Michelangelo Buonarroti poeta alla ricerca di un accordo musicale (original) (raw)
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"Lontano dalle dispute, visse di sola musica". Un manoscritto inedito di Giovanni Sgambati
In tenera età Giovanni Sgambati aveva cantato da contralto in chiesa e si era fatto conoscere anche come autore di musica sacra. Sua madre, essendo rimasta vedova, andò a stabilirsi a Trevi in Umbria, dove egli si dedicò, oltre allo studio del piano, a quello dell’armonia con Tiberio Natalucci, che era stato un allievo di Zingarelli al Conservatorio di Napoli. Il trasferimento in Umbria, “lontano dalle dispute politiche, letterarie e culturali in genere, lo fece vivere di sola musica”. Giovanni Sgambati, come si evince dall’attenta analisi e ricognizione del carteggio conservato presso la Biblioteca Casanatense di Roma, oltre che un’icona nel panorama musicale del concertismo e della didattica italiana, fu un organizzatore instancabile della vita musicale nella seconda metà dell’Ottocento e fu un musicista al quale in tanti sentirono di potersi avvicinare. Le attestazioni di stima e gratitudine costellano i documenti del Fondo Sgambati, lasciando così emergere l’intensa opera protettrice e promotrice nei confronti dei musicisti particolarmente valenti. Il manoscritto dell’offertorio per tenore e organo Assumpta est presenta, oltre alla firma dell’autore, la seguente dedica: “composta per il bravo e caro amico Policarpo Cardelli. Spoleto 20 agosto 1886”. La firma e la grafia di Sgambati, come confermato anche dalla direttrice Rita Fioravanti, appaiono compatibili con altre partiture manoscritte conservate nel fondo Sgambati della Biblioteca Casanatense. Il brano era stato composto, verosimilmente, in occasione delle celebrazioni per l’Assunta, a cui la basilica spoletina è dedicata. Policarpo Cardelli, nativo di Terni, aveva ricoperto il ruolo di tenore nella Cappella del Duomo di Spoleto a partire dal 1850 (Sgambati aveva soggiornato stabilmente a Trevi fino al 1860 ed è in questo periodo che i due potrebbero aver già fatto conoscenza). Contemporaneamente, abbiamo notizia della sua della sua presenza come cantante nelle stagioni d’opera a teatro e della sua attività presso la banda di Matelica in qualità di direttore. Dal 1885 al 1898 risulta stipendiato dall’Opera del Duomo con il ruolo di sopranista, con un compenso di Lire 46.75 mensili. Tale onorario, se raffrontato con quello dell’altro cantore stabile e con quello del maestro di cappella, ci fa capire come fosse il musicista maggiormente tenuto in considerazione all’interno della diocesi spoletina. Anche se Sgambati viene spesso catalogato come un “pioniere della rinascita strumentale italiana”, aveva già dato numerose prove di essere un ottimo compositore vocale. A Roma aveva studiato con Giovanni Aldega, un conservatore in musica nelle cui composizioni sacre si note l’applicazione alla musica ecclesiastica dei virtuosismi canori propri dello stile del melodramma. Sgambati aveva attinto da lui le basi della tecnica compositiva, ma successivamente, da Liszt, l’atteggiamento attivo nella società in rapido cambiamento che lo circondava e, quindi, una maggiore attenzione alle più aggiornate tendenze musicali e a uno sforzo per adeguarne la produzione artistica. L’esame della composizione conferma che siamo di fronte ad un brano diverso rispetto allo stile semplice e quasi ingenuo dei primi lavori sacri. Oltre la soluzione del tradizionalismo nazionale, al di là dell’influenza lisztiana che si palesa in colori armonici organizzati secondo una logica non tonale, l’analisi di questa partitura mostra uno Sgambati che sembra perseguire una terza via: la soluzione della linea melodica accompagnata dall’organo o in armonia o con semplici imitazioni all’interno di un discorso prevalentemente tonale. Questi tre indirizzi si fondono in maniera complementare, conducendo ad un esito stilistico originale.
