Umberto Roberto, Il secolo dei Vandali (original) (raw)
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Il tempo dei Vandali e dei Bizantini
Il tempo dei Vandali e dei Bizantini, 2022
La Sardegna dal V al X secolo d.C. Un volume particolarmente innovativo e necessario che ricostruisce il periodo meno indagato e conosciuto della lunga storia di Sardegna. Una narrazione animata da immagini fotografiche e grandi tavole a colori che accompagnano il racconto della nascita dei primi nuclei delle attuali città della Sardegna e delle dinamiche economiche, religiose e sociali nelle quali l’intera Isola riconosce oggi un comune sostrato identitario e culturale. © 2022 ILISSO EDIZIONI - Nuoro www.ilisso.it ISBN 978-88-6202-420-4
Follie di guerra nella Paura di Federico De Roberto
ADI, atti del convegno di Pisa (12-14 settembre 2019), 2021
La prima guerra mondiale segna l'evento di rottura di un'età di passaggio problematica. L'Italia si ritrova alle prese con una nuova tipologia di malattia mentale: è lo "Shell Shock", la follia di guerra. Quando la letteratura comincia a raccontare l'evento bellico, lei figura tra i protagonisti, come nel racconto La Paura di Federico De Roberto. Il lavoro si propone di analizzarlo, rintracciandovi forme e riferimenti della particolare tematica.
Da Costantino ai Vandali: aspetti della visione orosiana della storia.pdf
Orosius’ providentialistic vision was often criticized because it was considered limited, elementary, ideologized. This paper aims to demonstrate, throught two examples (the murder of Crispus, Constantine’s son, and the attacks of the Barbarians against the empire), that Orosius perfectly knew some fundamental questions posed by history to the Christians and that he showed the ability to understand the historical dynamics: according to Orosius, the prime mover of history is God, but man’s free will, as devil’s intervention, can influence events; moreover, he realized the painful tension between the must be of every Christian and the weakness of the human nature. In conclusion, his work shows attention, not always recognized by the modern scholars, to the escatological aspects of his thought.
Il presente volume riunisce le relazioni presentate in occasione del Convegno tenutosi a Messina presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne il 29 e 30 ottobre 2014 in memoria di Vincenzo Aiello. In questa occasione, studiosi di varia nazionalità e formazione scientifica hanno ricordato il giovane collega prematuramente scomparso con contributi legati a tematiche a lui particolarmente vicine. Dopo alcuni interventi volti a delineare la personalità scientifica dello studioso, i lavori sono stati divisi in due sezioni: la prima, relativa alla figura di Costantino, al suo Fortleben e alle dinamiche politiche e religiose del IV secolo; la seconda riguardante l’incidenza della presenza dei Vandali nel bacino del Mediterraneo nel V secolo e la nuova geografia politica determinata dalla conquista dell’Africa. I saggi raccolti offrono contributi originali alle problematiche archeologiche, numismatiche, storico-istituzionali, storico-religiose, giuridiche ed economiche dei periodi in questione e contribuiscono a tracciare un quadro più ricco in termini di idee e di risultati per le future ricerche in questi campi.
Amaduri - Documenti dal fronte: l'epistolario di Federico De Roberto e i suoi "racconti di guerra"
Annali della Fondazione Verga, 2017
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Federico De Roberto stava attraversando una fase di astenia creativa, dalla quale uscì proprio grazie al conflitto bellico. Tra il 1919 e il 1923 egli pubblicò nove racconti di diversa qualità artistica, con alcuni vertici di assoluta maestria (La paura, in primis, o Il rifugio). Come era sua consuetudine, l’autore attinse il più possibile alla realtà attraverso una meticolosa opera di documentazione. Scorrendo l’intero epistolario dello scrittore, l’articolo fornisce una disamina dettagliata dei suoi corrispondenti che parteciparono al conflitto e che gli fornirono testimonianza di esso, attraverso le lettere spedite dal fronte. Il presente lavoro arricchisce, dunque, la ricostruzione delle fonti utilizzate da De Roberto per comporre il proprio immaginario bellico. Tra il materiale inedito è presente una lettera, del 1915, inviata dallo scrittore a un amico in zona di guerra: essa pare essere l’unica missiva derobertiana diretta al fronte superstite ma sconosciuta alla critica. At the outbreak of the First World War, Federico De Roberto was going through a period of creative asthenia but the conflict gave him the opportunity to change his state. From the 1919 to the 1923 he published nine stories of different artistic quality with few apexes of absolute mastery (La paura, in primis, or Il rifugio). As usual for him, the author drew on true experiences thanks to a meticulous documentation. Examining De Roberto’s whole epistolary, this article offers a detailed analysis of his correspondents who took part in the war, sending him their testimonies by letters from the front. Therefore, the work increases the reconstruction of the sources used by De Roberto to build his war imagery. Among his correspondence was founded only one letter sent by De Roberto to a friend in a war zone on the 1915, published few years later, and then forgotten by the criticism.
