Ripensare il bosco in Val di Fiemme (original) (raw)
Related papers
Condividere il bosco. Un confronto tra regimi del patrimonio in Val di Fiemme
EtnoAntropologia (2), 2020
This article aims to consider the historical transition between different forest heritage regimes in the Fiemme Valley. For most of its nine-century history, the community of Fiemme managed its woodland as a commons, a self-organized, long-enduring, and self-governed system of resources. This type of regime began to change as early as the 18th century, under the pressure of influential commercial companies and the administrative reorganization of the post-Napoleonic states. Nowadays, joint forest management and alpine tourism are shaping a new heritage regime, based on sustainability and the valorization of the forests.
Progetto "nel bosco... immagino"
2022
l progetto intende integrare e arricchire la proposta culturale per “Bergamo Brescia capitale della cultura 2023” con numerose attività in una zona della città di Brescia ad alto valore ambientale, rivolgendosi a diverse fasce di popolazione, con particolare attenzione ai soggetti fragili - ospiti delle comunità del Centro San Giovanni di Dio - Fatebenefratelli, coinvolgendo anche scuole e famiglie. I laboratori previsti nella Valle di Mompiano-ex Polveriera, alla funzione di riabilitazione attraverso l’arte, affiancheranno anche l’educazione al rispetto e alla cura del territorio e la sensibilizzazione ai cambiamenti climatici. Territorio, ambiente, natura, arte, da proporre e vivere come beni comuni. Gli obiettivi primari del progetto sono focalizzati sul benessere delle persone, a partire dai più fragili; sulla vivibilità e fruizione di porzioni di città meritevoli di una maggiore valorizzazione; sulla partecipazione ad occasioni di incontro, relazione e vita di comunità. Fondazione Sipec - “Fondo il sasso nello stagno” - Luciana Rillosi, Alfredo Ghiroldi, Anna Soldati IRCCS Centro San Giovanni di Dio – Fatebenefratelli – Guido Uggeri, Chiara Cadeddu “Bobo Archetti” Fondazione Onlus – Marco Palamenghi, Paolo Fertonani Associazione “Gnàri dè Mompià” Odv – Mario Piovanelli, Alberto Pedrazzani Associazione “True Quality” – Giovanni Gandolfi nell’ambito di “Bergamo-Brescia: Capitale italiana della Cultura 2023”, - Progetti Culturali di Prossimità
Il bosco nel sistema agricolo delle Cinque Terre: Riomaggiore
Rivista di storia dell'agricoltura, 2013
Le Cinque Terre, e Riomaggiore in particolare, sono state oggetto di numerose indagini, le quali hanno considerato soprattutto la produzione vinicola e gli aspetti paesaggistici dei terrazzamenti. È stata in gran parte trascurata la funzione essenziale che hanno avuto le alture e le porzioni di territorio non vignato. La notevole estensione, che vigneto e terrazzamenti hanno raggiunto nei primi decenni del ’900, ha conferito loro un ruolo totalizzante che essi non avevano nei secoli precedenti. Infatti, il periodo metà ’800-metà ’900 può essere considerato unico per la storia di Riomaggiore sia come sviluppo demografico che come espansione della viticoltura. Il vignato, e con esso i terrazzamenti, hanno avuto per quest’area una presenza continua nel corso dei secoli, contribuendo a modellarne la conformazione in modo sostanziale ma, per lunghi anni, in un contesto di uso multiplo del territorio. I documenti del periodo medievale suggeriscono la presenza di una superficie vignata assai ridotta e frammentata, mentre nel XVII secolo la copertura delle terre vignate è poco più del 50% delle terre censite, la percentuale che si abbassa se si aggiungono le terre comuni. È quindi una situazione promiscua, dove attività legate alla silvicoltura e alla pastorizia coprono una parte rilevante del territorio comunale. Nello scorrere dei secoli possiamo osservare, seppure con una qualche discontinuità, una tendenza all’incremento del vigneto a scapito delle altre attività, soprattutto quelle legate all’allevamento. Un elemento fondamentale, che ha permesso questa espansione, è stata la stretta connessione con le comunità interne (quelle oltre il crinale delle colline litoranee) e, in particolare, la disponibilità di terreni in quei comuni, dove la coltura più diffusa è quella del castagno. Anche le comunaglie rivestono un ruolo centrale sia per le attività tipiche del bosco che per la pastorizia. Il cambiamento più radicale si ha durante l’800. In una fase di sviluppo demografico senza precedenti, che richiede una espansione del coltivo e una sua maggiore produttività, le modalità tradizionali di utilizzo delle comunaglie appaiono sempre più inadeguate. È in questo contesto che si arriva alla loro alienazione mediante la cessione a “particolari”, e al superamento dell’antico regime consuetudinario. Questi cambiamenti non sono indolori come dimostrano i contenziosi sia interni alla comunità di Riomaggiore che quelli con le comunità limitrofe. Un’attività strettamente connessa all’uso delle terre comuni è l’allevamento, soprattutto di ovini, importante sia per l’alimentazione degli abitanti che per la concimazione delle terre coltivate. Tuttavia, soprattutto a partire dal XIX secolo, la pastorizia perde progressivamente la sua rilevanza con l’espandersi del vigneto e con l’esigenza di una maggiore produttività agricola.
