Non è lobbismo: è partecipazione democratica. Una replica a Sabino Cassese (original) (raw)

Prove di dialogo con Sabino Cassese sulla storia dello Stato italiano

Scienza Politica Per Una Storia Delle Dottrine, 2014

Il saggio è un lungo confronto con la ricostruzione che Sabino Cassese ha recentemente fornito della vicenda dello Stato in Italia. Muovendo dalla specificità della storia costituzionale dello Stato italiano e mettendo in discussione che esista un modello più o meno puro con il quale confrontarla, l'autore rivendica la rilevanza costituzionale dell'azione amministrativa nell'istituzionalizzazione stessa dello Stato. I limiti pratici della vicenda costituzionale italiana, la sua mancata integrazione complessiva, il carattere contingente di molte misure, il carattere in definita asistematico ed eclettico di molti istituti e dottrine, sono tuttavia considerati come la prova del carattere storicamente declinante della vicenda complessiva dello Stato moderno e della possibilità che sia la stessa amministrazione a fornire gli strumenti adatti ai presenti scenari globali.

Recensione a Sabino Cassese, "Intellettuali"

Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee, 2021

Perché un libro sugli intellettuali? Perché la democrazia è in crisi. Ma cos’è democrazia? Molte cose, più o meno tra loro connesse. Senz’altro è, al netto di principi, procedure e istituzioni, tutte componenti necessarie e qualificanti, anche un sistema politico incardinato su un processo decisionale nel quale, almeno formalmente, a tutti gli individui è assicurata la possibilità di partecipare alla discussione pubblica, sostenendo le loro tesi e avanzando i loro argomenti. Ed ecco spiegato il nesso intellettuali-democrazia così come inteso da Sabino Cassese.

Partecipazione e partecipazionismo nello Stato democratico

COSTITUZIONALISMO.IT, 2023

Sommario: 1. Democrazia e partecipazione tra impossibilità logica e retorica; 2. Troppa partecipazione? 3. I limiti interni alla partecipazione; 4. Alcune ambiguità, per esempio…; 5. Un momento istituente; 6. Pensare la pluralità nello Stato costituzionale?

Ripensando il concetto di «democrazia recitativa»

Mediterraneo antico, 2018

Rethinking the concept of “recitative democracy” (Abstract) This paper focuses on the concept of “recitative democracy”, which constitutes the main thrust of Emilio Gentile’s important book, entitled Il capo e la folla (Editori Laterza, Roma-Bari 2016). What Gentile means by “recitative democracy” is a form of democracy lacking substance. Generally speaking the citizens of contemporary democracies are subjected to rule without having a say in the matter, reduced as they are to mere spectators of politics. Instead those in power coincide with a narrow number of representatives occupying roles such as party leader or indeed leader of the country who do not, however, address the demands of the people they rule over. These leaders exert power in a self-referential and, above all, theatricalized way. This, broadly speaking, is what can be said of the concept of “recitative democracy” analysed by Gentile. But since when may it be considered a legitimate concern? Was there some form of “recitative democracy” in the ancient world, particularly in classical Greece, where democracy was a relatively widespread, but fiercely contested, system of government? The author of this paper tries to address these and other questions raised by Gentile’s book. Key-Words: Emilio Gentile, History of Democracy, Recitative Democracy, Rhetoric, Ancient Athens, Demagoguery & Demagogues

Francesca Dona' "Autonomia differenziata e partecipazione popolare"

Dirittifondamentali.it, 2019

Il presente contributo intende approfondire le recenti prospettive delle dinamiche autonomistiche, con particolare riferimento ai principi di differenziazione e partecipazione. Il percorso avviato dalla Regione Veneto e il caso scozzese offrono numerosi spunti di riflessione in ordine ai nuovi tracciati intrapresi dai cosiddetti “sub-national governments“: il dato emergente dalla comparazione fra gli ordinamenti è che il coinvolgimento dei cittadini e l’esigenza di diversificazione dei territori costituiscono le direttrici principali seguite dagli enti sub-statali. In questa prospettiva, si avrà modo di riflettere anche sul principio di uguaglianza in senso sostanziale, che non si esaurisce nella mera uniformità dei territori e che necessita di un costante riferimento alla realtà dei fatti. This paper aims to analyze the recent perspectives of autonomistic dynamics, with particular reference to the principles of differentiation and participation. The path launched by the Veneto Region and the Scottish case offer many insights regarding the new routes undertaken by the so-called “sub-national governments”: the elements which emerge from the comparison between the legal systems are the direct involvement of the citizens and the territorial need of diversification. In this perspective, the paper would also consider the principle of equality in its substantive acceptation, which does not mean the mere uniformity of the local territories and requires a continuous reference to the reality.

