Intervista sul programma Cervelli (original) (raw)
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Intervista ad Achille Guzzardella
Achille Guzzardella e Corrente, 2023
Contributo alla mostra "Achille Guzzardella e Corrente" tenuta presso la Fondazione Corrente (Milano) dal 24 gennaio al 24 marzo 2023
Il paradosso dell'organizzazione « creativa » Pierluigi Cervelli
Il paradosso dell'organizzazione "creativa", 2019
L'obiettivo di questo contributo è riflettere sul rapporto fra comunicazione e organizzazioni nell'ambito della formazione delle « risorse umane », ed in particolare della formazione relativa alle « competenze trasversali ». Si tratta di « saperi » non legati alla specifica mansione lavorativa ma alla qualità dell'interazione in un gruppo di lavoro : la comunicazione « efficace », la « creatività », la capacità di lavoro « in gruppo ». Utilizziamo le virgolette perché queste capacità non sono « conoscenze » o « competenze » come le altre. Sono difficilmente definibili, e sopratutto la loro trasmissione nel corso dei processi formativi non può ridursi né a una serie di « buone pratiche » da riprodurre meccanicamente né a un sapere puramente teorico. Dal punto di vista del lavoratore la modalità di organizzazione del lavoro a cui queste competenze sono connesse è presentata come un'opportunità : l'opportunità di avere un lavoro in cui potersi esprimere, in cui poter decidere cioè autonomamente contenuti, modalità e tempi di lavoro, e persino, sulla base dello specifico compito da svolgere, la leadership del gruppo. Si è obiettato che questa è solo una « retorica » e che di fatto i modelli produttivi che hanno introdotto la « creatività » e il lavoro di gruppo all'interno dell'azienda hanno poi incentivato controlli costanti della produzione individuale, anche attraverso dispositivi elettronici e un calcolo al secondo dei tempi 1. Tuttavia queste critiche, di cui non ci proponiamo di negare la validità, non sembrano individuare il fatto paradossale che queste richieste di lavoro « creativo » e comunicativo, più che nell'aumento dei controlli, abbiano come esito la richiesta di nuovi doveri.
Un incontro sui tetti di BolognaIntervista a Pierluigi Cervellati
Federica Ottoni uando Y riceve nei suo studio in strada Maggiore, la strada piC poetica di Bologna, I'architetto Cervellati hale mani sporche di inchiostro. Sono le macchie upirhe dei progettisti che usano ancora la penna, e disegnano su torri di carta da lucido. Celo spiega quasi subito, &e lui &ancora uno di quelli Ii, che col disegno hti un contatto hico. E cosi risponde alla prima nostra domanda, senzxasdarci il tempo ¿ i fargliela. Per arrivare a lui siamo passati attraverso un cortile, una porticina e tante teste pensanti davanti a uno schermo, e poi una scala a chiocciola che porta dritto al suo studio, isolato e luminosissrmo, sui tem di Bologna. Ci riceve con un sorriso interessato e indagatore, e comincia cosi la nostra intervista a1l"architetto restamatore'.
Francesco Davoli intervista Luciano Cecchinel
Luciano Cecchinel nasce a Lago, frazione del comune di Revine Lago, in provincia di Treviso, nel 1947. Nel 1971 si laurea in Lettere moderne presso l'Università di Padova, e insegna a lungo materie letterarie nella scuola media. Ha pubblicato le raccolte di poesia Al tràgol jért. L'erta strada da strascino (I.S.Co, 1988; successivamente riedita, riveduta ed ampliata, da Scheiwiller, 1999, con postfazione di Andrea Zanzotto), Lungo la traccia (Einaudi, 2005), Perché ancora / Pourquoi encore (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea del Vittoriese, 2005), Le voci di Bardiaga (Il Ponte del Sale, 2008), Sanjut de stran (Marsilio, 2011, con prefazione di Cesare Segre). Nel 2012, presso Marsilio, sono stati pubblicati, a cura di Alessandro Scarsella, gli atti di un convegno sui suoi scritti organizzato dall'Università Ca' Foscari di Venezia (La parola scoscesa. Poesia e paesaggi di Luciano Cecchinel).
Taxidrivers, 2022
Claudio Cupellini è un autore eclettico, di grandissimo gusto visivo e di sicura tecnica cinematografica. Regista di opere molto diverse fra loro come Lezioni di cioccolato (2007), Una vita tranquilla (2010), Alaska (2015), la serie televisiva Gomorra (dal 2014). L'incontro al Ravenna Nightmare Film Fest è stata anche la fortunata occasione per guardare sul grande schermo l'ultimo lavoro di Claudio Cupellini, il praticamente invisibile La terra dei figli, sfortunatamente distribuito in piena pandemia. Il film è un affresco distopico di un mondo post apocalittico, ritornato belluinamente barbarico, in cui gli uomini sono lupi con luci nascoste di una passata umanità. Costruito con una prodigiosa cura del dettaglio visivo e sonoro, impreziosito da prove attoriali di grandissima efficacia, La terra dei figli tocca un nervo scoperto della nostra civiltà: il rischio di una regressione a un mondo selvaggio a causa della nostra tracotanza tecnologica, che potrebbe portare l’umanità alla sua (auto)distruzione.
Interview with Emilio Vavarella
2022
Il tuo lavoro si confronta da sempre con il tema della tecnologia. Come sei approdato alla Realtà Aumentata e alla Realtà Mista in modo particolare? Ci parleresti del progetto Mnemoscopio? p i a n o b .