La responsabilita' della parola. Lorenzo Milani da Barbiana a Hong Kong (original) (raw)
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Dal dominio sulla parola all’arte di scrivere: don Milani
“Segno”, 187 (1997), pp. 36-48
a Lorenzo e a Tommaso Prendo come punto di partenza un'osservazione fra le più penetranti che siano state fatte su Lorenzo Milani, secondo cui la chiave della sua attività e della sua vita stessa stava "nel non presupporre ed anzi nell'escludere qualsiasi 'mediazione'", ossia nell'assenza di riferimenti a fonti o autorità, di modo che "nulla si frappone fra chi parla e chi ascolta". Questa attitudine, "come di chi si è posto in prima persona di fronte a tutto il mondo", è il carattere proprio della sua scrittura, "così evidente da passare inosservato", e tale da rendere il lettore particolarmente disponibile (o avverso) perché "ciò che viene detto lo riguarda quanto riguarda chi parla" 1 .
Oltre Barbiana. Franco Fortini e Lorenzo Milani
in «L'ospite ingrato. Rivista online del Centro Interdipartimentale di Ricerca Franco Fortini», 9, gennaio-giugno 2021, pp. 151-167.
Dalla seconda metà degli anni Sessanta Fortini comincia una lunga carriera da docente, prima a scuola e poi all’Università. In questo periodo svolge una intensa riflessione sul ruolo e la funzione dell’insegnante, sulle istituzioni scolastiche e accademiche, sui libri di testo e sulle modalità di insegnamento confrontandosi anche con altre esperienze, tra cui quella di Milani. Sebbene il nome del sacerdote torni più volte nel corso del tempo negli scritti di Fortini, due sono i momenti di maggior impegno critico. Il primo nel 1967 in occasione di un confronto ospitato sulle colonne dei «Quaderni piacentini» e il secondo in un convegno sulla figura di Milani nel 1980. Il contributo si propone di ripercorrere tali occasioni mettendole a confronto per valutare l’evolversi nel tempo delle posizioni di Fortini. Partendo da queste considerazioni ed evidenziando vicinanze e distanze tra i due autori, il saggio vuole offrire elementi utili a comprendere meglio non solo la posizione Fortini nei confronti del priore di Barbiana ma l’idea stessa di educazione che intendeva proporre e che tanta importanza ebbe nelle sue coeve riflessioni sulla società e sui mutamenti sociali.
Lingua e "Rivoluzione" in Don Milani
Quaderni Di Intercultura, 2012
After forty years from his death, Don Lorenzo Milani continues to be at the centre of a widespread debate. He provoked the whole world of education by inspiring many changes in the common methods to learn language and in a rethinking of the objectives of linguistic learning. The secret of the teacher, according to Don Lorenzo, lies in paying attention to the words, to take care of them, and to analyze their stories by means of etymologies. Within every single word there is an educational pathway that the teacher and his pupil can follow together. Voler pensare senza le parole è un tentativo insensato. Si ritiene di solito, è vero, che ciò che c'è di più alto sia l'ineffabile. Ma è questa un'opinione superficiale e senza fondamento; infatti in realtà l'ineffabile è il pensiero oscuro, il pensiero in stato di fermentazione, che non diviene chiaro finché non trova la parola. La parola quindi dà al pensiero la sua esistenza più alta e più vera. (G.W.F. Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche, § 450) Non faccio più che lingua e lingue. Mi richiamo dieci venti volte per sera alle etimologie. Mi fermo sulle parole, gliele seziono, gliele faccio vivere come persone che hanno una nascita, uno sviluppo, un trasformarsi, un deformarsi. (don Lorenzo Milani, Lettera al direttore del Giornale del mattino del 28 marzo 1956) * Docente a contratto presso l'Università di Messina nel settore scientifico disciplinare M-FIL/05.
