L' Immortale racconto di Jorge Luis Borges (original) (raw)

Il suicidio di Pier della Vigna. Variazioni narrative negli antichi commenti danteschi, in “Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici”, 27 (Studi per Ovidio Capitani), 2012-2013, pp. 145-207

Benvenuto da Imola rievoca la storia del cancelliere di Federico II corredandola di tre finali alternativi: [1] Io son. Hic Petrus de Vineis incipit suam narrationem, per quam primo describit suam felicitatem, deinde infelicitatem. [2] Et ad utriusque intelligentiam bonum est scire plenius qui fuerit homo iste, et qualis eius fortuna. [3] Iste ergo fuit Petrus de Vineis, famosus cancellarius Federici Secundi, qui fuit magnus doctor utriusque iuris, magnus dictator stili missorij, cursiuj, curialis; [4] et habuit naturalem prudentiam magnam et laboriosam diligentiam in officio, propter quod mirabiliter meruit graciam imperatoris, adeo quod sciebat omnia eius secreta, et eius consilia firmabat et mutabat pro libito uoluntatis; et omnia poterat que uolebat. [5] Sed nimia felicitas prouocauit eum in inuidiam et odium multorum: nam ceteri quasi curiales et consiliarij, uidentes exaltationem istius uergere in depressionem ipsorum, ceperunt, coniuratione facta, certatim accusare ipsum fictis criminibus. [6] Unus dicebat quod ipse erat factus ditior principe; alius, quod ascribebat sibi quicquid imperator fecerat prudentia sua; alius dicebat quod ipse reuelabat secreta romano pontifici, et sic de alijs. [7] Imperator, suspectus et credulus, fecit ipsum exoculari et bacinari, et tradi carceri, in quo 145 il suicidio di pier della vigna

Pubbl. 12 La palingenesi del poeta. pdf intero volume

È con grande soddisfazione che ho accettato l'invito da parte del prof. Martina a inaugurare, come direttore del Dipartimento di Studi sul Mondo Antico, questa giornata di studi su Callimaco. Voglio approfittare di quest'occasione semplicemente per rimarcare che si tratta di un'iniziativa che è già alla sua seconda realizzazione. Quest'anno, come anche del resto la volta precedente, all'incontro partecipano specialisti davvero di prim'ordine. In particolare vorrei salutare, quest'anno, i professori Benjamin Acosta-Hughes e Susan Stephens, perché ci onorano della loro presenza e sottolineano il profilo internazionale di questa iniziativa. Mi fa molto piacere, inoltre, vedere che il pubblico è estremamente variegato. Insieme a molti illustri ed eminenti colleghi e specialisti, grecisti di altissimo livello, ci sono anche molti studenti, i nostri dottorandi, anche altri di altre università. C'è comunque quello che noi vorremmo che fosse sempre l'uditorio in occasioni di questo tipo, un pubblico, cioè, che nella sua diversità e complementarietà è rappresentato, da un lato, da chi ha le competenze per condurre la ricerca al più alto livello, dall'altro, da chi invece fruendo della trasmissione dei risultati di questa ricerca potrà forse prenderla in mano come una fiaccola per continuare a propagarla. Rinnovo il compiacimento del Dipartimento per l'ospitalità che abbiamo ancora una volta potuto dare a questa iniziativa. Un Consiglio di Facoltà, che si tiene in questo stesso orario, mi costringe ad essere assente per qualche tempo, ma cercherò almeno di assicurare la mia presenza nel pomeriggio. Prima che inizino i lavori nella maniera più ufficiale, vorrei dare la parola al prof. A. Martina, il quale, come tutti sanno, è, insieme con Adele-Teresa Cozzoli, magna pars di questa organizzazione. E a lui, davvero, noi dobbiamo un impulso vivissimo verso questa iniziativa e altre analoghe, come, per esempio, il ciclo dei nostri ormai quasi famosi seminari del venerdì, che costituiscono ormai un'importante istituzione dipartimentale. Pertanto gli cedo la parola volentieri, ringraziandolo ancora una volta.