Programma di sala del Settimo concerto del 24° Festival di Milano Musica (ottobre-novembre 2015). 23 ottobre 2015, ore 20:30 Auditorium San Fedele, Milano Quatour Diotima (esecutori): - Bruno Maderna, Quartetto per archi in due tempi (1955) - Stefano Gervasoni, Clamour. Terzo quartetto per archi (2015) - Ludwig van Beethoven, Quartetto n. 16 in fa maggiore op. 135 (1826) Trasmesso in differita da RAI - Radio Tre
Jacopo Vittorelli, fortuna letteraria, fortuna musicale
Il nome di Jacopo Vittorelli (1749-1835) oggidì poco dice ai più; eppure al tempo suo, per quasi mezzo secolo, rappresentò una sorta di riferimento fisso per gli amanti e i cultori di poesia tanto che le diverse edizioni delle sue liriche sono da considerarsi, per usare termini moderni, long seller, oltre che best seller. Senza considerare fogli sparsi, pubblicazioni occasionali, inserzioni antologiche, a partire dal 1784 sino alla metà dell'Ottocento conteggiamo più di trenta edizioni monografiche con versi di Jacopo Vittorelli.
Michelangelo Buonarroti ordine della natura caos dell'esistenza
2021
Michelangelo was the most innovative and modern artist in the history of art. Undisputed protagonist of the Reinassance and precursor of its overcoming, first true artist who combines genius and insanity. His approach to art associates a search for perfection and formal beauty and moral and spiritual components (matters), related to the complexity of his inner torment. His artistic production depends on his unique personality, between Neoplatonism and Christian religion, between perfect and unfinished works, between order and chaos.
Michelangelo e la furia della figura – Reading musicale
2008
Tra scultura, pittura e scrittura poetica, la storia di Michelangelo. Testo di un reading musicale scritto e letto da Noemi Ghetti con l’accompagnamento di Marika Lombardi (oboe e oboe d’amore) nella Loggia del Romanino del Castello del Buon Consiglio di Trento il 31 luglio 2008, nell’ambito del VII Festival Risonanze Armoniche.
Per la datazione del manoscritto dei sonetti di Vittoria Colonna per Michelangelo Buonarroti
, in Michelangelo e Vittoria Colonna: amicizia, arte, poesia, spiritualità dall?assedio di Firenze all’apertura del Concilio di Trento, a cura di Veronica Copello e Andrea Donati, Todi (PG), Tau Editrice, 2022, pp. 95-119, 2022
Nel ms. Vat. lat. 11539 Enrico Carusi riconobbe nel 1938 la raccolta di 103 sonetti spirituali che Vittoria Colonna donò a Michelangelo Buonarroti, datandolo tra la fine del 1540 e i primi mesi del 1541 sulla base di una lettera scritta dall’artista nel 1551. L’esame delle varianti che investono i sonetti condivisi con altro manoscritto di rime di Vittoria Colonna, il Laurenziano Ashburnhamiano 1153, databile con sicurezza al primo semestre del 1540, induce ad anticipare l’allestimento della raccolta donata a Michelangelo non oltre i mesi finali del 1539. ★ In the manuscript Vat. lat. 11539 Enrico Carusi identified, in 1938, a collection of 103 spiritual sonnets that Vittoria Colonna gave to Michelangelo Buonarroti, dating it between the end of 1540 and the early months of 1541 on the basis of a letter by the artist penned in 1551. The study of the variants relating to the sonnets – also found in another manuscript containing Vittoria Colonna’s rhymes, the Laurenziano Ashburnhamiano 1153, datable with certainty to the first half of 1540 – suggests that the preparation of the collection given to Michelangelo goes back to no later than the final months of 1539.
Sui drammi per musica di Alessandro Scarlatti dopo il 1702
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Il volume concerne i drammi per musica di Alessandro Scarlatti dal "Flavio Cuniberto", allestito a Pratolino nel 1702, alla "Griselda", apparsa a Roma nel 1721. Vengono prese in considerazione le 'prime' intonazioni la cui responsabilità sia attribuibile per intero al musicista palermitano, più le tarde rielaborazioni d’autore per Roma di due dei lavori scritti originalmente per Pratolino: "Turno Aricino" (1720) e "Arminio" (1722). La materia è suddivisa in due parti: la prima contiene sia un esame dei soggetti, dei nuclei drammatici e degli eventuali accomodi (in caso di libretti di lungo corso), sia un quadro delle caratteristiche stilistiche e formali della musica in ottica generale e sistematica; la seconda parte descrive più in dettaglio, e in prospettiva cronologica, le intonazioni di cui sussistano fonti, in specie riguardo ai rapporti e alle alternative possibili fra musica, parole e gesto negli snodi melo-drammatici di maggior rilievo.