Rec. a Luigi SPERTI (a cura di), Scultura di Iulia Concordia e Aquileia, Atti della Giornata di Studio, Udine, Göttinger Forum für Altertumswissenschaft, Bd. 22, 2019 (original) (raw)

Aquileia, storia di un monumento. L’ara di L. Arrius Macer, in Studia archaeologica Monika Verzár Bass dicata, a cura di B. Callegher, West&East Monografie, 1, Trieste 2015, pp. 79-97 (http://www.openstarts.units.it/dspace/handle/10077/11833)

L’articolo tratta di un monumento funerario di Aquileia, l’ara di L. Arrius Macer, dalla storia complessa e articolata. Attorno al suo ritrovamento, avvenuto nel1860 nella località di San Rocco ad Aquileia, hanno lasciato la loro testimonianza diversi archeologi e studiosi, come Carlo Gregorutti (in Le antiche lapidi di Aquileia del 1877) e Giovanni Battista Brusin (in Nuovi monumenti sepolcrali di Aquileia del 1941). Altri, quali Gian Paolo Polesini e Vincenzo Zandonati, hanno lasciato ulteriori testimonianze riguardo allo spostamento e alle successive esposizioni del monumento funerario. La parte finale dell’articolo è dedicata alla descrizione dell’ara, con particolare attenzione al ritratto di Arria Trophime, la liberta che commissionò il monumento dedicato al patrono. Parole chiave: Aquileia; località San Rocco; L. Arrius Macer; Arria Trophime.

L'iscrizione di Aurelius Felicianus pictor del Museo Archeologico Nazionale di Chiusi (SI), in F. Bisconti, G. Cresci Marrone, F. Mainardis, F. Prenc (edd.), Legite, tenete, in corde habete. Miscellanea in onore di Giuseppe Cuscito, Trieste 2020, pp. 61-69.

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Il cicIo pittorico della Cripta di Aquileia: attune riflessioni sugli ultimi studi

Hortus artium medievalium, 1998

Gli affreschi della criPta di Aquileia sono stati pubblicati per la prima volta nel 1906: Da allora sono stati oggetto di numerosi interventi, in cui la critica ha cercato di individuaTe e distinguere gli elementi derivati dalla tradizione bizantina , da quelli Pitt spiccatamente occidentali. Si tratta di elementi tipologici, iconografici e figurativi che spesso sono stati interpretati come la prova delta compresenza di due maestri diversi, di cultura bizantina l'uno, romanica l'altra. Si ritiene in verita che l'intero cicio, che coinvolgeva completamente Ie strutture delta cripta, sia opera del medesimo maestro, coaudiuvato da collaboratori subordinati, e che sia stato realizzato tra il1130 e i11140.

M. Bedello Tata- S. Diani,Uno sguardo sulla Necropoli Laurentina: dati a confronto, in Nuovi dati per la conoscenza della pittura antica. Atti I colloquio AIRPA( Aquileia 16-17 giugno 2017, Roma 2019, pp. 183- 197.

Nuovi dati per la conoscenza della pittura antica. Atti I colloquio AIRPA( Aquileia 16-17 giugno 2017, Roma 2019, pp. 183- 197., 2019

Già nota e parzialmente scavata nell’800 la Necropoli Laurentina, presso l’omonima Porta ostiense, fu riaperta nella prima metà del novecento, divenendo protagonista di monografie e studi. In tempi recenti è stata dotata di un’ampia recinzione che ha messo fine all’ odioso fenomeno del mercato illecito, divenendo, seppur per breve tempo, un vivace laboratorio nel campo del restauro, della ricerca e di innovativi interventi di diserbo, che ne hanno fatto un esempio di tutela e operatività. E’ oggi il tempo, di riprendere le fila di un discorso purtroppo interrottosi, affiancando alle tradizionali ricerche bibliografiche e di archivio, moderne tecnologie finalizzate ad una nuova lettura degli apparati decorativi e necessarie ad approfondire le fasi di sviluppo della necropoli, come la schedatura informatizzata e la documentazione in 3 D, operazioni che sono oggetto di un dottorato di ricerca in corso presso le Università di Colonia e Padova