Editoriale - Don Milani e l’eterogenesi dei fini
2017
Don Milani e l'eterogenesi dei fini All'indomani della scomparsa di don Milani, avvenuta a soli 44 anni a Firenze il 26 giugno 1967, Aldo Capitini ebbe a pronunciare parole il cui profondo significato profetico abbiamo apprezzato solo col tempo: «Di Don Lorenzo Milani»scrisse-«si parla e si parlerà più dopo la sua morte, di quanto non si sia fatto durante la sua vita» 1. A distanza di mezzo secolo, il priore di Barbiana continua ad esercitare una forte fascinazione e a turbare le coscienze, ma anche a far rinverdire, periodicamente, il desiderio di trovare una spiegazione "convincente" a quella sua inusitata idea, per molti un po' folle, di dare d'emblé un calcio alle agiatezze di famiglia, per andare a "imprigionarsi" prima in un seminario e poi in un abito talare. Continua a sembrare impossibile che un giovane, se pur un po' bizzarro qual era don Lorenzo, abbia potuto decidere di darsi in toto a Dio e ai suoi giovani parrocchiani, come ha fatto lui. Valga come esempio il recente libro di Walter Siti, Bruciare tutto, che ha rintuzzato con la sua (allusiva?) dedica a don Milani i retropensieri di molti, rinforzando, credo, la decisione stessa di papa Francesco di recarsi a Barbiana, per conferire a quell'esperienza una sorta di sigillo divino 2. Quest'anno, trattandosi del cinquantenario, le rievocazioni si sono rincorse più di sempre, in Italia come all'estero, con elogi e critiche. Un rito che invero si ripete da parecchio e che, da qualche anno a questa parte, ha visto crescere un'acredine rancorosa che merita di non essere sottaciuta, anche per i luoghi comuni che rimbalzano da una testata all'altra e che fanno pensare ad una lettura o un po' affrettata o maliziosa dell'autentico messaggio donmilaniano e di quello dei suoi ragazzi. Prescindo ovviamente dalle motivazioni profonde di don Milani di
Don Lorenzo Milani e il suo direttore spirituale don Bensi
Vivens Homo, 2019
Don Raffaele Bensi (1896-1985), an essential and discreet figure of Florentine Catholicism in the twentieth century, was the priest who welcomed the conversion and the (simultaneous) priestly vocation of Lorenzo Milani and accompanied him throughout his intense and brief ministerial life. The article, based above all on that part of the Bensi-Milani epistolary which is accessible today, shows that the figure of Don Bensi was of unique importance in the life of the priest of Barbiana and sheds light on the criteria of spiritual discernment followed by Don Milani even during his moments of greatest tension. Don Raffaele Bensi (1896-1985), figura essenziale quanto discreta del cattolicesimo fiorentino del novecento, fu il prete che accolse la conversione e la (simultanea) vocazione presbiterale di Lorenzo Milani e lo accompagnò per tutta la sua intensa e breve vicenda ministeriale. L'articolo, fondato soprattutto su quella parte dell'epistolario Bensi-Milani ad oggi accessibile, evidenzia che la figura di don Bensi rivestì un'importanza unica nella vita del prete di Barbiana e getta una luce sui criteri del discernimento spirituale seguiti da don Milani anche durante i momenti di maggiore tensione.
In the 50th anniversary both of Lorenzo Milani’s death and the publication of Lettera a una professoressa, in light of Pope Fran- cis’ visit to Barbiana, several aspects of Milani’s teaching turn out to be extremely modern. This paper highlights the connection between Milani’s pioneering denouncement of a corrupt system of wielding power and Pope Francis’s condemnation of corruption. Nel 50° anniversario della morte di Lorenzo Milani e della pubblicazione di Lettera a una professoressa, alla luce della visita di papa Francesco a Barbiana, molti aspetti dell’insegnamento di Milani appaiono di straordinaria attualità. L’articolo vuole mostrare come uno di essi, la denuncia del sistema di potere corrotto, si colleghi, anticipandola, alla condanna della corruzione da parte di papa Francesco.