Lettere pugliesi. Tommaso Fiore e Leonardo Sciascia (original) (raw)

Tommaso Di Dio, Gianluca Furnari e Pietro Cagni (Rai News Poesia, 2016)

La poesia continua; non può non continuare: sembra che continuare sia il suo più essenziale e forte e profondo messaggio. Ogni qual volta che se ne senta più scorata la presenza, più perdute sembrino tutte le ragioni perché continui, ecco che, dalla crepa più arida dell'interruzione, sopraggiunge, all'istante, la poesia a dire di noi, a dire qualcosa che continua sottotraccia, che si credeva smarrito e obnubilato da infinite soglie di stupide deviazioni. È con questa impressione sulle labbra che mi accingo a parlare di due giovani libri di due altrettanto giovani autori che emergono, negli ultimi mesi del 2015, con il loro esordio nel campo aperto della poesia italiana. Sto parlando di Vangelo Elementare (Raffaelli, Rimini 2015) di Gianluca Furnari (nato nel 1993) e di Adesso è tornare sempre (Le farfalle, Catania 2015) di Pietro Cagni (nato nel 1990)

Sciascia e i nomi dell’Alfabeto pirandelliano

«il Nome nel testo», XX, Edizioni ETS, Pisa, 2018, 2018

This paper is intended as a analysis of onomastics in Leonardo Sciascia’s Alfabeto Pirandelliano (1989). Sciascia identifies 33 lemmas through which he «narrates» various biographical, stylistic, aesthetic, linguistic elements of the literary work of Luigi Pirandello. The author of Racalmuto highlights key names (for example: Sicilia, Pascal, Abba, Landi) and from them weaves the descriptive or argumentative fabric of his narrative.

«L’onorevole» e «il giullare di provincia». Incontro e scontro letterario tra Sciascia e Vassalli

Il contributo è dedicato alla vicenda editoriale del "Giorno della civetta" in edizione scolastica, pubblicato nel 1972. Come riportato in alcune autorevoli biografie, il testo fu censurato da Vassalli all’insaputa di Sciascia. Il saggio rivela invece, rileggendo lo scambio epistolare tra la casa editrice e gli scrittori coinvolti, che Vassalli, proponendosi come «glossatore di testi canonici» ricevette in cambio il dattiloscritto che era già «stato in mano allo stesso Sciascia» ed elaborato dalla redazione; l’aggiunta delle note continuò quindi un lavoro già cominciato da altri, tanto che a fine lavoro lo stesso Vassalli scrisse a Daniele Ponchiroli: «non mi par giusto appropriarmi del lavoro altrui (e una trentina di note di questo libro non sono state da me compilate)» e con fine umorismo avanguardista aggiunse: «[...] Desiderei che autrice dell’apparato di note figurasse una mia cara anagrammatica amica, la prof.ssa Ebe Sally Nastasio». In effetti il “caso Sciascia-Vassalli” trova la sua vera origine nel 1993, anno d’uscita del "Cigno", un romanzo sulla Sicilia che innescò una dura polemica sul rapporto tra mafia e letteratura a partire dall’accusa di Vassalli agli scrittori siciliani, lanciata dalle colonne del “Corriere”, di essere omertosi: risposero in molti, da Gesualdo Bufalino a Elvira Sellerio, ma fu soprattutto Vincenzo Consolo a replicare duramente ritorcendo l’accusa di aver censurato in passato Sciascia. Il contributo rimette ordine nella vicenda e restituisce il punto di vista degli autori sulla funzione della lettaratura, tra storia e narrazione.

