Quando Gramsci asciugava i piatti e discuteva in cucina con le compagne. Recensione di Matteo Marchesini (original) (raw)

Recensione a G.Pizza-Gramsci

Rivista scientifica Storia, antropologia e scienze del linguaggio, anno XXXV, fasc. 3 (Settembre-Dicembre 2020), 2021

Russo lettore di Foscolo tra Salvatorelli e Gramsci [2012]

  1. « Russo lettore di Foscolo tra Salvatorelli e Gramsci », dans La vie intellectuelle entre fascisme et République (1940-1948), A. Bechelloni, Ch. Del Vento et X. Tabet (dir.), Lyon, ENS Éditions (Laboratoire Italien, 12), 2012, p. 233-246., 2012

A MESSINA Recensione libro di Breschi

Recensione di Antonio Messina a D. Breschi, MEGLIO DI NIENTE. Le fondamenta della civiltà europea, Mauro Pagliai Editore, Firenze 2017, in "Europea", n. 1 – anno III – maggio 2018, pp. 223-227. "Uno spettro si aggira per l'Europa: è lo spettro del nichilismo, lo spettro di una società vuota ed apatica che ha smarrito le radici della propria civiltà e, quindi, della propria identità. È questa la diagnosi, lucida e perspicace, che emerge dalla lettura del recente libro dello studioso di formazione liberale Danilo Breschi, e che spinge il lettore non soltanto a riflettere sulle patologie di questo organismo malmesso che chiamiamo " Europa " , ma soprattutto sulle possibili cure che si possono somministrare. […]"

Intervista a Matteo Marchesini, "Una città" n. 300, marzo 2024

Una città, 2024

LE “ZONE NOTTURNE” Sebastiano Timpanaro, “un illustre studioso del Leopardi che vuole integrare Marx col suo poeta prediletto" lo definì Cesare Cases; in lui il meglio della Seconda Internazionale anziché il peggio della Terza; la sua "inattualità attuale". Intervista a Matteo Marchesini. Matteo Marchesini è critico, poeta, saggista. Tra i suoi libri citiamo il romanzo "Atti mancati" (Voland, 2013), i racconti di "False coscienze" (Bompiani, 2017), "Miti personali" (Voland, 2021) e la recente raccolta "Iniziazioni. Racconti di sette età" (Elliot, 2024); i saggi critici "Da Pascoli a Busi" (Quodlibet, 2014), "Casa di carte" (Il Saggiatore, 2019) e il recente "Diario di una cavia" (Castelvecchi, 2023). Collabora con Il Foglio e Radio Radicale.

Il nostro Gramsci - Gramsci per leggere e cambiare il nostro presente

Marx 101 nr.6 (ottobre), 1991

Nel 1991 diversi intellettuali del PCI che erano contrari al suo scioglimento, aderirono alla Rifondazione Comunista e si impegnarono a preservare l'eredità gramsciana da letture e interpretazioni moderate-riformiste funzionali alla liquidazione di una forte organizzazione comunista con autonomia teorico-politica. Tra questi, Andrea Catone e Ferdinando Dubla, intellettuali impegnati in Puglia nella ricostruzione di un partito comunista di quadri e di massa. Il saggio, pubblicato sulla rivista Marx 101, fu tradotto in portoghese sulla rivista Vertice! sul nr.43 dell'ottobre 1991 ("O NOSSO GRAMSCI - GRAMSCI PARA LER , E MUDAR, O NOSSO PRESENTE") e in catalano sulla rivista Realitat, nr.34 del gennaio 1993 ("NUESTRO GRAMSCI - GRAMSCI PARA LEER Y CAMBIAR NUESTRO PRESENTE"). Il saggio si compone dei seguenti paragrafi: - La concezione del partito comunista - Per l’analisi del capitalismo contemporaneo - La concezione del socialismo - Le contraddizioni insuperabili (la teoria della crisi) - Critica al sistema capitalista e alla sua egemonia culturale - Gramsci e le forme della transizione in Occidente (e limiti della prassi riformista) - Internazionalismo e vie nazionali (a proposito di "interdipendenza") - Una critica moderna dell’alienazione (un altro esito possibile dell’antieconomicismo)

Leggere Gramsci, fra tradizione e futuro (2020)

In cammino con Gramsci, 2020

Leggere Gramsci, fra tradizione e futuro 1. Dalla filologia all'interpretazione. La filologia «senza aggettivi», come si usa definirla in quanto sapere umanistico uni-versale, è una disciplina basilare in tutte le civiltà fondate sulla scrittura, necessaria per stabilire l'integrità dei testi, la loro diffusione e alterazione, i comportamenti e le inten-zioni degli autori. 1 In una conferenza alla Columbia University del gennaio 2000 (am-pliata e variamente pubblicata negli anni successivi) Edward Said ne propose un elogio persuasivo, 2 memore della pagina sulla «filologia vivente» che Gramsci aveva scritto nel Quaderno 7 e rielaborato nel Quaderno 11. 3 Nel caso di Gramsci la ricerca filologica acquista tuttavia un significato specifico e perfino insolito, legandosi in maniera diretta al compito dell'interpretazione e alle diverse stagioni che hanno segnato la "fortuna" di questo autore. Il motivo non è difficile da decifrare. La maggiore impresa intellettuale di Gramsci, i Quaderni del carcere, costituisce l'esempio singolare di una opera intera-mente postuma, 4 scritta nelle condizioni di una dura reclusione, fra molteplici disagi di ordine fisico e psicologico, con scarse indicazioni sui tempi e modi di composizione 5 e non destinata, come tale, alla pubblicazione. Per ragioni diverse anche gli scritti precar-cerari presentano problemi filologici rilevanti, relativi alla difficoltà di stabilirne con si-curezza l'attribuzione. 6 Per tali ragioni (e non, come a volte si è detto, per una specie di furia disgregatrice) 7 tutte le principali edizioni gramsciane sono state guidate da ipotesi 1 Stefano Rapisarda, La filologia al servizio delle nazioni. Storia, crisi e prospettive della filologia romanza, Mi-lano-Torino, Bruno Mondadori, 2018, pp.