Il ‘secolo’ dei Centurione nel palazzo di Strada Nuova
5 famiglie 5 storie 1 dimora affascinante. Palazzo Lomellino in Strada Nuova (catalogo della mostra, Genova 9 maggio - 31 ottobre 2021), a cura di Valentina Borniotto, con la collaborazione di Daniele Sanguineti, Genova, Sagep, 2021, 2021
Layout del testo: Matteo Annibaletto Layout della copertina: Paolo H. Kirschner Nella collana Antenor Quaderni sono pubblicate opere sottoposte a revisione valutativa con il procedimento in «doppio cieco» (double blind peer review process), nel rispetto dell'anonimato dell'autore e dei due revisori. I revisori sono professori di provata esperienza scientifica, italiani o stranieri, o ricercatori di istituti di ricerca notoriamente affidabili. Il revisore che accetti l'incarico di valutazione, formula il suo giudizio tramite applicazione di punteggio da 1 a 5 (sufficienza: 3 punti) in relazione ad ognuno dei seguenti profili: originalità o rilevanza della trattazione; sviluppo e coerenza interna delle argomentazioni; conoscenza degli studi pregressi sull'argomento; livello di leggibilità e correttezza formale (sintattico-stilistica). Il valutatore fornisce inoltre un giudizio complessivo sull'apparato illustrativo e indica se l'opera sia pubblicabile nella versione presentata senza modifiche, pubblicabile dopo le modifiche suggerite, se sia da riesaminare dopo un'attenta rielaborazione oppure da rigettare. Quindi, il valutatore fornisce un giudizio conclusivo con dettagliate indicazioni sulle eventuali modifiche da apportare. Nel caso di giudizio discordante fra i due revisori, la decisione finale sarà assunta dai direttori responsabili della Collana e dal comitato scientifico, salvo casi particolari in cui i direttori medesimi provvederanno a nominare un terzo revisore cui rimettere la valutazione dell'elaborato. Le valutazioni sono trasmesse, rispettando l'anonimato del revisore, all'autore dell'opera. L'elenco dei revisori e le schede di valutazione sono conservati presso la sede della Collana, a cura della redazione. Il termine per lo svolgimento dell'incarico di valutazione accettato è di venti giorni, salvo espressa proroga, decorsi i quali, previa sollecitazione e in assenza di osservazioni negative entro dieci giorni, il direttore della Collana e il comitato scientifico, qualora ritengano l'opera meritevole, considerano approvata la proposta. A discrezione del direttore responsabile e del comitato scientifico sono escluse dalla valutazione opere di indubbia meritevolezza o comunque di contenuto da ritenersi già adeguatamente valutato in sede accademica con esito positivo, per esempio scritti pubblicati su invito o di autori di prestigio, atti di particolari convegni, opere collettive di provenienza accademica.
F. PERONACI, Il ganglio. Il sequestro Orlandi negli anni della guerra fredda in Vaticano
Uno degli elementi ricorrenti dei misteri irrisolti, che costellano la storia dell'Italia repubblicana, è certamente l'opacità dei centri di potere coinvolti, ossia la capacità di proteggere i segreti che potrebbero condurre alla verità attraverso un continuo gioco di specchi, di false rivelazioni, di sottili menzogne che compromettono la ricostruzione oggettiva dei fatti. Ed è qui che entra in gioco il lavoro insostituibile del giornalismo d'inchiesta, che non si accontenta dei comunicati ma cerca i fatti che vi stanno sotto, nella convinzione che la loro conoscenza rappresenti un diritto civile fondamentale. “Il ganglio” di Fabrizio Peronaci si inserisce a pieno titolo in questo filone giornalistico, fornendo nuovi particolari su un caso di cronaca nera che ha coinvolto le istituzioni laiche e religiose fino ai massimi livelli.