L’instabile esistenza delle canzoni di Kurt Weill nella distribuzione cinematografica internazionale: due casi di studio (original) (raw)
2021, Music, Cinema and Modernism The Works and Heritage of Kurt Weill betwTWeen Europe and America Virtual Conference, 20-21 May
Non è con l’avvento del film sonoro che la musica ha avuto la certezza di stabilire un legame definitivo e immodificabile con le immagini in movimento. La ‘perdita dell’esperanto visivo’ del film muto e l’iniziale indisponibilità tecnica di utilizzare il missaggio tra musica, dialoghi e rumori ha determinato, nei primi anni del film sonoro, la nascita del fenomeno assai singolare delle versioni multiple di pellicole destinate ad avere un mercato internazionale. Con modalità non standardizzate, le produzioni cinematografiche si ingegnavano ad adottare strategie per riproporre uno stesso film in un altro paese, diverso da quello in cui era stato originariamente concepito e realizzato. In questa pratica, la musica veniva riadattata o anche riscritta per le differenti versioni nazionali del film, mettendo in discussione non solo la sua originalità, ma spesso anche il legame con l’artefice iniziale. Non sono esenti da questa instabile esistenza anche le canzoni di Kurt Weill, già peraltro spesso tradite nel passaggio dal palcoscenico al set cinematografico. Come primo caso di studio, questa ricerca intende dunque mettere a confronto le due versioni filmiche, tedesca e francese, del Die Dreigroschenoper (1931), entrambe riportanti la regia di Georg Wilhelm Pabst. L’introduzione del missaggio ha consentito finalmente di dare più stabilità alle musiche e ai rumori presenti nelle pellicole destinate a una distribuzione internazionale. Rimaneva il problema delle voci che, specie in Italia, è stato sempre ovviato con il doppiaggio, spesso utilizzato anche per gli inserti canori: una questione di grande rilevanza anche per la ricezione italiana delle canzoni di Kurt Weill. Il ritrovamento di materiale musicale relativo a Le schiave della città, la versione italiana del film hollywoodiano Lady in the dark (1944), infarcito di songs tratte dall’originale musical, consente, caso più unico che raro, di utilizzare fonti primarie per analizzare questi interventi ‘artigianali’ di trasformazione e alterazione. Con questo secondo caso di studio si intende proprio ripercorrere il processo di trasformazione subito da queste canzoni di Weill.