Rota nel cinema italiano degli anni Quaranta. Genesi di un atteggiamento compositivo (original) (raw)
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Riti cinematografici nel Trionfo della volontà di Leni Riefenstahl
In Leni Riefenstahl’s Triumph of Will (1935), the ritual element is revealed not only through the documentaristic representation of the Parteitag, but also through the cinematic representation which enhances the existing rituals and liturgies of the congress while creating new ones through shots selection and montage. As an example, the end of the first narrative segment (3rd sequence), shows the symbolic passage from pre-Nazi to Nazi Germany, anticipating the coming of the millennial Reich. The combination of shots and music creates a liturgic context and a rite of passage, emphasising the hallowing potential of cinema.
La Cinematografia pubblica nel regime fascista
Fascismo e società italiana. Temi e parole chiave, 2016
L’integrazione dei dati archivistici nel più vasto solco della letteratura e della ricerca contemporanea, ribadisce tuttavia la tesi storiografica della dittatura fascista come “totalitarismo imperfetto”, al fondo incapace – malgrado esplicite velleità ed intenzioni – di elaborare una propria estetica monolitica, né tantomeno di andare oltre all’imposizione di stilemi esteriori (divieti, censure, incentivi, pressioni) nei confronti del settore cinematografico, per il quale nella pratica resterà sempre disponibile uno spazio per la “fronda interna” e un certo margine di astensione dalla partecipazione attiva alla prosopopea del regime. Le carte restituiscono le coordinate operative di una cinematografia fascista che si organizza prioritariamente attorno agli aspetti divulgativo-giornalistici, lasciando sostanzialmente ad una legge di mercato temperata da un tutoraggio paternalista, l’indirizzo dell’industria commerciale e d’intrattenimento. Difatti, lungi dal potere (per mancanza di risorse e di visioni gestionali univoche) e dal volere (nella convinzione che una propaganda smaccata e onnipresente fosse infine nociva alla creazione di un consenso diffuso) prendere il totale e diretto controllo della produzione filmica nazionale, il regime si premura inizialmente di uniformare alle proprie esigenze solo le branche cinematografiche che afferiscono all’informazione di massa ed all’educazione popolare.