Massimo Crispi - L'Isola (racconto) (original) (raw)

Un profilo dell'importante storico dell'arte e critico che ha sempre saputo contemperare nel corso della sua lunga e assai operosa carriera le ragioni dell'analisi storiografica, così come la partecipe indagine sulle vicende della contemporaneità artistica. È altresì molto significativa la sua libertà critica che lo ha portato ad occuparsi di Futurismo, di Lucio Fontana, della Pop art, ma anche di Renato Guttuso e di figure eccentriche quali Mattia Moreni, Giannetto Fieschi, Somaini, Trubbiani e Romagnoni. _______________________________________________________________________________ di Gabriella De Marco * Certamente vi è il rischio è che io sia di parte in questa mia testimonianza sull'attività di Enrico Crispolti, storico dell'arte e critico a cui vanno, innanzi tutto, i miei auguri per gli ottanta anni compiuti di recente (Roma, 18 aprile 1933). Quando, infatti, per tornare all'affermazione iniziale, Marco Palladini mi ha proposto di scrivere una pagina di riflessione sul lavoro e sulla figura di Enrico, non ho esitato ad accettare; e ciò non in ossequio a certe consuetudini accademiche che spingono gli allievi a imbastire, sollecitati da varie occasioni, omaggi retorici nei confronti dei propri maestri ma perché spinta da una mia concreta esigenza di approfondimento intorno al significato del fare storia dell'arte oggi, in Italia. Approfondimento che può scaturire, anche, dall'occasione offertami da "Le reti di Dedalus" di tratteggiare un ritratto dello studioso. Non mi soffermerò, dunque, sull'operato universitario di Crispolti, professore Emerito dell'Università degli Studi di Siena, Ateneo dove ha insegnato dopo la parentesi salernitana, e dove ha diretto per molti anni la Scuola di Specializzazione in Archeologia e Storia dell'arte. Spetterà ad altri, a questo riguardo, in un futuro e se lo riterranno opportuno, l'analisi del suo magistero e dei suoi rapporti con quella compagine di studiosi che, con spessore differente, compone la sua scuola. Proporrò, diversamente, sulla scia di una mia propensione personale che nel tempo, e particolarmente negli anni della mia formazione, si è incrociata con i suoi insegnamenti, qualche considerazione sul sistema dell'arte contemporanea in Italia e sulla metodologia dello studio della disciplina. Metodologia che Enrico ha sempre inteso come indagine felicemente tesa tra analisi storiografica e lettura critica delle vicende della contemporaneità.