Il bosco come "male necessario"; alberi e uomini nella montagna italiana
Memoria e Ricerca, 1998
Nella montagna italiana del primo Novecento, in particolar modo quella appenninica - geologicamente più instabile,ma anche più popolata - l'uomo ha un rapporto estremamente contraddittorio con il bosco. Gli alberi sono un elemento essenziale per l'equlibrio naturale dell'ambiente montano, ma anche un diretto concorrente dei montanari nello sfruttamento di una risorsa molto scarsa; la terra. Ghino Valenti, il più autorevole economista agrario dell'Italia a cavallo tra Ottocento e Novecento, definisce in modo chiarissimo il legame conflittuale tra uomo e bosco: Il bosco, economicamente considerato, è un male necessario, a cui conviene sotto stare, solo in quanto la sua conservazione, o nuova formazione, siano indispensabili a mantenere la consistenza del terreno. Se questo fine si possa raggiungere in altri modi, tanto meglio. In quelle condizioni, in cui il pascolo, il prato, e gli stessi campi, lavorati con opportune opere di sostegno, possono sussistere senza perico lo, sarebbe stoltezza rinunziare al profitto ben più sollecito che da un esercizio ben regolato della pastorizia e dell'agricoltura può conseguirsi'.
Abetine e altri boschi nella tradizione francescana della Verna
Ricostituzione di boschi a dominanza di faggio con Abies alba nell'Appennino Tosco-Marchigiano. Guida al progetto LIFE08NAT/000371/RESILFOR, 2014
L'autore ripercorre la storia e le vicende colturali della foresta della Verna (Arezzo - Italia) e le mette in relazione con la visione francescana della natura. Ne deriva che la conservazione di questa foresta, che circonda l'omonimo convento francescano, fu realizzata non con una consapevolezza tecnico-selvicolturale, ma grazie alla volontà di conservarla nella forma più vicina a quella conosciuta da San Francesco nel 1224, quando vi ricevette le Stimmate.
"Nel bosco... immagino" - Relazione conclusiva
2024
Relazione di rendicontazione del progetto che ha inteso integrare e arricchire la proposta culturale per “Bergamo Brescia capitale della cultura 2023” con numerose attività in una zona della città di Brescia ad alto valore ambientale, rivolgendosi a diverse fasce di popolazione, con particolare attenzione ai soggetti fragili - ospiti delle comunità del Centro San Giovanni di Dio - Fatebenefratelli, coinvolgendo anche scuole e famiglie. I laboratori realizzati nella Valle di Mompiano-ex Polveriera, alla funzione di riabilitazione attraverso l’arte, hanno affiancato anche l’educazione al rispetto e alla cura del territorio e la sensibilizzazione ai cambiamenti climatici. Territorio, ambiente, natura, arte, da proporre e vivere come beni comuni. Gli obiettivi primari del progetto sono stati focalizzati sul benessere delle persone, a partire dai più fragili; sulla vivibilità e fruizione di porzioni di città meritevoli di una maggiore valorizzazione; sulla partecipazione ad occasioni di incontro, relazione e vita di comunità. Fondazione Sipec - “Fondo il sasso nello stagno” - Luciana Rillosi, Alfredo Ghiroldi, Anna Soldati IRCCS Centro San Giovanni di Dio – Fatebenefratelli – Guido Uggeri, Chiara Cadeddu “Bobo Archetti” Fondazione Onlus – Marco Palamenghi, Paolo Fertonani Associazione “Gnàri dè Mompià” Odv – Mario Piovanelli, Alberto Pedrazzani Associazione “True Quality” – Giovanni Gandolfi nell’ambito di “Bergamo-Brescia: Capitale italiana della Cultura 2023”, - Progetti Culturali di Prossimità