Note sulla "Raccolta di composizioni e di poesie" per Giovanni Filippo di Cobenzl in occasione della pace di Teschen (Gorizia, 5 dicembre 2020)

Nella produzione encomiastica del Settecento friulano, rigogliosa sia sul versante veneto che su quello arciducale, trova spazio anche una raccolta poetiche di pertinenza goriziana che comprende numerosi componimenti in più lingue: essa celebra infatti con un largo ventaglio di idiomi l’importante ruolo ricoperto da Giovanni Filippo conte di Cobenzl nella stipula del trattato di Teschen tra l’Austria e la Prussia (1779). L’intervento si concentrerà sulla seconda raccolta: ne rammenterà brevemente la fortuna critica e passerà in rassegna i promotori, gli autori e le lingue coinvolte; ne coglierà i nessi con quella fitta rete di relazioni che di lì a poco si sarebbe consolidata nell’Arcadia romano-sonziaca; ne presenterà i nuclei tematici, gli agganci intertestuali e le soluzioni metriche e stilistiche, isolando gli elementi di continuità e quelli di discontinuità rispetto alla tradizione arcadica; mostrerà, infine, come i componimenti di questa raccolta veicolino anche un messaggio ideologico che non si limita al mero e prevedibile contenuto encomiastico.

Le due facce di Omero in Aristotele.

«Bollettino dei Classici» s. III, 43 (2022), pp. 361-398, 2022

An investigation of Aristotle’s works known through direct tradition allows us to identify two different perspectives in his treatment of the poetic text, especially the Homeric one: 1) the use of Homeric quotations in his treatises devoted to subjects not directly related (at least in the ‘Aristotelian system’) to poetics, that was functional to enhance the efficacy of his scientific-philosophical message and was conceived in reference to the information (in a broad sense) and the exempla contained or traditionally recognized in the Homeric text, as a widely known and authoritative set of ‘data’, stories, and images; 2) the perspective of the literary criticism of the poetic work as such, which was defined by Aristotle himself in his Poetics and was likely to inform also the hermeneutic approach of the lost Homeric Problems. Therefore, the identification of this potential difference of perspective should warn us not to automatically consider each reference to the Homeric text by Aristotle (in either his direct and indirect tradition) as an echo or a testimony of the original content of the Homeric Problems.

Ricerche di storiografia latina tardoantica II. Dall'Historia Augusta a Paolo Diacono.

By Giuseppe Zecchini 2011 From the Contents: Introduzione; LA STORIOGRAFIA PAGANA E L' HISTORIA AUGUSTA: 1. Greek and Roman Parallel History by Ammianus, in J.den Boeft et alii (eds.), Ammianus after Julian, Leiden 2007, 201-218; 2. La storiografia greca dopo Dexippo e l' Historia Augusta, HA Colloquium Maceratense, Bari 1995, 297-309; 3. I Tyranni triginta: la scelta di un numero e le sue implicazioni, HA Colloquium Bonnense, Bari 1997, 265-274; 4. I cervi, le amazzoni e il trionfo gotico' di Aureliano, HA Colloquium Argentoratense, Bari 1998, 349-358; 5. Qualche ulteriore riflessione su Eusebio di Nantes e sull' EKG, HA Colloquium Genevense II, Bari 1999, 341-355; 6. L' utopia nell' Historia Augusta, HA Colloquium Bambergense, Bari 2007, 343-353; 7. Utopie militari tardoantiche?, in M.T. Schettino-Ch.Carsana (edd.), Utopia e utopie nel pensiero storico antico, Roma 2008,; 195-206; LA STORIOGRAFIA CRISTIANA DA LATTANZIO A SANT' AGOSTINO: 8. Dall' Imperium Daciscum alla Gothia: il ruolo di Costantino nell' evoluzione di un tema politico e storiografico, in Costantino il Grande dall' antichità all' umanesimo, Macerata 1993, II, 915 933; 9. S.Ambrogio e le origini del mito della vittoria incruenta, RSCI 1984, 391-404; 10 S.Ambrogio nella tradizione storiografica tardoantica, in Nec timeo mori. Atti del Convegno per il XVI centenario della morte di S.Ambrogio, Milano 1998, 93-106; 11. Barbari e Romani in Rufino di Concordia, AAAd 1987, 29-60; 12. Note sull' atteggiamento di Sulpicio Severo verso l' impero romano, in Consuetudinis amor. Studi in onore di J.P.Callu, Roma 2003, 445-456; 13. Il IV libro del De civitate Dei, in Lettura del De civitate Dei. Libri I-X, Studia ephemeridis Augustinianum 86, Roma 2003, 91-107; SOPRAVVIVENZE ED EREDITÀ: 14. I Gesta de Xysti purgatione e le fazioni aristocratiche a Roma alla metà del V secolo, RSCI 1980, 60-74; 15. L' Anonimo Valesiano II: genere storiografico e contesto politico, in Teoderico il Grande e i Goti d' Italia, CISAM XIII, Spoleto 1993, 809-818; 16. Ende und Erbe der heidnischen lateinischen Geschichtsschreibung, in A.Goltz et alii (Hrgg.), Jenseits der Grenzen, Berlin-New York 2009, 91-105; 17. L' Historia Augusta da Memmio Simmaco a Paolo Diacono, HA Colloquium Genevense III in honorem F. Paschoud, Bari 2010, 229-235.; BIBLIOGRAFIA; INDICE DEI NOMI PROPRI.