Sciascia scrittore europeo Adi

In I cantieri dell'italianistica. Ricerca, didattica e organizzazione agli inizi del XXI secolo. Atti del XVIII congresso dell'ADI -Associazione degli Italianisti (Padova, 10-13 settembre 2014), a cura di Guido Baldassarri, Valeria Di Iasio, Giovanni Ferroni, Ester Pietrobon, Roma, Adi editore, 2016 Isbn: 9788846746504 Come citare: Url = http://www.italianisti.it/Atti-di-Congresso?pg=cms&ext=p&cms\_codsec=14&cms\_codcms=776 [data consultazione: gg/mm/aaaa] I cantieri dell'Italianistica © Adi editore 2016 1 RICCIARDA RICORDA Sciascia scrittore europeo La collana «Sciascia scrittore europeo», avviata nel 2011 presso l'editore Olschki, con il sostegno dall'associazione Amici di Leonardo Sciascia, è volta ad approfondire la ricerca sui rapporti dello scrittore con la cultura europea. Dopo il primo volume, Troppo poco pazzi. Leonardo Sciascia nella libera e laica Svizzera, curato da Renato Matrimoni, anche il secondo, Leonardo Sciascia e la Jugoslavia. «Racconto ai miei amici di Caltanissetta della Jugoslavia e di voi: con entusiasmo, con affetto», è dedicato allo studio di una zona ancora poco indagata: vi si ripercorrono tempi, modalità, caratteri dei contatti di Sciascia con il mondo balcanico, contatti di cui si fornisce qui una sintetica analisi.

La Sicilia spagnola di Leonardo Sciascia

Zibaldone: Estudios Italianos, 2020

Dallo scoppio della Guerra civil , la cultura spagnola si e imposta nella formazione intellettuale di Leonardo Sciascia fino a diventare per l’autore unospecchio attraverso cui poter rileggere le proprie origini siciliane. Nelle svariate indagini storiche, culturali e letterarie dedicate da Sciascia alla sua isola, percio, sono costanti i richiami alla dimensione iberica, secondo un prolifico processo assimilativo di cui questo studio vuole illustrare i momenti piu significativi tra quelli meno visitati dalla critica. Infine, seguendo le tesi di Eugenio d’Ors, si proporra una sintesi a questo “dialogo mediterraneo” attraverso una categoria storico-artistica estremamente coerente con l’idea sin qui delineata di una “Spagna come metafora”: il barocco.

Su alcune parole di Sciascia e di Cardarelli

Su alcune parole di Sciascia e di Cardarelli Posteriori di solo due anni alle Favole della dittatura 1 , le liriche de La Sicilia, il suo cuore 2 , pubblicate in tiratura limitata con i disegni di Emilio Greco e poi raccolte nella Piccola Biblioteca Adelphi nel 1997, costituiscono un unicum nell'universo letterario sciasciano, un'esperienza mai più ripetuta nella produzione dell'autore che affiderà, da questo momento in poi, solo allo spazio del saggio e della narrativa la rappresentazione della sua terra. Sin dalle prime voci critiche sono state stabilite relazioni e affinità con la prosa, cui la raccolta tendeva «irresistibilmente, e significativamente» 3 , modulandosi sul verso lungo dell'amato, e tradotto, Whitman e dunque sul Pavese lirico dei Mari del Sud 4. Un fondo di «antica solitudine ungarettiana» ne chiariva le «plaghe puramente esistenziali e maggiormente solipsistiche» 5 nonostante il «ritmo ampio e disteso, narrativo» 6 concedesse poco a microeversioni grammaticali quali «sostantivi assolutizzati e senza articoli», «plurali indeterminati», o «sintagmi piegati in direzione orfico-liturgica» 7. Inversamente, nelle quasi coeve Favole della dittatura, Pasolini individuava una leggerezza quasi calviniana, una capacità della parola di aleggiare sul materiale greve dell'oppressione politica slontanandolo attraverso una lente rimpicciolente: dono, questo, di una musa impura (per usare un'immagine di Sinisgalli) che ispirerà anche Le parrocchie di Regalpetra 8. Il trasvolare di «rapidissimi sintagmi» 9 , le chiuse simili a «brevi liriche» 10 , richiamando al «quadretto di genere alessandrino, alla maiolica orien