Volontariato no lobby. Serve un nuovo modello di rappresentanza per avere più voce nella governance delle politiche sociali

Vdossier, 2012

L’EDITORIALE - L’Italia della solidarietà merita una rappresentanza autorevole e dinamica – pag. 5 L’ANALISI - Strategie e idee sorpassate, se il Forum del Terzo settore va stretto al volontariato – pag. 9 LA RADIOGRAFIA - Non basta più partecipare. Governance e coprogettazione la nuova sfida delle Odv – pag. 23 LO STRUMENTO - Carta della rappresentanza una bussola per i rapporti non profit-istituzioni – pag. 39 FOCUS - Quando «parlare a nome di» e «agire per conto di» non assicurano la legittimità – pag. 46 LA STRATEGIA - Solo un volontariato in rete può far sentire la sua voce ai tavoli delle istituzioni – pag. 51 ZAMAGNI - Senza forum deliberativi addio triade sociale pubblico, privato, civile – pag. 57 RULLANI - Non una lobby tra le lobby perché contarsi non basta ciò che serve è il dialogo – pag. 65 L’ESPERIENZA - Terzo settore e policy making, il caso scuola della Lombardia: modello di crescita per le Odv – pag. 75 QUIMARCHE - Oltre la risposta al bisogno: «Reti e azione politica», un’esperienza vincente – pag. 83 QUIMESSINA - La partecipazione dal basso va valorizzata e favorita per far crescere il territorio – pag. 88 QUIMILANO - Quando il welfare locale lo si costruisce insieme. Ecco il modello Legnano – pag. 92

Davos, il centralismo (non) democratico mondiale

La Nuova Bussola Quotidiana , 2022

Al netto degli effetti geopolitici e geoeconomici della guerra in Ucraina, ancora di difficile stima, il Forum di Davos 2022 è rimasto focalizzato sui soliti grandi obiettivi. La “narrazione” dominante è che il mondo pre-CoViD-19 è definitivamente tramontato e quindi non torneremo più alla “normalità” pre-pandemica. Siamo entrati in uno “stato di eccezione” permanente in cui si passa, senza soluzione di continuità, dalla crisi sanitaria a quella climatica, dalla crisi militare a quella energetica-alimentare. Le crisi si sa, sono il terreno ideale per proseguire con l’«iniziativa» del Great Reset dei sistemi sociali, politici ed economici mondiali, con un’alleanza tra i grandi gruppi industriali e finanziari e i pubblici poteri – Stati, Banche centrali, comunità sovranazionale – per «ripensare, reimmaginare e resettare il nostro mondo», per usare la terminologia del Prof. Klaus Schwab, Fondatore ed Executive Chairman del World Economic Forum. Le grandi sfide globali richiedono soluzioni globali, nella prospettiva di una «pianificazione democratica» e uno «statalismo climatico», concertato ai livelli più alti, statali e sovranazionali: un “socialismo liberale”, insomma, un po’ gnostico e un po’ fabiano, che intende mantenere le sovrastrutture liberal-democratiche, o social-democratiche che siano, ridotte però a gusci vuoti, mentre le risorse e le decisioni importanti sono destinate a essere sempre più accentrate presso “tecnici” e “competenti”, in “cabine di regìa” sempre più lontane.

La “democrazia partecipata”

2013

Primi passi nella democrazia All'indomani della Liberazione la situazione finanziaria del Comune si mostrava preoccupante: se l'anno 1945 si era chiuso con un disavanzo di 819.000 lire e con circa due milioni di debiti pendenti per lavori e forniture, il negativo di 343.000 lire dell'esercizio finanziario 1946 non lasciava presagire nulla di buono, tanto più che al rapido aumento delle spese connesso al deprezzamento della moneta, non faceva riscontro un pari aumento delle entrate 1. Toccò quindi alla prima Amministrazione elettiva, guidata dal comunista Dante Torello 2 , tentare di riportare il bilancio in pareggio; un compito oltre che difficile anche impopolare dal momento che, privo com'era il Comune di beni patrimoniali che dessero un reddito apprezzabile, la sola via percorribile era quella dell'aumento del gettito di imposte, sovrimposte e tasse. Al 1951, però, non solo il pareggio era stato raggiunto, ma si aveva un avanzo di cassa di oltre 18 milioni 3. Il ringraziamento che il Sindaco rivolgeva alla «maggioranza dei contribuenti, i quali accet

Il Mulino -Rivisteweb Open Government: disegnare la partecipazione per la societa768; del futuro

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