Sommario, presentazione, abstracts e indici di «Medioevo», 39 (2014)

Titolo del volume: Filosofia nel XII secolo / Philosophy in the 12th century. Studi raccolti in memoria di Riccardo Quinto, a cura di / edited by Magdalena Bieniak, Caterina Tarlazzi. Articoli di: Christophe Erismann, Alisa Kunitz-Dick, Wojciech Wciórka, Luisa Valente, Mark J. Clark, Massimiliano d'Alessandro, Magdalena Bieniak, Marcin Trepczyński, Gregorio Piaia.

Antonio Brocardo, poeta "alchimista". The SIS (Society for Italian Studies) biennial conference - University of Durham

" Antonio Brocardo (Venezia, 1500 ca. - 1531) passa alla storia più a causa delle sue polemiche che per le sue rime. Egli infatti, stando a fonti più o meno di parte, avrebbe osato criticare l'operato del Bembo, pubblicando dei sonetti infamanti per il futuro cardinale. Gestirà la querelle (probabilmente ingigantendone non poco i termini) dalla parte di Bembo Pietro Aretino, che si vanterà in seguito di aver ucciso il giovane veneziano con un suo testo particolarmente mordace. Le ragioni della polemica si chiarificano alla luce del Brocardo/personaggio del Dialogo della Retorica di Sperone Speroni: il poeta sembra insofferente verso il trecento volgare italiano, e mostra un vivo interesse per la retorica antica. Sempre stando al dialogo, Brocardo dichiara di ricercare e voler ricreare - quasi da nuovo alchimista - l'eroico, anche nella poesia volgare. Non sorprende, a questo punto, la prefazione agli Amori, in cui Bernardo Tasso ringrazia Brocardo, suo amico fraterno, per avergli dato il coraggio di pubblicare alcuni suoi componimenti figli di un nuovo classicismo, più vicino alle istanze greco-romane. Ma l'immagine che vien fuori da tutto ciò deve necessariamente essere messa in relazione con le rime e i testi di Brocardo. L'alchimia di Brocardo non sembra limitarsi ad un recupero del mondo greco-latino, a dire il vero non così dominante all'interno della sua produzione, ma si estende anche ad un recupero di fonti quattrocentesche, ad una spiccata attenzione verso la contemporaneità, fino all'uso del furbesco come lingua poetica. L'immagine del Brocardo/intellettuale e quella di Brocardo/rimatore talvolta sembrano incompatibili, ma è innegabile che abbiano forti punti di tangenza. Il vero limite, a mio avviso, fu il tempo: la sua breve vita concesse a Brocardo di poter teorizzare più di quanto avesse potuto mettere in pratica (anche se in nuce gli elementi sono ben visibili). Ciò nonostante - direttamente o indirettamente - il suo ruolo non fu secondario in fase di riflessioni sul concetto di classicismo nel primo cinquecento. "