Strutture e sottostrutture del Paleolitico superiore di Grotta del Romito tra funzionalità e simbolismo, 2012, Martini et al. (original) (raw)
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Rivista di Scienze Preistoriche, LXII
This paper presents the results of the multidisciplinary studies on some structures and substructures found during the recent excavations in the Epigravettian layers of Grotta del Romito (Cosenza, Calabria, Southern Italy). In this paper the Authors. describe the structures (large and little pits, a stone bank), the specimens (tools, faunal remains and stones) found in the same structures and discuss the hypothesis of their functional or symbolic meaning. This paper contributes to the knowledge of the function of the Upper Palaeolithic structures, still little studied in Italy, and exposes the difficulty in understanding and interpreting these findings.
Gli studi archeologici su Fruttuaria di L. Pejrani Baricco hanno fatto riemergere diversi momenti edificatori, per l'avvio dei quali un termine post quem è rappresentato dal 1003, anno delle prime citazioni datate relative all'abbazia. La mappatura petrografica nel paramento esterno della torre ha evidenziato le differenze di impiego di quattro diverse pietre: un metagranito, un serpentinoscisto, un'arenaria e un granito. Le due principali fasi costruttive che ne derivano, caratterizzate ciascuna da due diverse pietre di reimpiego, ci indicano con chiarezza l'approvvigionamento di quantità significative da almeno due siti distinti.
Quaderni di Archeologia del Piemonte, 2019
Il contributo mira a presentare uno studio tecno-funzionale dei reperti di ornamento in “lignite” rinvenuti durante gli scavi Fedele (1977-1980) nella Grotta Boira Fusca (Cuorgnè, loc. Salto-TO) . Il sito ha restituito una sequenza crono-culturale che parte dal tardo Paleolitico e giunge sino all’epoca Moderna. In particolare durante la prima età dei Metalli (età del Rame-Bronzo Antico) la grotticella ha visto una qualche frequentazione a uso sepolcrale in accordo con un rito ampiamente diffuso in ambito alpino all’epoca. L’entità numerica degli elementi di ornamento in pietra rinvenuti durante questa fase è modesta (alcuni vaghi, microvaghi e una placchetta), non dispongono di chiari e univoci dati di scavo, però sono tipologicamente rilevanti. Lo studio tecnologico delle modalità di manifattura, fondato su una vasta base sperimentale e condotto con l’ausilio di microscopia digitale, si è concentrato sulle tecniche di perforazione e di messa in forma. Tale metodo è un approccio molto valido per individuare peculiarità culturali confrontabili con altri contesti coevi. Per ogni tipologia di elemento sono state ricostruite le principali fasi tecnologiche e sono stati messi in evidenza eventuali indicatori di utilizzo. In particolare la presenza di vaghi di ridotte dimensioni è l’aspetto più significavo del corpus studiato. Infatti, sebbene tra il Neolitico pieno e il Bronzo Antico siano abbastanza numerosi gli elementi di ornamento con microperforazioni, non esistono chiare ipotesi sulle tecniche e sugli strumenti impiegati durante l’attività di perforazione.