastructural development triggered by the Ethiopian war of 1935 - became real and is a battlefield that sees the clash between Politics and the Technicians connected to them. After the proposals of the architect Guido Ferrazza linked to governor De Feo, are the undersecretary Teruzzi and the architect Vittorio Cafiero who are able to have their draft urban regulatory Plan approved by the Ministry in 1939, but it is now the new governor Daodiace to oppose those directives. In a new reading of the archival documentation and of the various bibliographic sources, that Plan appears now to us as the synthesis between instances of urban international and modern Functionalism (with Zoning, study of traffic, of Green ...) and colonial needs (as for the “segregationist Urbanism” of French matrix, but also of ‘traditional’ inspiration in West Africa). 1939 was an “annus mirabilis”: Asmara grew and developed in the relationship among new roads, new suburban villages (for Italian or Erithrean people separated in their settlements) and new public architectures.