Comunicare la filosofia, agire nel mondo. Gli scritti popolari fichtiani degli anni 1804-06 (original) (raw)

“Il Socrate Veneziano, Trifon Gabriele: Tre scritti filosofici,” Historia philosophica, 13 (2015): 11-31.

The paper explores Trifon Gabriele's philosophical works : (1) Espositione sopra li versi del vi. di Virgilio. Principio caelum, ac terras ; (2) Del flusso, et reflusso del mare ; (3) La spheretta. All these writings focus on meteorology and their analysis shows the complex intellectual figure of Gabriele and his multiplicity of interests. Gabriele develops a form of eclectic philosophy that can not be understood or within Platonism nor within Aristotelianism. His eclectic perspective was peculiar of the cultural milieus outside the university, as the academies, which were more open to the contamination of various philosophical traditions.

La vita divina e il compimento della filosofia trascendentale fichtiana

Archivio di Filosofia (peer reviewed Journal) pp. 391-424, 2004

Com'è possibile la manifestazione della vita divina? Questo è l'interrogativo che ha mosso la ricerca di J.G. Fichte nelle tarde esposizioni berlinesi della sua dottrina e nelle personali meditazioni contenute nel suo diario filosofico da poco pubblicato. 1 Se il Versuch einer Kritik aller Offenbarung 2 apriva la sua carriera pubblica di filosofo con l'indagine delle condizioni di possibilità della Rivelazione storica, la sua ricerca si conclude con questa mole di materiale non pensato per la pubblicazione, in cui il sistema si dispiega nella sua complessità e nella sua quotidiana e incompiuta problematicità. La nostra ricerca si focalizzerà sull'analisi del testo della Staatslehre 1813 e sul confronto del materiale in questa contenuto con il Diarium fichtiano redatto tra il 1813 e il 1814 (anno della sua morte). Archivio di Filosofia, LXXI, 2003, pp. 391-424 1 R. LAUTH (Hsg.), Ultima Inquirenda. J.G. Fichtes letzte Bearbeitungen der Wissenschaftslehre. Ende 1813 / Anfang 1814, Frommann-Holzboog, 2001. In questo volume è contenuto (pp. 131-426) il Neues Diarium, che è il terzo e ultimo, redatto dal 25 ottobre 1813 al 16 gennaio 1814, cioè fino a due settimane prima della morte. I manoscritti di altri due diari redatti nel corso del 1813 sono in corso di decifrazione ad opera della Fichte-Kommission di Monaco. 2 L'opera è contenuta nel volume I,1 della edizione critica delle opere (Fichtes Gesamtausgabe der Bayerischen Akademie der Wissenschaften, edita da R. Lauth, H. Jacob, E. Fuchs, H. Gliwitzky, I. Radrizzani, H.-G. von Manz, d'ora innanzi GA). M.M. Olivetti ne ha dato la prima traduzione italiana: J.G. FICHTE, Saggio di una critica di ogni Rivelazione, Laterza 1998. LA STAATSLEHRE 1813 E IL NUOVO MONDO FONDATO DA CRISTO 3 1. Dio fa riconoscere all'uomo la propria libertà invitandolo alla vita secondo la morale superiore. Cominciamo il nostro itinerario dalla Dottrina dello stato, 4 contenente le lezioni di filosofia applicata (angewändte Philosophie) che Fichte pronunciò a Berlino nel semestre estivo del 1813. In questo testo composito si intrecciano tematiche di filosofia politica, filosofia della storia e filosofia della religione. La Cristologia filosofica viene sviluppata soprattutto nell'ultima parte dell'opera, denominata Nuovo Mondo (Neue Welt). 5 In questo testo trova applicazione alla sfera pratica ciò che si mostrava a Fichte come manifestazione del sapere trascendentale. La Vita Divina (göttliches Leben) che viene descritta nella Staatslehre come causa e scopo dei movimenti della storia e delle forme di Stato, è il concetto chiave per comprendere nel suo complesso quest'ultima fase della elaborazione fichtiana della Dottrina della Scienza, che vogliamo situare tra il 1813 e il 1814. La prima delle condizioni descritte per il conseguimento dello stato razionale (nel doppio senso di stato nazionale e di stadio di maturazione dell'individuo) è la seguente: Nur Gott ist. Außer ihm nur seine Erscheinung. -In der Erscheinung nur das einzige wahrhaft Reale die Freiheit, -in ihrer absoluten Form, im Bewußtsein; also als eine Freiheit von Ichen. Diese und ihre Freiheitsprodukte das wahrhaft Reale. An diese Freiheit 392

I Socratici della prima generazione: fare filosofia con i dialoghi anziché con trattati o testi paradossali [ 2008 ]

La ben nota sproporzione tra i Socratica di Platone e Senofonte, che ci sono pervenuti per intero, e l’estrema frammentarietà delle evidenze disponibili sul conto degli altri autori coevi di dialoghi socratici non implica che una indagine sull’identità collettiva, sulla forza e sulle dinamiche peculiari della letteratura socratica antica debba essere povera di risultati. Proprio lo sguardo sinottico sull’insieme delle immagini del maestro che i Socratici hanno accreditato permette di dissolvere le nebbie della cosiddetta “questione socratica” e di arrivare a un insperato chiarimento sul conto dell’identità culturale del protagonista di tanti dialoghi, nel senso che quando Socrate è un personaggio pronto a delineare una teoria e a produrre argomenti a sostegno, i tratti che solitamente assicurano la riconoscibilità del filosofo puntualmente svaniscono. Invece, allorché il filosofo è rappresentato ‘all’opera’ (ed è perciò immediatamente riconoscibile come il medesimo Socrate incontrato in decine di altre unità dialogiche), la sua condotta ci parla di attitudini e valori radicati nell’azione, ma non anche di nuclei dottrinali. Partendo da queste premesse, viene poi avviato un confronto con la letteratura filosofica di V secolo allo scopo di catturare la novità relativa, la specificità della letteratura dialogica prodotta dai Socratici i quali, finché si dedicarono, di preferenza, a rappresentare la riflessione filosofica nell’atto del suo svolgersi, svilupparono una singolare propensione ad eliminare la tradizionale offerta di conclusioni e insegnamenti positivi, cosa che si verifica in molti altri casi, oltre che nei dialoghi aporetici di Platone.

I filosofi e il libero pensiero (Secoli XVII-XVIII)

RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, 2015

The eContent is Archived with Clockss and Portico. anvur: a. * La rivista ha periodicità semestrale. I contributi possono essere scritti in francese, inglese, italiano, spagnolo, tedesco e vanno inviati ai direttori. I manoscritti non saranno restituiti.

Lettere e raccolte epistolari di Girolamo Aliotti († 1480) Pratiche discorsive e strategie sociali di un monaco umanista, in Nuovi territori della lettera tra XV e XVI secolo, a cura di Filippo Bognini, Venezia: Edizioni Ca' Foscari, 2016, 105-128

This paper is based on an inquiry about Girolamo Aliotti’s letters and epistolary collections, especially his most complete manuscript collection actually preserved (Arezzo, Biblioteca Civica, ms 400). It deals with epistolary creation and circulation as one of the most accomplished expressions of the cultural movement we refer to as humanism, not only in well known and influent circles but also in marginal literary networks, involving notaries, physicians, school teachers but also secular and regular clerics. By way of singular missives written by Aliotti for himself or for others (aliorum nomine), as well as their distant resonance ensured by epistolary collections, a whole constellation of Aliotti’s correspondents, bearers, patrons and friends comes to life before the reader's eyes, outlining the various ways of his social and literary insertion but also his strategies of memory and self-representation.