C. Carloni, G. Maggiore, ANALISI DEL TERRITORIO DI CORNETO (TARQUINIA) IN ETÀ MEDIEVALE E MODERNA, FONTI CATASTALI E CARTOGRAFICHE A CONFRONTO, in M. Cadinu (ed.), I catasti e la storia dei luoghi, Roma 2013, pp. 641 - 652. (original) (raw)
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The necropolis of Le Castagne and the fortified site of Colle Cipolla (Castel di Ieri and Castelvecchio Subequo; AQ), close to the mountainous pass of Forca Caruso in the Abruzzo region, were investigated on several occasions between 1983 and 2002. The necropolis, composed approximately by 300 tumulus tombs, was individuated by Ezio Mattiocco, a local expert, and confirmed by aerial photograph monitoring, that evidenced its wide extension. A first excavation was carried out during 1983, bringing to light 11 tombs, 7 of which concentrated in a single area. The tombs, characterised by shallow pits for single inhumations covered by a huge amount of earth and stones, were partially disturbed by post-depositional events, although a certain part of their grave goods was preserved. They can be dated to a period between the 8 th and the beginning of the 6 th century BC, and the burial rite adopted is quite homogenous and typical of the inner area of the Abruzzo region: male individuals marked by the deposition of offensive weapons (daggers, swords, spears) and women characterised by jewellery and other ornaments (neck-laces, fibulae, belts and also ornamental drilled disks), in addition to a small number of pottery vessels for each grave. During the same year, the site of Colle Cipolla was investigated, sampling a part of the defensive walls, made by irregular stones. Another sample was carried out inside the settlement, without finding any structural evidence. Instead, a large tumulus tomb was localised just in the middle of the site. Based on the finds, the area was frequented since the Neolithic and the Copper Age, but the fortified site was probably settled together with the use of the necropolis (8 th-6 th century BC). In 1984 a bronze sheet jug was found in the area of the necropolis and, in 1989, the excavation of the tumulus localised inside the site of Colle Cipolla revealed the presence of two quite contemporary graves: one of an adult man and the other of a woman, with typical grave goods (weapons, fibulae, some pottery vessels), both dated during the second half of the 6 th century BC. It is quite possible that the end of the site of Colle Cipolla was marked by the building of this tumulus, as a ritual abandonment act and, probably, the community originally settled in, moved to another location, which can be individuated in the low-valley site of Superaequum. Since the middle-republican times, Supaeraquum became the main centre in the surrounding area, controlled by the Roman authority, but its role began to increase since the end of the 6 th century, as demonstrated by the first establishing of the funerary area of Macrano, with a monumental tumulus grave, similar to that in Colle Cipolla, originally occupied by two fossa pits (one of a man and the other of a woman).
Rivista di Archeologia Cristiana, 100, 2024
La Rivista di Archeologia Cristiana è un periodico annuale destinato ad accogliere la pubblicazione scientifica di studi e ricerche attorno alle testimonianze monumentali del cristianesimo durante la tarda antichità e l'alto medioevo. Ogni volume è suddiviso in tre sezioni: la prima, riservata alla Pontificia Commis sione di Archeologia Sacra, accoglie i resoconti ufficiali dei lavori e delle scoperte fatte negli anti chi cimiteri cristiani di Roma e d'Italia. La seconda presenta studi e notizie di ricerche e scoperte su tutte le regioni dell'Orbis christianus antiquus. Una terza parte è destinata alle recensioni di libri pervenuti in Redazione. Le lingue accettate dalla Rivista, oltre al greco antico e al latino, sono il francese, l'inglese, l'italiano, lo spagnolo e il tedesco. I manoscritti inviati alla Redazione devono essere adeguati, dagli autori, alle Norme di Reda zione della Rivista (pdf scaricabile al sito www.piac.it). I contributi sono esaminati dal Comitato di Redazione e sottoposti a duplice Blind Peer Review. L'elenco dei Referees è disponibile al sito www.piac.it
"Interdisciplinarità e geotecnologie. Dalla ricerca all’applicazione dei saperi". Dalla mappa al GIS. Collana del Laboratorio geocartografico “Giuseppe Caraci” Dipartimento di Studi umanistici, Università degli studi Roma Tre, 2025
La ricerca elabora una proposta di lettura del Catasto antico di Fagnano e Ripa, formato nella seconda metà del XV secolo. Sulla scia dell’opera di digitalizzazione e schedatura dei catasti quattrocenteschi − pressoché inesplorati dagli studi storico-geografici − condotta dall’Archivio di Stato dell’Aquila, il contributo pone l’attenzione sul castello di Fagnano, nella Media Valle dell’Aterno, incluso tra gli abitati che, pur concorrendo al processo fondativo della città, non partecipò al popolamento dello specifico locale urbano. Oltre a fornire dati utili allo studio delle tipologie dei coltivi e delle pratiche rurali, la lettura del catasto restituisce un imponente novero di toponimi ad oggi tralasciato dai propositi di catalogazione, cui approcciarsi integrando l’analisi della cartografia storica, della produzione letteraria erudita e dei saperi locali. Una prima linea tematica richiama l’analisi del dato toponomastico nella sua chiave di indicatore ambientale e culturale che, come tale, richiede un’operazione di esegesi critica degli inventari di ogni ditta proprietaria per precisare la localizzazione dei possedimenti, tenendo conto delle problematiche d’interpretazione connesse ai duplicati di toponimo. Secondariamente, la documentazione consente di reperire nuove informazioni sui proprietari di Fagnano che si inurbarono in città, indagando da una parte le relazioni tra locali intus e omonimi castelli territoriali, e, dall’altra, i caratteri degli spazi intramurari occupati dai trasferiti. Per ultimo, la lettura del manoscritto ha permesso di individuare una carta sciolta che si configura quale promemoria del funzionario addetto al registro in relazione ad aggiornamenti sui confini amministrativi, certificando la perdurante interconnessione tra catasti e altre scritture.