"Le pasionarie della Comune" di Noemi Ghetti - Left n. 28, 22 luglio 2021 - Illustrazioni originali di Vittorio Giacopini (original) (raw)
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This is the first study of a series of letters sent by Lucia Lopresti to Roberto Longhi between the spring and autumn of 1921 during the scholar’s “grand tour” of Europe with the collector Alessandro Contini. Among the many places visited by the young woman, Genoa was the subject of an extended sojourn, and she explored the city’s churches and museums, and those of the Ligurian Riviera to its east and west. What emerges is a lively exchange of correspondence, full of ideas, proposals and attributions, with a special focus — pioneering in its day — on the Genoese school of painting of the early Seicento (Ansaldo, Assereto, Borzone, Carbone, Carlone, Orazio and Giovanni Andrea De Ferrari, Strozzi, and Vassallo), and an initial cameo appearance by masters of the Quattrocento (Donato de’ Bardi and Carlo Braccesco).
Nel 1995, dopo una lunghissima chiusura, la Galleria Comunale d'arte moderna e contemporanea di Roma, è stata riaperta al pubblico nella sede provvisoria dell'ex convento di Carmelitane a Capo le Case. Il Direttore che lavorò a questa riapertura è la curatrice di questa Rassegna Lavori in corso. 10 mostre, oltre 130 artisti. Le raccolte ferme agli anni Quaranta, e l'esiguità dello spazio non consentivano di proporre in via Crispi un progetto per l'arte contemporanea. L'impegno prioritario era quello di avviare i lavori per la nuova, e definitiva, sede nell'ex stabilimento della Birra Peroni. Si guardava al recupero di questo complesso come a una speranza o, da parte di molti, come a una lusinga. I lavori per il recupero del corpo centrale degli edifici che ospiteranno la collezione permanente, esposizioni temporanee, biblioteca, spazi multimediali, centri di studio, sala conferenze e tutti i servizi, dalla libreria alla caffetteria, si conclusero nel 1999 e subito Giovanna Bonasegale predispose il progetto per la seconda fase di ampliamento. Oggi è il MACRO. Per riannodare da subito il legame frammentario, e ormai molto esile, tra l'Istituzione e il mondo dell'arte contemporanea, era opportuno che la Galleria, fin dalla sua riapertura in via Crispi, desse un segnale forte di presenza. Per questo il progetto espositivo "Arte contemporanea. Lavori in corso". Per far trascorrere il tempo fino all'inaugurazione della nuova sede indicando il desiderio di voltare pagina, di segnare immediatamente il territorio coinvolgendo artisti attivi a Roma; non una mappa, non un panorama, presenze. Per questo l'invito ai critici, non a curare le mostre, ma a presentare il loro stesso lavoro, quello che in mancanza di un referente pubblico, ha consentito un rapporto di continuità tra il fare arte e la sua fruizione. Non è stato facile. Il clima di scetticismo, di sfiducia a volte neppure troppo velata, si mescolava a una sorta di sdegno per i troppi anni di vuoto, di latenza dell’Istituzione. Molti sono gli artisti invitati, pochi coloro che non hanno accettato, numerosi quelli che non sono stati invitati. Ma si tratta, appunto di "Lavori in corso” che non si esauriscono con queste prime dieci mostre, ma che si alterneranno ad altre iniziative, intrecciandosi tra di loro, proponendo nuovi piani di intervento, nuovi attraversamenti. Il percorso è affascinante, ricco di promesse e anche di incognite. Credo che si possa intraprendere soltanto e a condizione che sia un lavoro comune - ma non interscambiabile, perché ognuno dovrà giocare il suo ruolo - nel desiderio di rigore, negli accadimenti e nelle prospettive.