Pertinentivo, in G. Rocca (a cura di), Le lingue dell’Italia antica. Iscrizioni, testi, grammatica - Die Sprachen Altitaliens - Inschriften, Texte, Grammatik - In memoriam Helmut Rix (1926-2004), in «Alessandria» 5, 2011, pp. 17-44 (original) (raw)

1. Il tema che ho scelto di trattare concerne un aspetto notoriamente problematico della grammatica dell'etrusco ricostruito: quel caso (morfo-logico) che, seguendo la terminologia introdotta da Helmut Rix, viene or-mai unanimemente etichettato come "pertinentivo". Richiamo brevemen-te, a mo' di sfondo minimale per quanto dirò, due o tre punti. Come si sa, l'etrusco è una lingua flessiva, che mostra una presenza massiccia di procedure agglutinative, chiaramente e inequivocabilmente denunciate dalla corrispondenza univoca tra morfemi e categorie grammaticali (altrimenti detto, dal carattere non cumulativo dell'esponenza morfologica) 1 : per esempio, nella morfologia nominale, che è quella che ci interessa qui, la flessione consiste nella aggiunzione di una marca morfologica ad una base non marcata, quel "caso assoluto" o "assolutivo" che viene impiegato per la codificazione del soggetto, ed anche dell'oggetto non pronominale (l'uso di "nominativo" pare inadatto a segnalarne il carattere non marca-to) 2. Questo è di per sé evidente, ed è stato da tempo e ampiamente rico-nosciuto (anche se non proprio in questi termini). Come segnalavo ormai diversi anni fa 3 , a questo tipo di procedure si accompagnano in etrusco molti dei caratteri significativi di quello che Vladimir Skalička 4 definisce Luciano Agostiniani pERTINENTIVO Alessandria 5-2011, pp. 17-44. 1 La diffusa concezione, ampiamente presente anche nella manualistica, secondo la quale la morfologia agglutinante si fonderebbe sul fatto che, in essa, le sequenze di morfemi che compongono una parola sono facilmente segmentabili, è largamente fuorviante: se nelle lingue agglutinanti i morfemi sono facilmente identificabili, ciò si deve al fatto che, appunto, essi sono portatori, indipendentemente, di un significato lessicale o grammaticale. 2 AGOSTINIANI 2008, p. 157, nota 29. 3 AGOSTINIANI 1993, p. 24 e passim. 4 per una valutazione dell'apporto di Skalička alla tipologia linguistica rimando alla panoramica di Horst Geckeler (GECKELER 1984, p. 146), nonché ovviamente a SGALL 1986; e si veda anche DRESSLER 1985a-b. In anni più recenti, si richiamano alla tipologia di Skalička alcuni lavori di Frans plank (pLANK 1991 e 1999) e da